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giovedì 30 marzo 2017

BLUE POWER

Ciao a tutti, come va?

Oggi devo proprio tornare a parlarvi del film del Power Rangers, anche perchè la sua vicinanza con il film de La Bella e la Bestia, e il fatto che anche in questo caso si tratta di un film per ragazzi con risvolti omosessuali, ha fatto in modo che il dibattito attorno alla questione si mantenesse molto vivo.

Anche solo perchè, se La Bella e la Bestia in Russia ha finito per essere vietato ai minori di 16 anni, il film dei Power Rangers (che tratta l'argomento omosessualità in maniera più esplicita) ha finito per essere vietato a tutti minori di 18 anni!

Tuttavia, considerando che il film in Russia verrà proiettato direi che si tratta comunque di una piccola vittoria, anche perchè - a quanto pare - sulla questione della rappresentazione dell'omosessualità le grandi case cinematografiche di Hollywood sembrano sempre più decise a non cedere di fronte all'arretratezza di una parte del mercato estero... E così, come era prevedibile, dopo la prova di forza della Disney in Malesia, e dopo che La Bella e la Bestia ha portato il Ministro del Turismo locale a schierarsi apertamente contro la censura delle tematiche gay, anche il film dei Power Rangers dovrebbe arrivare senza particolari problemi.

Si tratta di tanti piccoli passi avanti che sicuramente porteranno a dei risvolti molto interessanti nel prossimo futuro.

Tuttavia il film dei Power Rangers rappresenta un traguardo molto importante soprattutto negli USA e nel mondo occidentale in generale.

A sostenerlo è l'attore David Yost, che dal 1993 al 1996 ha interpretato Billy Cranston/Blue Ranger nelle prime storiche serie televisive dei Power Rangers prodotte dalla Saban (e nel primo film per il grande schermo, quello del 1995), e che ha deciso di fare coming out nel 2010.

E lo sostiene perchè, in un recente articolo del The Hollywood Reporter (lo trovate QUI) in cui gli veniva chiesto cosa ne pensava del nuovo film, ha raccontato per la prima volta come è stato il suo personale inferno proprio negli anni della sua massima popolarita nella serie TV che lo ha reso famigliare ai telespettatori di tutto il mondo... Quando di certe cose nel mondo spettacolo non si poteva nemmeno parlare, in un'epoca in cui - per essere chiari - doveva reprimersi per non rischiare di compromettere la propria carriera lavorativa, mentre i colleghi, la società e la famiglia continuavano a metterlo sotto pressione per chiedergli conto del fatto che non aveva un ragazza... E mentre iniziavano inevitabilmente a girare voci su di lui...

Comunque ha raccontato che, mentre interpretava il Blue Ranger (e quindi dai 24 ai 27 anni), non ha mai osato incontrare o frequentare altri ragazzi e si reprimeva talmente tanto che in almeno tre occasioni ha meditato di suicidarsi. Oltretutto, negli ultimi mesi in cui lavorava nella serie, era talmente a disagio con il suo orientamento che aveva iniziato ad avvicinarsi al mondo delle terapie riparative: un mondo in cui - dopo aver lasciato la serie dei Power Rangers - ha finito per essere invischiato fino al collo... Al punto di finire all'ospedale per un brutto esaurimento nervoso, e solo a quel punto ha capito che accettarsi era ormai diventata una questione di vita o di morte.

Nell'intervista, molto in sintesi, sostiene che se avesse avuto modo di avere degli esempi e dei riferimenti diversi (come quelli che iniziano ad avere i giovani omosessuali di oggi) probabilmente il suo percorso personale sarebbe stato diverso, e quindi si dice felicissimo del fatto che nel reboot cinematografico della serie che lo ha lanciato ci sarà modo di affrontare la questione gay e di offrire un esempio positivo attraverso la nuova yellow ranger...
Come dargli torto?

Sicuramente i tempi sono cambiati, ma considerando che la strada da fare è ancora tanta ben vengano le aperture anche nelle produzioni cinematografiche per ragazzi.

Piccola nota a margine: probabilmente il caso della censura in Russia e del dibattito che c'è stato in Malesia possono sembrare fuori dal mondo... Tuttavia non ho potuto fare a meno di pensare che il clima dei suddetti paesi non è poi così diverso da quello che - purtroppo - si respira in alcuni ambiti dell'entertainment italiano, quelli in cui la rappresentazione esplicita e positiva dei personaggi omosessuali è ancora considerata una questione problematica... Soprattutto in tutte quelle produzioni che si rivolgono prevalentemente ai minori.

Forse anche questo potrebbe offrire qualche spunto di riflessione interessante.

Alla prossima.

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martedì 28 marzo 2017

TUTTO E NIENTE

Ciao a tutti, come va?

Capita ancora, anche se sempre più raramente, che mi venga rinfacciato il fatto che il mio blog tende a prendere di mira in particolare la casa editrice Bonelli. Come ho già detto in passato si tratta solo di una questione di numeri: più sono le pubblicazioni di una casa editrice e maggiore e il materiale che posso potenzialmente analizzare. La Bonelli pubblica ancora tante cose e quindi tutto il resto vien da sé.

