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giovedì 29 giugno 2017

RAZZISMO SELETTIVO

Ciao a tutti, come va?

La notizia che vado a riportarvi oggi è abbastanza curiosa, e probabilmente conferma alcuni sospetti che mi erano venuti negli ultimi anni. Ed è abbastanza curioso anche il fatto che questa notizia arrivi dall'Africa, un continente del quale - per ovvi motivi - su questo blog non si parla praticamente mai.

Fatto sta che, un paio di settimane fa, l'amministratore delegato della Kenya Film Board Classification Board (KFCB), l’authority che vigila sui programmi televisivi in onda nel paese africano, ha vietato la trasmissione di ben sei serie animate statunitensi, che "normalizzano, valorizzano e in qualche caso persino glorificano la condizione omosessuale". Il suddetto amministratore, che risponde al nome di Ezechiel Mutua, si riferiva alle serie arrivate anche in Italia come “A casa dei Loud”, “La leggenda di Korra”, “Hey, Arnold!”, “Clarence”, “Steven Universe”, “Adventure Time” e “Marco e Star contro le forze del male”... Tutte serie di cui ho parlato anche in questa sede.

Ezechiel Mutua (che vedete qui sotto) sostiene che la sua decisione è in linea con la Costituzione locale, che tutela la cultura del Kenya e i suoi valori tradizionali, e quindi non prevede la possibilità di presentare in maniera positiva cose come l'omosessualità. In ogni caso è bene ricordare che in Kenya la sodomia prevede fino a 14 anni di carcere, e gli altri atti sessuali fra uomini fino a quattro anni.

A questo punto, però, si delinea la seguente situazione: Nickelodeon, Disney XD e Cartoon Network in Africa sono gestiti tutti dalla piattaforma MultiChoice, e ogni decisione presa sul palinsesto del Kenya si riflettera su quello di  tutti gli altri Stati. D'altra parte se MultiChoice non cambiasse palinsesto le verrebbe ritirato il permesso di trasmettere in Kenya, con tutta una serie di ripercussioni tecniche e amministrative difficili da valutare, che potrebbero ripresentarsi anche in altre zone dell'Africa. La cosa ironica è che gli episodi più "gay" delle serie di cui stiamo parlando erano già stati preventivamente omessi dalla programmazione locale, proprio per evitare questo tipo di incidenti. In ogni caso Nickelodeon ha comunicato che “pur impegnata nel promuovere la diversità e l’inclusività”, è però tenuta al rispetto “delle norme e delle varie culture dei mercati” in cui opera.  E Turner Broadcasting, proprietaria di Cartoon Network, ha aggiunto di voler rispettare “culture e sensibilità locali”, malgrado abbia tra i suoi valori l’inclusività.

Ovviamente prendere posizione su questo episodio sarebbe un po' come sparare sulla crocerossa, quindi non lo farò... Anche perchè infierire sulla condizione africana non penso possa servire a cambiare le cose.

Però tutta questa storia non ha potuto fare a meno di farmi pensare a quello che è successo in Italia con queste serie... E cioè praticamente nulla... A parte, forse, il fatto che "La Leggenda di Korra" è andata in onda su Rai Gulp alle 4.00 di notte (!), e quindi - adesso che Sailor Moon Crystal ha rotto gli argini - la speranza è che possa essere ritrasmessa ad un orario più umano.

In ogni caso penso che sia abbastanza indicativo il fatto che i messaggi gay friendly lanciati da "A casa dei Loud”, “La leggenda di Korra”, “Hey, Arnold!”, “Clarence”, “Steven Universe”, “Adventure Time” e “Marco e Star contro le forze del male”, dalle nostre parti non hanno destato alcun tipo di polemica... Il tutto mentre la terza serie di Sailor Moon aveva scaldato gli animi ben prima che venisse trasmessa in Italia (CLICCATE QUI)... O anche solo che venisse valutata l'ipotesi di trasmetterla.

Il che, se non altro, ha dimostrato ai direttori di palinsesto che chi si lamenta di certe cose non è un interlocutore affidabile, a cui bisogna dare peso più di tanto, e forse è anche per questo che la terza serie di Sailor Moon Crystal sta arrivando senza censure. Ora bisognerà giusto vedere come potrebbe reagire l'AGCOM, ma magari ne riparlerò in futuro.

In realtà quello su cui volevo puntare l'attenzione oggi era il fatto che dalle nostre parti, a differenza di quello che succede in Africa, ci sono due pesi e sue misure, e dal punto di vista sociologico è abbastanza interessante. Nel senso che, per una qualche forma di legittimazione culturale molto ben radicata, i cartoni animati che provengono dagli USA - per definizione - non possono essere pericolosi come quelli provenienti dal Giappone, e quindi non vale nemmeno la pena di tenerli d'occhio per verificarne attentamente i contenuti... Men che meno considerando che possono essere ben mascherati da scelte grafiche tranquillizzanti che li fanno sembrare del tutto innocui...

In Africa, dove invece ogni forma di colonizzazione culturale è vista perlomeno con diffidenza, non si fa differenza e - se non altro - si può dire che gli omofobi africani applicano la loro omofobia in maniera molto democratica e senza fare sconti a nessuno.

Morale della favola: sicuramente se certe serie animate hanno potuto arrivare in Italia indisturbate è stato anche per una generale evoluzione dei costumi, ma è indubbio che il fatto che la loro provenienza gli abbia fornito un lasciapassare su cui le serie provenienti dal Giappone non hanno mai potuto sfruttare, soprattutto quando trattavano argomenti come l'omosessualità.

Adesso, comunque, le cose potrebbero iniziare a cambiare sul serio... Quindi staremo a vedere.

Alla prossima.

martedì 27 giugno 2017

INTERVISTA DI FINE GIUGNO

Ciao a tutti, come va?
Forse qualcuno di voi avrà già notato che sta iniziando ad essere distribuito il secondo (e conclusivo) volume di NINE STONES, e cioè la miniserie italiana a fumetti che può vantare il primato di avere portato per la prima volta nelle edicole una storia d'amore, anche se si tratta di amore in un eccezione un po' particolare, fra due ragazzini gay. 

Quello che forse non sapete (a parte, forse, il fatto che il primo volume ha già necessitato di una ristampa) è che la suddetta miniserie ha anche un altro primato, e cioè quello di essere stata realizzata da qualcuno che fra l'uscita del primo e del secondo volume ha deciso di venire allo scoperto come transessuale FtM omosessuale. Quindi d'ora in poi Sara Spano lascerà il posto a Samuel Spano.

E potevo, io, mancare di approfondire la cosa facendo una breve intervista all'autore FtM in questione? Ovviamente no, e infatti la trovate qui di seguito. Ho o in progetto di farne una anche per Fumo di China, ma visto che sicuramente sarà più incentrata sul suo lavoro diciamo che qualche domanda più specifica poteva trovare spazio giusto qui (anche perchè dubito che questo genere di domande gliele avrebbe potute fare qualcun altro). 

Sotto trovate le sue risposte tali e quali a come mi sono arrivate, così avrete tutti modo di conoscerlo un po' meglio, e di capire un po' meglio come la pensa su svariati argomenti.

1) Pensi che interfacciarsi con un certo tipo di fumetto, nella fattispecie un fumetto a tematica gay, possa essere utile per schiarire le idee o perlomeno per stimolare il lettore a interrogarsi su se stesso? Nel tuo caso la passione per un certo tipo di fumetto (come lettore e/o come autore) pensi che possa avere contribuito alla tua presa di coscienza o che, al contrario, sia stata una conseguenza di un percorso già in atto a tua insaputa? 

Penso che potrebbe aiutare i lettori a ritenere l'aspetto sessuale qualcosa di marginale in una storia, come qualsiasi altro lato della vita. Ovvero, in questo caso, aiutare a vedere l'elemento "orientamento sessuale omosessuale" come un aspetto della componente umana, in questo caso di una storia, non esattamente come centro assoluto. Proprio come si raccontano storie con protagonisti di orientamento sessuale etero, che non viene per forza celebrato, sottolineato o reso "puro e ammirevole", solo perché bisogna insegnare qualcosa e quanto sia lecito amarsi tra sessi diversi. Nine Stones potrebbe aiutare a vedere quanto sia naturale e anche ovvio, perché non è il centro vero della storia e se proprio deve insegnare qualcosa, non è tanto nei messaggi diretti del fumetto che ho creato, che tra l'altro ha una trama molto violenta e angosciante, i protagonisti in realtà hanno un modo di relazionarsi molto discutibile a prescindere dal loro orientamento, ma più per la naturalezza con cui si racconta marginalmente un orientamento sessuale. Il mio obbiettivo non è far capire alle persone quanto sia importante essere o dichiararsi omosessuali, ma quanto questo lato della personalità debba passare in secondo piano, una preferenza trascurabile, normale esattamente come per gli etero. La preferenza sessuale deve passare quasi inosservata, che non vuoi dire repressa o rifiutata, ma semplicemente tanto ovvia e scontata da non essere più "il colpo di scena speciale". E quindi farla integrare completamente nella vita di tutti. Questo si può fare quando sleghiamo il concetto di "omosessualità" dal concetto si "storia politicamente corretta".


2) Come ti stai rapportando, se ti stai rapportando, con il mondo del fumetto italiano in questo momento? Hai già parlato del tuo percorso con qualche collega e/o editore e/o datore di lavoro? Come hanno reagito? 

É una notizia piuttosto fresca, il coming out pubblico della mia transizione è avvenuto adesso in questi giorni di fine Giugno. E nonostante il poco tempo trascorso dalla notizia, ho ricevuto una marea di messaggi di incoraggiamento da tutti, sopratutto da chi lavora nel settore fumetto. Questa cosa mi ha stupito, perché hanno capito quanto sia difficile per un FTM (female to male) aprirsi alla gente in questo modo, non che i trans MTF (male to female) non vivano in un contesto difficile anzi, nella maggior parte del luogo comune ignorante, trans da maschio a femmina è sinonimo di prostituzione ed esibizionismo. Ma non si parla quasi mai di FTM, perché culturalmente le donne sono allevate nella vergogna, quindi è davvero molto più difficile per un uomo nato biologicamente donna, uscire fuori senza la paura di essere considerati male. Percependo il mio disagio nell'affrontare la tematica pubblicamente, mi hanno accolto con amore e una estrema delicatezza, molto più di quello che mi sarei potuto aspettare. 

3) E il pubblico che ha iniziato a seguirti con Nine Stones come sta reagendo? 

I lettori hanno accolto la notizia della mia transizione con un'ondata di amore e di sostegno che mai avrei sognato, credevo di poter suscitare un po'di disagio, non è una cosa che succede tutti i giorni che un autore intraprenda il cambio di sesso, anche se ne conosco altri. E invece sono stato anche qui sommerso da bellissimi messaggi di supporto, alcuni addirittura si sono esternati a me come transgender e che questo mio outing li ha fatti sentire molto meno emarginati e "strani". Mi hanno contattato perfino genitori di ragazzi transessuali, dicendomi che questo mio coming out gli ha infuso parecchio coraggio e forza. Questo per me è stato davvero commovente! 


4) Tecnicamente adesso stai entrando a fare parte di due minoranze (quella trans e quella omosessuale): pensi che questo influenzerà i tuoi progetti futuri e/o il modo con cui ti proponi? Ti piacerebbe continuare a trattare certi argomenti nei tuoi prossimi lavori? 

In realtà, oltre a far parte di due minoranze, trans e gay, sono sopratutto una persona a cui piacciono prevalentemente storie "viscerali". Il dover affrontare certi temi delicati è una lama a doppio taglio, perché c'è sempre il rischio di essere scambiati per portatore di messaggi da prendere come esempio, quindi di certo non posso dire di poter essere in grado di rappresentare delle categorie in storie disturbanti. Sicuramente l'aspetto "sessuale" in tutte le sue componenti lo tratterò anche nelle future storie, non tutte in realtà, sopratutto quelle non scritte da me. Sarebbe bello un giorno poter trattare il tema trans-omosessuale, ma non vorrei risultasse una forzatura. Ovvero mi piacerebbe rimanere molto spontaneo come autore, non divulgativo, perché prima di essere un trans sono sopratutto una persona con dei gusti tutti suoi a prescindere dal genere di appartenenza e il mio orientamento sessuale. Chi sicuramente influenza anche i miei gusti narrativi, ma senza necessariamente elevarmi a insegnante morale in merito a questioni delicate come la sessualità. 

5) Adesso che ti stai rimettendo in discussione, tra l'altro in un momento abbastanza importante della tua carriera, cosa ti auguri per il prossimo futuro? 

Di avere sempre la possibilità di creare storie che mi piacciono, che mi coinvolgono e mi divertono. E sopratutto che questo mio modo di portare alla luce temi "discutibili" dia sopratutto il coraggio a tutti di liberarsi dalla paura del giudizio e vivere la vita senza sentirsi sbagliati. Nel rispetto di tutti e nei limiti del buon senso.

 6) Come definiresti il rapporto del mondo del fumetto italiano con le tematiche LGBT? C'è qualcosa che cambieresti? 

Toglierei le categorie legate all'orientamento sessuale dei protagonisti. Ok per le definizioni horror, avventura, commedia, umoristico, supereroistico. Ma se i personaggi sono omosessuali o trans o bisessuali, quando la storia non è per forza legata alla pornografia, che non si debba più parlare di fumetto "Queer", perché secondo il mio modesto parere personale, risulta più una ghettizzazione che una valorizzazione. Ovviamente è un pensiero mio che riconosco essere particolarmente duro, ma credo che le svolte concrete ci sono quando si ha il coraggio di distruggere molti dei preconcetti esistenti che ci incastrano la testa in dei recinti mentali. Anche quando le intenzioni sono fondamentalmente buone. 

7) E riguardo alla prima accoglienza della pubblicazione di Nine Stones? Te la senti già di dire qualcosa?

Mi auguro che chi lo legge, lo faccia con una buona dose di critica e d'interpretazione. E non come degli esempi da seguire. E che sopratutto la prenda come un gioco macabro, come una giostra dell'orrore. E non come portavoce della comunità omosessuale.

L'unica cosa che mi sento di aggiungere è che ben vengano le proposte come NINE STONES e gli autori come Samuel Spano, anche se il problema in Italia non è tanto quello dei ghetti gay o di esagerare col politicamente corretto, quanto il fatto che in molti fumetti prodotti in Italia c'è ancora una certa tendenza ad evitare come la peste  certi argomenti, o magari ad affrontarli puntando sui pregiudizi (soprattutto negativi) legati a determinate categorie di persone (e la cosa non riguarda solo la comunità LGBT)... Quindi più saranno le occasione di presentare questi argomenti come un qualsiasi elemento narrativo e meglio sarà.

E infatti ora sono abbastanza curioso di vedere quanto tempo ci vorrà prima che nelle edicole si possa vedere un nuovo fumetto italiano con un protagonista omosessuale presentato in maniera davvero spontanea e disinvolta, come il protagonista di un qualsiasi altro fumetto.

Alla prossima.

sabato 24 giugno 2017

FIORI DI GIUGNO

Ciao a tutti, come va?

Di solito non mi occupo di gossip, però ci sono delle notizie che secondo me sono gossip solo all'apparenza, e che - siccome spesso non vengono diffuse come dovrebbero - mi sento assolutamente in dovere di riportare. Tutto questo per dire che ieri a Bologna si è celebrata l'Unione Civile del megadirettore editoriale della Panini Marco M. Lupoi col suo suo compagno (nonchè fan dei miei fumetti) Andrea Pizzamiglio :-) Tanti auguri e tanta felicità :-)

E, al di là del fatto che li conosco e sono felice per loro, ne parlo qui perchè si tratta di un evento che ha un certo peso simbolico... Nel senso che è la prima volta che un nome così rappresentativo nella scena dell'editoria a fumetti italiana compie questo passo e decide, una volta per tutte, di rompere ufficialmente un tabù che più o meno tacitamente pesava sul mondo fel fumetto da sempre... E cioè quello che ha sempre portato tutta una serie di nomi di spicco nel settore a vivere certi aspetti della propria vita nell'ombra e senza condividerli pubblicamente con nessuno.

Quindi è molto bello vedere che le cose possono cambiare, e che probabilmente sono destinate a cambiare sempre di più... Nonostante tante spinte in senso contrario che cercano (e sperano) ancora di impedire l'inevitabile.

Ovviamente non posso sapere se la giornata di ieri influirà direttamente sull'editoria a fumetti italiana, ma sicuramente - nel suo piccolo - contribuirà a modificare un clima che - in certi ambiti - tende ancora ad essere un po' troppo maschilista e sottilmente pregiudizievole verso il mondo LGBT.... E sono abbastanza convinto che questo sarà un bene (anche se probabilmente l'effetto si noterà solo nel lungo periodo).

Tra l'altro non vorrei sbagliarmi, ma credo che una volta tanto sia l'Italia ad avere il primato di un direttore editoriale che convola a nozze col suo compagno... Quindi tanto di cappello.

Staremo a vedere cosa accadrà... Anche se il fatto che la suddetta notizia di costume (che a suo modo è abbastanza importante) non sia stata riportata praticamente da nessuno è abbastanza indicativa di tutta la strada che bisogna ancora percorrere.

Comunque è davvero curioso: nel giugno del 1986 ero un bimbetto che si comprava il numero uno di MARVEL edito dalla Labor Comics, con i primi redazionali di M.M. Lupoi (che, lo ammetto, sono stati estremamente formativi)... Mai e poi mai mi sarei aspettato che l'avrei conosciuto e che un giorno mi sarei felicitato con lui per la sua Unione Civile (e per il matrimonio che si celebrerà oggi)...

Morale della favola: mai dire mai.

Alla prossima.

venerdì 23 giugno 2017

NEGOZI DA PREMIARE

Ciao a tutti, come va?

Il fatto che in Italia, nei fatti, i fumetti non siano considerati esattamente un bene culturale e un patrimonio della società è abbastanza risaputo. Certo: qualcuno ne può parlare bene, possono essere messi al centro di mostre e dibattiti, che magari ne enfatizzano pregi e virtù, ma penso sia abbastanza evidente che continuano ad essere considerati perlopiù una forma di intrattenimento povera (in tutti i sensi) e poco seria. Un genere di produzione su cui chi si occupa di amministrare fondi per la cultura probabilmente non farà mai investimenti importanti, men che meno a fondo perduto e men che meno senza avere un minimo di rientro garantito. Anche perchè, realisticamente parlando, è probabile che chi si occupa di filantropia e beneficenza in Italia non avrà mai dei grandi slanci nei confronti di fumetti, anche solo per paura di compromettere la sua credibilità...

E se questi slanci, da noi, non si verificano verso i fumetti in quanto tali, figuriamoci se possono coinvolgere chi - per lavoro - si occupa proprio di vendere e valorizzare fumetti e affini... Se poi il suddetto rivenditore dichiarasse che il suo obbiettivo è quello di valorizzare fumetti e autori non propriamente commerciali, magari con un occhio di riguardo alle minoranze e alla comunità LGBT, si entrerebbe nel campo della fantascienza dura e pura...

Ovviamente sto sempre parlando di Italia, perchè per fortuna altrove le cose non vanno sempre così...

Un annetto e mezzo fa avevo segnalato l'apertura di una nuova fumettria a Filadelfia, la Amalgam Comics & Coffeehouse (CLICCATE QUI), e ne avevo parlato perchè era un po' il prototipo di quelle che potrebbero essere le fumetterie di domani: dei luoghi accoglienti, magari con una zona bar, che possano diffondere la cultura del fumetto mettendo al centro il fatto che i fumetti sono una forma di espressione inclusiva e universale... Soprattutto quando possono essere usati per promuovere l'integrazione, la tolleranza e l'emancipazione personale. Tant'è che l'Amalgam Comics & Coffeehouse fece molto discutere anche perchè era stata ideata e messa in piedi da una donna afro americana: la sempre sorridente Ariell R. Johnson.

Fatto sta che nello stabile in cui ha voluto far partire la sua attività commerciale c'erano ancora diverse stanze che lei non aveva la possibilità di risistemare, anche se le sarebbe piaciuto moltissimo sfruttarle per ampliare l'offerta culturale e formativa della sua fumetteria (ad esempio con dei corsi di fumetto e per favorire la relizzazione delle autoproduzioni locali), anche per valorizzare il quartiere. Che fare, quindi?

Per sua fortuna era negli USA e non in Italia, così è venuta a sapere che la Knight Foundation metteva in palio un premio di 50.000 dollari per finanziare un progetto di attività culturale legato alla carta stampata, e così ha provato a partecipare... E anche se le proposte sottoposte alla fondazione sono state ben 4500 la sua è stata quella che ha vinto!

Il suo progetto si chiamava “Up, Up and Away: Building a Programming Space at Amalgam Comics & Coffeehouse”, e in parole povere mirava a trasformare il suo spazio in un vero e proprio centro in cui organizzare classi e seminari per aiutare gli aspiranti autori a sviluppare il proprio talento, per favorire le autoproduzioni e magari per avviare concretamente nuovi progetti a fumetti... E in particolare quelli con un taglio inclusivo (verso le donne, le minoranze e la comunità LGBT), che magari fanno fatica a trovare spazi altrove. Il tutto sviluppando il potenziale degli spazi inutilizzati della sua fumetteria, magari rendendoli caldi e accoglienti come quelli che aveva già risistemato lei con tanto amore...


Per la cronaca: la Knight Foundation e un'associazione no profit operativa dal 1950, che ha lo scopo di incentivare la diffusione dell'informazione e dell'arte, intese come strumento di democrazia e valorizzazione della libertà di espressione. In particolare si pone l'obbiettivo di sostenere le iniziative  che possono contribuire a migliorare le condizioni delle minoranze e delle piccole comunità. Come potete intuire, si tratta di una fondazione decisamente al passo coi tempi: basta dare un'occhiata al suo sito (CLICCATE QUI), dove si legge che ha da poco inaugurato una partnership con Niantic (quelli di Pokemòn Go) per la realizzazione di un progetto finalizzato a far conoscere meglio i monumenti e i luoghi di interesse culturale delle piccole cittadine americane...

Esattamente il genere di fondazione che opera anche in Italia, vero?

Comunque, tornando a noi, penso che l'idea di Ariell R. Johnson, e il suo approccio dichiaratamente LGBT friendly, sia davvero interessante e che varrebbe assolutamente la pena di farci un pensierino sopra anche dalle nostre parti... Anche se mi rendo conto che le dinamiche che tengono banco dalle nostre parti non sono esattamente le stesse, e non sono altrettanto favorevoli ad iniziative di questo tipo. Ed è un vero peccato.

D'altra parte è anche vero che, a differenza di quanto avviene negli USA, da noi il mondo degli appassionati di fumetti LGBT non è esattamente visibile... E molto difficilmente vedremo in tempi brevi unioni civili celebrate in fumetteria così come negli USA è successo praticamente in contemporanea con l'arrivo dei matrimoni gay a New York... Con tutto quel che ne consegue in fatto di esplicità apertura delle fumetterie nei confronti del mondo LGBT...

Una pratica, questa, che è sempre più diffusa negli USA, soprattutto in questo periodo dell'anno. La Anyone Comics di Brooklyn, ad esempio, il 24 giugno propone un seminario sulla storia del fumetto a tema LGBT e il 27 giugno propone una sessione speciale di disegno dal vivo con un modello alquanto piacente, che poserà pressochè senza veli...


Da notare che la suddetta fumetteria aveva anche organizzato una sessione di disegno dal vivo speciale in occasione del passaggio di Gengoroh Tagame durante il piccolo tour che ha fatto negli USA recentemente... Che ha avuto anche una parte vietata ai minori... Con buona pace di tante fumetterie italiane che non si sono mai fatte arrivare i fumetti di Gengoroh Tagame (o anche solo dei semplici BOYS LOVE) per una questione di principio.

Morale della favola: sarà anche vero che dalle nostri parti non ci sono fondazioni in grado di sostenere concretamente fumetti e fumetterie, ma forse è anche vero che dalle nostre parti è proprio il concetto stesso di fumetteria che andrebbe un tantinello aggiornato... Magari ispirandosi a quello che sta succedendo negli USA in quest'ultimo periodo.

Staremo un po' a vedere.

Alla prossima.

martedì 20 giugno 2017

VOCI DAL PROFONDO...

Ciao a tutti, come va?

Ora farò coming out: fin da piccolo non sono mai andato matto per un certo tipo di fumetto italiano.

Ancor prima che prendessi coscienza del loro approccio nei confronti di certi argomenti, e ancora prima di imparare a leggere, li percepivo come qualcosa di arcaico e che non rispecchiava le mie aspettative di bambino - e poi adolescente - che era cresciuto con le serie animate che passavano le TV private, e che aveva avuto il suo primo approccio col mondo del fumetto quando, da piccolissimo, ricevette in eredità dai suoi cugini più grandi una fantastica collezione di fumetti MARVEL... Per inciso: mentre i miei coetanei si facevano leggere Topolino e Il Corriere dei Piccoli, io mi facevo leggere e rileggere (anche) il primo annual dell'Uomo Ragno, quello in cui si scontrava coi Sinistri Sei...

All'uscita dell'asilo c'era una piccola edicola, e - giusto per farvi capire che tipo ero già da allora - ci facevo tappa fissa un paio di volte alla settimana... E già da allora, quando guardavo il lato dei fumetti Bonelli e dei loro colleghi, venivo investito da una sorta di atavica malinconia... E la sensazione non è mai diminuita con l'età, nemmeno quando mi imbattevo in qualche copia di Zagor e Tex che veniva lasciata ai miei nonni dai loro fratelli anziani... E lo stesso effetto me lo facevano le montagne di fumetti di guerra che si comprava mio nonno.

Nello stesso periodo in cui io andavo all'asilo, e già mi stavo facendo un'idea di quali erano i fumetti che non mi piacevano e di quelli che - secondo me - nascevano vecchi, Alfredo Castelli (che all'epoca aveva più o meno 35 anni) portò in edicola Martin Mystère... Il primo di una lunga serie di personaggi concepiti per affrontare generi nuovi senza scostarsi troppo dall'approccio tradizionale dei fumetti italiani (anche per non scontentare il pubblico che alimentava il settore già da una trentina d'anni), e che avrebbero avuto in Dylan Dog il loro massimo esponente. Con Martin Mystere sicuramente Alfredo Castelli suscitava molta curiosità, affrontando temi e situazioni che nel fumetto italiano generalmente non trovavano spazio, men che meno con un approccio così professionale e ben documentato... Però mi ricordo anche che quando, da piccolo, mi cadeva lo sguardo sulle sue prime copertine mi sembrava un personaggio già terribilmente "vecchio" (se non addirittura arcigno), a partire dai tratti del viso e dalla sua tipica espressività...

E se questo era l'effetto che mi faceva all'epoca posso solo immaginare l'effetto che potrebbe fare ad un ragazzino di oggi... Soprattutto considerando che, per dargli un ulteriore piglio realistico, Alfredo Castelli decise di fare invecchiare il protagonista e i comprimari più o meno in tempo reale, fornendolo anche di una data di nascita: il 26 giugno 1942...

Quindi, facendo un rapido calcolo, il buon vecchio zio Martin questo mese compirà 75 anni.

E forse è anche per questo che - nel suo caso - il ricambio generazionale è stato particolarmente scarso, al punto che si vocifera che sia arrivato a vendere meno di 14.000 copie ogni due mesi e che al momento non siano siano state commissionate altre storie oltre a quelle che devono essere smaltite nel giro di qualche anno... Anche perchè le iniziative collaterali che avrebbero dovuto rilanciarlo (quella a colori con il protagonista anagraficamente ringiovanito e la ristampa a colori allegata a La Repubblica) sono andate maluccio, vendendo (entrambe) si e no 8000 copie a numero. Chi fornisce questi dati, ovviamente, non è l'editore, ma l'universo delle "gole profonde" molto vicine a lui con cui avrebbero un rapporto privilegiato diversi nomi noti del settore, che di recente si sono rilanciati come blogger e opinionisti. L'ultimo, ma non ultimo, è stato Sauro Pennacchioli dal gruppo facebook Fumettoso, che inevitabilmente ha scatenato una serie di risposte e controrisposte, anche da parte di Alfredo Castelli (che ovviamente ha cercato di ridimensionare il tutto)...

Il problema è che Alfredo Castelli, nella posizione in cui è, sarebbe tenuto a smentire la suddetta voce anche se si basasse su dati oggettivi, visto che se la confermasse rischierebbe di compromettere anche le ultime - esilissime - speranze di una ripresa su cui la casa editrice sta investendo... Quindi diciamo che la sua smentita lascia un po' il tempo che trova. Del come e del perchè, in tempi non sospetti, avevo immaginato che il rilancio di Martin Mystère non promettesse granchè bene ne avevo parlato a suo tempo (CLICCATE QUI), quindi su questo non mi ripeterò, così come avevo già scritto che l'idea di dirottare Alfredo Castelli nel progetto Bonelli Kids sembrasse (anche) un modo per creargli una nuova sponda nel caso il rilancio di Martin Mystère fosse andato male (CLICCATE QUI)... Comunque anche l'idea dei Bonelli Kids sembra prossima ad un prematuro naufragio, tant'è che sul sito Bonelli (CLICCATE QUI) è stato annunciato che NON verranno più pubblicate nuove strisce (mentre qualcosa di nuovo comparirà sporadicamente sulla pagina facebook)... Nonostante la fantasmagorica (sigh!) introduzione di Alfredo Castelli stesso, in versione "kid"...

Nell'attesa di verificare se le gole profonde hanno ragione oppure no, da tutta questa discussione fra sostenitori e detrattori di queste ipotesi emergono delle informazioni che - a quanto pare - nessuno si è sentito di contestare. Ad esempio che la serie a colori di Martin Mystère in versione trentacinquenne (e quella colorata per essere allegata a La Repubblica) non aveva lo scopo di fornire materiale supplementare per un pubblico numeroso che sentiva l'esigenza di nuove pubblicazioni dedicate a Martin Mystère, ma serviva essenzialmente per rilanciare il personaggio ed eventualmente per spremere al massimo il pubblico dei suoi sostenitori.

E Martin Mystère è in buona compagnia, a partire da Diabolik... Che sta usando esattamente la stessa strategia: una serie limitata a colori per ringiovanire il personaggio (DK) e una ristampa a colori che partirà il 15 luglio come allegato a La Repubblica...

Da notare che le solite "gole profonde" sostenevano che dopo il flop della ristampa di Martin Mystère il gruppo L'Espresso avrebbe messo una pietra sopra alle ristampe di albi Bonelli... E il fatto che ora voglia tentare la sorte con Diabolik dimostra fondamentalmente due cose: la prima è che ha ancora fiducia nei fumetti, e forse vuole concedergli un'ultima possibilità,  e la seconda è che probabilmente di fumetti se ne intende molto poco. Diabolik nel giro di pochi anni ha visto dimezzarsi il suo parco lettori, e sicuramente quelli che restano non è di una ristampa a colori di storie risalenti agli anni Sessanta che hanno bisogno... Tantopiù che l'ultima ristampa a colori di Diabolik come allegato (prima alla Gazzetta dello Sport e poi - dalla ristampa del numero 101 - a Panorama) si è conclusa nel 2013...

E di certo in quattro anni non c'è stato un ricambio generazionale tale da giustificare un'iniziativa del genere... A meno che, al contrario, non si speri di utilizzarla come volano per raggiungere un nuovo pubblico potenziale prima che sia troppo tardi... Certo è che, come dicevo prima, sperare di riuscire in questa impresa riproponendo delle storie degli anni Sessanta (per giunta colorate digitalmente, quando erano state concepite per la pubblicazione in bianco e nero) è abbastanza surreale.

Tuttavia credo che la palma per l'iniziativa più surreale per raggranellare un po' di pubblico supplementare, quest'anno, debba comunque andare alla Bonelli... Visto che, nell'evidente tentativo di ottimizzare il pubblico di TEX che magari compra solo una testata e non colleziona tutte le altre, è arrivata a proporre un originalissimo... Mazzo di carte di TEX che viene inserito "a rate" nelle varie pubblicazioni (perlopiù ristampe) dedicate al personaggio...


Probabilmente qualcuno deve avere pensato che, essendo TEX l'unico personaggio che vende ancora davvero bene (mentre la media delle vendite della casa editrice e in costante calo), poteva essere interessante cercare di spremere ulteriormente il suo pubblico che magari non compra TUTTO quello che esce del personaggio... E in particolare la nuovissima (sigh!) serie di ristampe a colori che è partita qualche mese fa. Un modo un po' subdolo per fare iniziare l'ennesima collezione texiana a chi non ne avrebbe alcuna necessità, insomma... Dimenticando che - forse - come nel caso di Diabolik non c'è stato il tempo di creare un ricambio generazionale tale da giustificare la partenza di una nuova serie di ristampe a pochissima distanza dalla conclusione di quella comparsa come allegato a La Repubblica...

E tralasciando il fatto che, per trovare nuovo pubblico, non ha molto senso riproporre, di nuovo, delle storie che risalgono allla fine degli anni Quaranta... Ad ogni modo se persino Topolino ha smesso di proporre i mazzi di carte da gioco  come allegati, orientandosi su gadget molto più tecnologici ed esclusivi (come i walkie-talkie che si vedranno a luglio), un motivo ci sarà...

Il problema è che - nonostante tante belle parole - di rivitalizzare il mercato puntando su un reale rinnovamento di temi e personaggi proprio non se ne parla: la spremitura del pubblico storico (o perlomeno tradizionalista), che si aspetta un certo tipo di approccio, continua ad essere troppo importante. E così largo alle ristampe a getto continuo e alle iniziative "innovative" che non fanno altro che riproporre pregi e difetti del modello originale, che magari era innovativo (e forse neanche troppo) trenta, quaranta o cinquanta anni fa... Il tutto comprensivo - ad esempio - di una rappresentazione antiquata e/o eccessivamente prudente (se non inesistente) della realtà LGBT.

Poi, però, uno si guarda attorno e vede che nell'Italia reale, quest'anno, sono state organizzate 24 parate del Gay Pride (e che le contro manifestazioni, che pure ci sono state, si sono rivelate dei flop), che facebook e gli altri social sono popolati da un numero crescente di persone che vivono la cosa senza porsi particolari problemi e che persino RAI GULP sta mostrando la terza serie di Sailor Moon Crystal senza censure e in fascia protetta...

Se ripenso alle sensazioni che certi fumetti suscitavano in me quando ero nella mia fase formativa, diciamo, e comunque quando questi fumetti erano relativamente in sintonia con l'epoca in cui stavo vivendo, davvero non oso pensare alle sensazioni (o alla totale mancanza delle stesse) che un certo tipo di fumetto suscita nelle nuove e nelle nuovissime generazioni di oggi... Che ormai vivono una realtà - e una dimensione narrativa - ben diversa da quella rappresentata in un certo tipo di produzioni, e sicuramente lontana anni luce da quella riproposta nelle ristampe delle prime storie di Tex o Diabolik... Delle generazioni che, per inciso, sicuramente non pensano che per aggiornare Martin Mystère basti una serie a colori in cui ha "solo" 35 anni, e in cui - ad esempio - le tematiche LGBT compaiono solo di sfuggita e in maniera più che sporadica...

E qualcosa mi dice che, se le cose non cambieranno, fra una ventina d'anni (o forse meno) la situazione attuale sembrerà addirittura idilliaca rispetto a quella che si configurerà...

Sempre che, ovviamente, non si corra ai ripari in fretta e in maniera decisamente diversa...

Alla prossima.

sabato 17 giugno 2017

SPUNTI DA WASHINGTON

Ciao a tutti, come va?

Di solito quando dalle nostre parti si pensa alle grandi manifestazioni fumettistiche americane il pensiero vola alla fiera di San Diego o a quella di New York, ma è bene ricordare che negli USA c'è tutta una galassia di manifestazioni medio/grandi di una certa importanza, e che peraltro sono in costante crescita. Una di queste è la Awesome Con di Washington (CLICCATE QUI), che proprio questo fine settimana è arrivata alla sua quarta edizione.

Perchè parlo proprio qui della fiera di fumetti più importante della capitale degli USA? Perchè secondo me è la prova lampante di come le tematiche LGBT siano considerate importanti nell'ambito delle manifestazioni fumettistiche americane, e di quanto siano considerate un contesto importante per promuovere un certo tipo di fumetto. Anche quando no sono le fiere più conosciute degli USA e anche quando sono ancora relativamente giovani.

E non mi riferisco solo al fatto che diverse case editrici, associazioni e autori LGBT hanno scelto di ritagliarsi uno spazio proprio qui, anche se non è una manifestazione prettamente "di settore" (come la FLAME CON, che si terrà ad agosto a New York)...


Quanto al fatto che il programma degli incontri e delle conferenze offre davvero tanti appuntamenti che mettono al centro il rapporto fra fumetti, immaginario pop e mondo LGBT.
Qualche esempio?

Venerdì

Homophobia in Fandom
6/16/2017 / 4:00 PM – 4:45 PM / 144 BC
A discussion of homophobia in a variety of different television, film, comic, and young adult literature fandoms and how it leads to fandom in-fighting. We will be discussing the Once Upon a Time, Star Wars, and Disney fandoms in addition to other fandoms.
Panelist: Catherine Meushaw, Kathryn Trammell, Valerie Complex, Alexis Sanchez

Ovvero come si manifesta (e come si può contrastare) l'omofobia nel mondo degli appassionati di immaginario POP.


Making LGBT+ Representation Matter in Fiction
6/16/2017 / 5:00 PM – 5:45 PM / 144 BC
In a world where we have LGBT+ characters in fiction, how do we make it matter?  Is it enough for them to be there or do we need to expect more of today’s creators?  Should creators be answerable to the audience, and to what end?  How do we make real, meaningful representation?  Come discuss all of this and more with a panel of writers, artists, and more.
Panelists: Jeremy Whitley, Magdalene Vissagio, Tini Howard, Leah Ly

Ovvero come si può migliorare, se si può migliorare, la rappresentazione delal comunità LGBT nel mondo della fiction?

Stop Queerbaiting, It’s Time to Be Brave
6/16/2017 / 7:00 PM – 7:45 PM / 144 BC
As the LGBTQIA community has gained a louder voice, queer fans have become more and more vocal about the need for queer characters in mainstream stories. Creators have taken notice. Unfortunately, in many cases, many creators are much more willing to treat the possibility of queer characters as a little inside joke with the fans than as a serious possibility. Queerbaiting — coding a character as queer or hinting at a possible queer relationship to capture fans with no intention of actually portraying it as such — is on the rise. And it’s hurting fans.
Queer stories aren’t a joke, and fans deserve better than to be teased with the possibility of seeing their lives represented. This is a direct call to current and future content creators mixed with a workshop to give fans the skills they need to demand better from the creators and companies that control our favorite stories.
Panelists: Mary Stanfield, Nicole Catterlin

Ovvero un dibattito sulla scorrettezza di chi utilizza ammiccamenti gay nelle sue produzioni per conquistare il pubblico, senza poi andare fino in fondo.

Sabato

A History of LGBTQ+ Representation in Comic Books & Television
6/17/2017 / 12:30 PM – 1:15 PM / 144 BC
Want to learn more about the history of LGBT Representation in Nerd Culture? Come to this panel, and we will attempt cover the most iconic LGBT characters to ever occur in anime, comic books, video games and television. After the fact, we will discuss the importance of LGBT+ characters in the media and in pop culture.
Panelists: Jasmine Jackson, Annelise Mejicanos, Eva Brooks, Phylicia Walker 

Ovvero una carrellata dei personaggi che hanno segnato l'evoluzione della rappresentanza LGBT nell'immaginario POP.

Cross-Play 101
6/17/2017 / 7:00 PM – 7:45 PM / 103
Always wanted to cosplay as a gender you’re not? Not sure where to begin, or how to do it? Come learn! We’ve got tips, tricks, and resources to work for budgets of every kind!
Panelist: Justin Sparks, Sora Sirotta, Stephanie Buck

Ovvero un approfondimento sull'arte di entrare nei panni di un personaggio di genere opposto al proprio.

Comics Made Me Gay (Well, No, They Only Just Confirmed It) (18+)
6/17/2017 / 8:30 PM – 9:15 PM / 144 BC
“Comics Made Me Gay(well, no, they only just confirmed it)” shows how and why graphic novels are uniquely suited for representing both the objective and subjective experience of homoeroticism using page samples from classic superhero comics, Tom of Finland homoerotic comics, and contemporary gay and gay erotic illustrators and cartoonists.  This is a presentation for adults only.
Panelist: Aldo Alvarez, Ph.D. aka Dale Lazarov

Ovvero una conferenza su come i fumetti omoerotici, espliciti o sottointesi, aiutano i gay a prendere coscienza di sè.

Domenica 

Queering Cosplay
6/18/2017 / 1:30 PM – 2:15 PM / 144 BC
Six queer cosplayers assemble to discuss their experiences navigating the cosplay community.  They will share personal stories about how they discovered and continue to explore parts of their identity through cosplay, and about how they learned to overcome challenges, such as homophobia and hate-mail.  They will talk about the difficulty of finding characters to fit their identities, and how sometimes they choose instead to “queer” the characters to match, creating their own representation when their favorite source material fails to, and expanding the visibility of the queer communities within their fandoms in the process.  The panelists are a mix of professional and amateur cosplayers, representing a wide range of sexual orientations and gender identities, and will be happy to answer your questions at the end of the panel.
Panelists: Roaring Girl Cosplay, Sgt-Bucky-Bear, Maki Roll, Buster Britches, Captain James, Carlita Caliente

Ovvero la testimonianza di alcuni cosplayer che hanno fatto una scelta "queer" nella vita e nella rappresentazione dei personaggi che interpretano.

Premesso che in questa manifestazione ci sono in programma davvero tantissime conferenze interessanti, che toccano argomenti estremamente variegati (con una certa predilezione per la fantascienza, visto che a Washington c'è la sede della NASA), ci tenevo a precisare che - per trattare al meglio gli argomenti di cui sopra - alcune conferenze sono vietate ai minori di 13 anni e alcune (come quella sull'omoerotismo) sono vietate anche ai minori di 18...

Comunque penso che in questo programma ci sia qualcosa di meraviglioso. Oltre che di abbastanza fantascientifico per gli standard delle manifestazioni fumettistiche italiane, che al confronto sembrano davvero progettate e concepite da dei cavernicoli....

E comunque, come dicevo in passato, probabilmente da noi le cose non sono destinate a cambiare finchè le suddette manifestazioni saranno gestite da municipalizzate, persone con interessi politici, appassionati in età pensionabile, persone che solo occasionalmente si occupano di queste cose e da una quantità di personalità più o meno di spicco che non sanno guardare più in là del loro naso... O che magari hanno troppa paura di farlo.

Comunque, per la cronaca, la Awesome Con - come spesso accade per questo tipo di manifestazioni negli USA - è organizzata e gestita da un'associazione appositamente creata e attualmente composta e coordinata da nove persone (che potete vedere CLICCANDO QUI). Quattro sono donne e hanno tutti un curriculum che mette in luce che NON sono appassionati dell'ultima ora interessati solo a fare soldi sulla pelle dei visitatori. E penso che questo sia molto indicativo.

Anche se, con queste premesse, mi viene il dubbio che una manifestazione del genere in Italia non si vedrà ancora per chissà quanto tempo... Anche se spero sempre che qualcuno possa cogliere certi spunti anche dalle nostre parti.

In ogni caso devo ammettere che, al pensiero che altrove certe manifestazioni sono una realtà, provo ancora una punta di irritazione... Anche se di questa situazione ormai parlo da anni e dovrei essermi abituato.

E invece no.

Alla prossima.

venerdì 16 giugno 2017

SOLO IPOTESI?

Ciao a tutti, come va?

Neanche tanto tempo fa ipotizzavo che dalle parti della MARVEL fosse in corso un cambio di rotta riguardo alla rappresentazione delle minoranze (e dei temi progressisti in generale), anche per via di alcune sollecitazioni - più o meno velate - da parte dei piani alti... Il tutto a seguito dell'insediamento di Donald Trump, per cui l'attuale dirigenza della MARVEL non ha mai nascosto le sue simpatie, nemmeno in campagna elettorale (CLICCATE QUI)...

A distanza di qualche mese, in effetti, sembrerebbe che gli indizi a sostegno di questa teoria stiano aumentando. Ad aprile era stato annunciato che presto molti titoli che puntavano molto su personaggi appartenenti a minoranze e/o che si facevano portavoce di valori di un certo tipo sarebbero stati riveduti e corretti... O magari cancellati... Perchè non vendevano abbastanza e/o perchè non andavano più di moda (e sarebbe interessante, a questo punto, chiarire se il concetto di "moda" si riferiva all'aria che tirava alla Casa Bianca). Fatto sta che, a seguito del putiferio generato da queste dichiarazioni, i vertici hanno ritratatto sostenendo che è stato tutto un malinteso.

Malinteso o no sono state annunciate chiusure e/o possibili chiusure a raffica, a partire dalle testate che ad aprile non raggiungevano le 20.000 copie prenotate al mese.

Quindi nell'elenco rientravano:

CA: Sam Wilson - #21 - 18,650
Gwenpool - #14 - 17,972
Captain Marvel - #4 - 17,893
US Avengers - #5 - 17,880
Ultimates 2 - #6 -17,350
Dr. Strange & Sorcerers Supreme - #7 - 16,887
Man-Thing - #3 - 16,199 [Mini]
Hawkeye - #5 - 16,031
Totally Awesome Hulk - #18 - 16,009
Spider-Man 2099 - #22 - 15,273
Elektra - #3 - 15,113* 
Silver Surfer - #10 - 15,041
World Of Wakanda - #6 - 14,547*
Nova - #5 - 14,525*
Silk - #19 - 13,524*
Thunderbolts - #12 - 13,780*
Kingpin - #3 - 13,765*
Rocket Raccoon #5 - 13,373*
Power Man & Iron Fist #15 - 13,055*
Bullseye - #3 - 12,912 [Mini]
Star lord - #6 - 12,278*
Squirrel Girl - #19 - 11,074
Occupy Avengers - #6 - 10,296
Unstoppable Wasp - #4 - 9,780
Great Lakes Avengers - #7 - 8,370
Moon Girl and Devil Dino - #18 - 7,966
Patsy Walker AKA Hellcat - #17 - 6,943*
Mosaic - #7 - 5,876*

Se siete appassionati di fumetti MARVEL avrete notato che in questo elenco ci sono nove serie con protagoniste di sesso femminile e quasi tutte hanno protagonisti appartenenti a minoranze etniche. Quindi la teoria esposta dalla MARVEL potrebbe avere un suo senso... Se non che, a ben guardare, di questo elenco fanno parte anche la nuova serie del Dr.Strange e quelle dedicate a due Guardiani della Galassia: Rocket Raccoon e Star Lord... Che a quanto pare non hanno beneficiato nemmeno dei film campioni di incassi usciti di recente. Perciò collegare l'insuccesso di una testata al peso che riserva alle minoranze e/o alle tematiche progressiste risulta un pochino azzardato... Tantopiù che l'attuale testata dedicata alla nuova Ms.Marvel (una ragazza musulmana) ad aprile si manteneva sulle 20,881 copie, e quindi era momentaneamente fuori pericolo.

In ogni caso da questo elenco sono escluse le vendite dei paperback che raccolgono i cicli di storie (o story arc, come si dice oggi) e che si appoggiano anche al circuito delle librerie (comprese quelle online come Amazon), raggiungendo un pubblico che, molto semplicemente, non segue le serie mensili perchè aspetta l'uscita delle raccolte qualche mese dopo... Il che, effettivamente, sarebbe un punto interessante da considerare, visto che le suddette testate miravano proprio a coinvolgere un pubblico nuovo che abitualmente non frequentava le fumetterie, e che quindi andrebbe valutato anche e soprattutto tramite le vendite effettuate al di fuori di questo circuito.

Oltretutto, se l'obbiettivo è quello di raggiungere un pubblico nuovo, bisogna mettere in conto che i risultati arriveranno nel lungo periodo, anche solo perchè il suddetto pubblico - che magari non compra fumetti abitualmente - potrebbe necessitare di molta pazienza e costanza per essere conquistato davvero... E infatti tutte le serie che stanno chiudendo erano state progettate come serie a tempo indeterminato e non come miniserie, e questo penso sia abbastanza indicativo del fatto che l'intenzione iniziale era quella di lanciare un progetto che desse frutti nel lungo periodo.

Poi, però, qualcosa deve essere cambiato a monte... Visto che, ad esempio, World of Wakanda e Black Panther & The Crew chiudono col numero 6, e la loro chiusura è stata annunciata proprio a cavallo del lancio del trailer del film di Black Panther che si vedrà l'anno prossimo.

Situazione tutto sommato curiosa e anche un po' ambigua.

Così come è curioso che, di punto in bianco, si sia deciso di chiudere anche la serie di Kingpin (col numero 5 in uscita questo mese): guarda caso una serie che - pur vendendo di più di altre che al momento non sono ancora state chiuse - ha come protagonista un noto criminale che per ottenere ciò che vuole non usa i superpoteri, ma i suoi soldi, che utilizza per corrompere la parte più marcia del sistema America e ottenere sempre più potere...

Non so perchè, ma in questa particolare fase della storia americana la chiusura repentina della serie di Kingpin ha un retrogusto un po' particolare, se capite cosa intendo...

C'è poi un altro fatto, abbastanza curioso, che si è verificato in queste settimane. L'editor delle testate mutanti della MARVEL, Daniel Ketchum (foto sotto), è appena stato rimosso dal suo incarico.

Ora: Daniel Ketchum lavorava alla MARVEL dal 2006, conosce il mondo mutante come pochi e ha dovuto gestire al meglio il mondo degli X-Men in una fase molto delicata (visto che, poichè i diritti cinematografici dei mutanti MARVEL sono ancora nelle mani della FOX, le serie a fumetti relative dovevano mantenere un basso profilo), e davvero non si capisce perchè la dirigenza abbia preso questa decisione... Anche perchè nessuno ha fatto delle dichiarazioni al riguardo...

Però, se si guarda la situazione nel suo insieme, non è da escludere che questa decisione sia una conseguenza del cambio di rotta di cui sopra.

Infatti Daniel Ketchum è gay dichiarato, ed è lui che ha progettato il coming out di Iceman/Uomo Ghiaccio (sia nella versione adulta che in quella adolescente, attualmente dislocata temporalmente al fianco di quella adulta), e presumibilmente è anche la persona che ha caldeggiato l'uscita della serie regolare di Iceman dopo il suo coming out, e che ha debuttato proprio questo mese...

Ora: se due più due fa sempre quattro, è davvero così improbabile che, dopo l'elezione di Donald Trump, qualcuno gli abbia chiesto di mettere un freno alla deriva gay friendly nelle testate mutanti da lui supervisionate? Ed è davvero impossibile che lui, per principio, abbia continuato a rifiutarsi finendo poi per entrare in conflitto con la dirigenza, che ha deciso di allontanarlo?

Ovviamente questa è solo una teoria, ma in un post precedente (CLICCATE QUI) avevo riportato un episodio segnalato da Bledingcool, secondo cui cui l'attuale capo della MARVEL, Isaac Perlmutter, anni fa avrebbe preso da parte il direttore editoriale Bob Harras dicendogli che piuttosto che avere un figlio gay sarebbe preferibile avere un figlio morto (e possibilmente ammazzato da suo padre)... Poco dopo Bob Harras scappò dalla MARVEL, e a mio modesto parere ha fatto molto bene.

C'è poi un altro fatto molto interessante da considerare: come riportato anche da FUMETTOLOGICA lo scorso gennaio (CLICCATE QUI), Isaac Perlmutter è vicino a Donald Trump non solo a livello simbolico... Tant'è che da tempo mira a diventare parte del suo staff, e a gennaio il New York Post parlava della possibilità che diventasse consulente per quel che riguarda le tematiche sanitarie (!), in particolare relative ai veterani di guerra (e questo spiega, almeno in parte, perchè a suo tempo donò un milione di dollari per la sua campagna elettorale)... Sia come sia in quel periodo i due sono stati anche paparazzati assieme, mentre discutevano in occasione di un incontro molto riservato...

Avranno forse parlato dell'eventuale linea che avrebbe dovuto tenere la MARVEL se fosse stato eletto? Chissà... Fatto sta che, da quando Donald Trump è stato eletto, alla MARVEL l'aria ha iniziato effettivamente a cambiare...

Che incredibile coincidenza, vero?

A questo punto, per verificare se tutto quello che sta avvenendo è frutto del caso o se c'è una strategia più complessa dietro, non resta da fare altro che verificare l'evolversi della situazione.

Sicuramente non bisogna fermarsi alle apparenze, però qualcosa mi dice che qui non si tratta solo di quello...

Alla prossima.

mercoledì 14 giugno 2017

FUMETTI DA PRIDE

Ciao a tutti, come va?

Giugno è il mese del Gay Pride e ormai dovrebbero saperlo anche i sassi. In qualche nazione il mondo del fumetto omaggia in maniera abbastanza esplicita questa ricorrenza, ma in Italia questo ancora non avviene... Però, per come vanno le cose nel nostro paese, non mi stupirebbe se un domani si venisse a scoprire che certe coincidenze che si stanno verificando questo mese non sono poi solo coincidenze, quanto piuttosto il frutto di un'elaborata strategia per risultare un po' più gay friendly senza correre troppi rischi e senza fare la figura di quelli troppo di parte...

A cosa mi riferisco? Innanzitutto al fatto che l'ospite speciale di Topolino di questa settimana (il numero 3212) è Tiziano Ferro, a cui vengono dedicate la copertina, un'intervista esclusiva e alcune tavole a fumetti in cui si esibisce in tour per Zio Paperone.

Ora: a quanto mi risulta è la prima, primissma, volta che Topolino dedica tanto spazio (e la copertina) alla versione paperizzata di un personaggio pubblico gay dichiarato... Che tra l'altro di anno in anno si fa sempre più disinvolto in fatto di affermazioni pro gay (anche perchè è da un bel po' che vive fuori dall'Italia e probabilmente ha una visione sempre più globale della situazione). E il fatto che questo sia avvenuto DOPO che in Italia è passata la legge sulle Unioni Civili, e per giunta in un numero di Topolino che esce proprio a cavallo delle parate del Gay Pride che stanno animando la nostra penisola, forse non è proprio un caso. Se, e come, questo segnale di apertura aprirà le porte a qualcosa di più in futuro solo il tempo potrà dircelo.

Il numero di Topolino in questione, ovviamente, non sfiora nemmeno alla lontana il discorso gay, ma il fatto che sia implicito - persino per i bambini - che il personaggio in questione è omosessuale è già un passo avanti... Anche se magari sarebbe stato meglio se per l'occasione si fossero scritte delle tavole con delle battute un po' meno alla Cucciolone, se capite cosa intendo...

E comunque, come riporta anche il Corriere (CLICCATE QUI), pare che in questa occasione Paperino si dimostri contrariato dal fatto che il cantante gli abbia "preferito" il cugino Gastone... Anche se qualcosa mi dice che l'occhio di riguardo vero ce l'avrebbe avuto per Gambadilegno, e chi ha orecchie per intendere intenda...

Scherzi a parte, se questo è un segnale di apertura direi che è assolutamente benvenuto, anche perchè molto presto Topolino potrebbe ritrovarsi obbligato ad aprirsi alle novità: la nuova serie di Ducktales ormai è alle porte, e non appena inizierà a diventare davvero popolare potrebbe davvero rappresentare un problema per il rapporto fra lo stile Disney italiano e le nuovissime generazioni... Che potrebbero iniziare a considerarlo giusto una brutta copia di quello originale... Con il nuovo Archimede versione nerd e Gastone in versione sciupafemmine, con tanto umorismo al vetriolo (e non da Cucciolone) e tutto il resto...


Ad ogni modo, nell'attesa di vedere se questa serie avrà delle ripercussioni su Topolino, godiamoci la tappa storica rappresentata da Tiziano Ferro in copertina per il mese del Gay Pride... E il fatto che, nonostante si tratti di un personaggio omosessuale, non viene assolutamente messo da parte dai personaggi Disney con cui interagisce, e scrive anche canzoni assieme a Qui, Quo e Qua...

E, nel suo piccolo, anche questa è una conquista che lancia persino un messaggio importante dal punto di vista pedagogico.

Tuttavia, scartabellando in edicola in questi giorni, bisogna prendere atto che Topoilino non è l'unica pubblicazione di rilevanza storica dal punto di vista LGBT: infatti, come previsto, la Cosmo Editoriale ha distribuito il primo numero di NINE STONES (e a breve dovrebbe arrivare il secondo)... Quindi entro giugno dovrebbe essere completata la pubblicazione in eidcola della prima miniserie italiana con protagonisti omosessuali, per giunta molto giovani e immersi in un'atmosfera con richiami ai manga BOYS LOVE...

Dati di vendita ancora non ce ne sono, ma pare proprio che l'accoglienza sia stata al di sopra delle aspettative (anche grazie al fatto che in parte era stato pre-pubblicato su facebook, se non altro prima che quelcuno segnalasse la pagina per i suoi contenuti, facendola chiudere). E così, anche in questo caso, nel mese del Gay Pride si è fatta la storia del fumetto a tematica LGBT italiano.

Ovviamente la speranza che NINE STONES sia solo il primo segnale di una maggiore apertura da parte degli editori italiani verso il ventaglio delle tematiche LGBT, anche in edicola... E magari non solo in edicola.

Infatti, siccome non c'è due senza tre, volevo segnalarvi che in fumetteria e nelle librerie di varia ha iniziato ad essere distribuito UN ANNO SENZA DI TE, la graphic novel a tema gay scritta da Luca Vanzella e illustrata da Giopota (li vedete qui sotto) per la Bao Publishing...

Un bel racconto su come si può gestire la fine di un amore, anche se gli amori veri non finiscono mai del tutto, che pare stia piacendo proprio a tutti (e dopotutto le vere storie d'amore non hanno un orientamento).
Anche in questo caso il libro ha iniziato ad essere distribuito a fine maggio, giusto in tempo per il mese del Gay Pride... Quindi anche in questo caso si è trattato di una coincidenza? Di un sincronismo jungiano? Di una ruota karmica che ha iniziato a girare?

Ovviamente non posso saperlo, ma mi piace pensare che - perlomeno a livello inconscio - alcuni editori italiani di fumetti abbiano iniziato a prendere coscienza delle cose che stanno cambiando e del fatto che ci sono nuove ricorrenze da prendere in considerazione... Nonchè del fatto che forse non è poi così sbagliato lasciare che gli autori siano liberi di toccare questi argomenti in maniera più libera e senza dover rendere conto delle loro scelte alle platee tendenzialmente omofobe.

Il che, forse, diventa particolarmente evidente nel caso di Luca Vanzella, che ha anche scritto per Dylan Dog: una serie in cui ancora si fa una fatica tremenda a trattare questi argomenti in maniera moderna, disinvolta e senza connotazioni negative. Tant'è che ancora sul numero 368, quello dello scorso aprile, si intuisce che tutta la vicenda prende il via da un omosessuale che, guarda caso, era anche un ufficiale tedesco delle SS con la fissa per le lezioni di danza e uccideva chi non eseguiva correttamente le sue coreografie  (e il fatto che quei passi di danza avessero finalità esoteriche non cambia granchè)...

In compenso c'è da dire che, giusto per stare in tema di fumetti Bonelli, questo mese si è conclusa anche l'ultima serie interamente realizzata da Luca Enoch, e cioè quella Lilith che - molto simbolicamente - nove anni fa aveva raccolto il testimone passatole da Gea... Comprensivo delle aspettative di chi, fino a quel momento, considerava Luca Enoch alla stregua di un vate della causa gay. Ecco: diciamo che con questa serie, al netto dei giudizi sull'opera in quanto tale, probabilmente ha confermato che chi aveva questo genere di aspettative ed era convinto che avrebbe davvero rivoluzionato la casa editrice si sbagliava (soprattutto in considerazione del suo apporto a Dragonero)...

Tuttavia, siccome bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare, è doveroso evidenziare che in questo albo finale Luca Enoch ha colto l'occasione per lanciare diversi messaggi gay friendly... Anche perchè, da qualche numero a questa parte, uno dei personaggi secondari più importanti è un giovane samurai cristiano che ha scoperto l'amore fra le braccia di un bellissimo ballerino/attore di teatro specializzato in ruoli femminili. Ecco: senza rovinarvi troppo la sorpresa posso dirvi che la loro storia si rivela una cosa seria, che il giovane samurai pur essendo cristiano prende le distanze dalla condanna dell'omosessualità da parte della Bibbia e che il suo amato rischia la vita per salvarlo... E la cosa davvero incredibile, per gli standard bonelliani, è che alla fine nessuno dei due fa una brutta fine e/o si rivela un personaggio negativo... Anzi: il giovane samurai è ESSENZIALE per portare a compimento il destino di Lilith e per dare senso a una serie semestrale durata nove anni.

Quindi, in maniera più o meno consapevole, anche Luca Enoch ha dato il suo contributo al mese del Gay Pride.

A questo punto, per capire se siamo alle prese solo con una serie di strane coincidenze o se qualcosa sta iniziando davvero a cambiare, bisognerà verificare cosa accadrà da questo momento in poi...

Tuttavia se, come diceva qualcuno, due coincidenze fanno un indizio e tre sono una prova, a questo punto si potrebbe iniziare a valutare l'ipotesi di essere un po' più ottimisti...

Quel che è certo è che questo blog monitorerà la situazione.

Alla prossima.