Tuttavia è anche vero che qualche spunto di riflessione dalle (poche) altre case editrici che pubblicano fumetti italiani nelle edicole può ancora arrivare, ed effettivamente ci sono dei momenti in cui - per una serie di strane coincidenze - i suddetti spunti diventano stranamente numerosi. Momenti tipo quello attuale.

Da che parte posso cominciare??? Forse dal fatto che, per farla breve, in questo momento le ristampe sono considerate un bene rifugio non solo dalla casa editrice Bonelli, ma anche da molti editori che ormai vanno avanti con un catalogo composto soprattutto da riproposte. La 1000voltemeglio (ex Max Bunker Press), ad esempio, questo mese propone (come ormai da prassi) una serie inedita e tre di ristampe (e tutte relative allo stesso personaggio, e cioè Alan Ford)...

L'Astorina propone una serie inedita e due di ristampe (tutte relative a Diabolik) e - ma è un caso - il primo numero della nuova miniserie dedicata a DK (la versione alternativa di Diabolik). Edizioni If, come è noto, è una casa editrice nata solo per proporre le ristampe di varie gloriose serie degli anni che furono... E infatti ha appena annunciato che a partire da giugno inizierà a riproporre Kinova, un western a tinte forti (per la sua epoca, se non altro) pubblicato originariamente dal 1950 al 1961... Cosa che sicuramente farà felici i nostalgici, e magari tutti quelli che hanno conosciuto il personaggio attraverso le già numerose ristampe precedenti (che si sono protratte fino al 1990)... Certo è che, oggi come oggi, un personaggio del genere molto difficilmente attirerà il pubblico under quaranta, e altrettanto difficilmente contribuirà a rianimare davvero il mercato dei fumetti in edicola...

Anche perchè, obbiettivamente, un western italiano anni Cinquanta (con tutto il suo carico di superficialità e facilonerie) incentrato su uno spietato giustiziere che se ne va in giro per il vecchio West indossando una maschera vagamente diabolica può intrigare giusto qualche appassionato di (molto) lungo corso...

Però è anche vero che, trattandosi di una ristampa, quello è il personaggio e quindi non si può certo dare la colpa alle Edizioni If se non si tratterà di una serie al passo coi tempi.

Diverso è il discorso, ad esempio, per quel che riguarda il DK della Astorina che avevo citato prima, e che adesso è partito con la seconda miniserie (dopo quella, non proprio memorabile, che si è vista l'anno scorso). Anche stavolta, in realtà, a parte un lieve rimescolamento delle carte e della psicologia dei personaggi, non si segnalano grandi novità... Anche se l'editore si ostina a presentarlo come una specie di piccola rivoluzione. Tuttavia, a parte l'uso del colore e il diverso formato delle tavole, a livello narrativo di rivoluzionario continua ad esserci ben poco. Intendiamoci: rispetto al pressochè totale piattume raggiunto dalla serie classica (che non a caso perde vagonate di lettori ogni anno) effettivamente è una boccata d'aria fresca... Tuttavia non credo che abbia molto senso prendere come metro di paragone una serie, dedicata peraltro allo stesso personaggio, che ormai rantola da anni... Anche perchè si presume che DK nasca anche  nella speranza di intercettare del pubblico nuovo, prima che sia troppo tardi...

In realtà il taglio di DK ha ben poco di innovativo, ed è facile pensare che - più che sui gusti del pubblico occasionale - la serie sia tarata sulle aspettative della fascia più "progressista" del pubblico che già conosce e segue il personaggio... Altrimenti non si spiegherebbe la pressochè totale assenza di una quantità di elementi che renderebbero davvero più intrigante il personaggio di Diabolik per un pubblico più vasto e mediamente più esigente di quello che abitualmente lo segue nella sua serie mensile e nelle ristampe. E infatti la sensazione è che questo progetto nasca già "vecchio". Probabilmente l'unico modo per rilanciare davvero il personaggio sarebbe quello di renderlo trasgressivo e spregiudicato anche per gli standard del 2017, perlomeno nella stessa misura in cui risultava trasgressivo e spregiudicato per gli standard del 1962, quando cioè venne ideato (e in effetti creò un certo scompiglio)...

Però, allo stato attuale, sembra proprio che non sia questa l'intenzione, e a pensarci bene tutta questa situazione è un po' paradossale.

D'altra parte se l'unico altro fumetto "nero" presente attualmente nelle edicole, e cioè IL MORTO delle edizioni Menhhir, riesce spesso ad avere un approccio persino più soft, ingenuo e puritano di Diabolik (con alcune punte di trash davvero notevoli), vorrà pur dire qualcosa...

Ad ogni modo in questo post non posso mancare di citare la Mondadori Comics, che dopo il riassetto aziendale che l'aveva momentaneamente poortata a sospendere alcune delle serie cartonate che stava proponendo in edicola (per poi riprenderle diminuendo la fogliazione e mantenendo invariato il presso), sembra essere tornata a pubblicare regolarmente buona parte delle sue collane... Aggiungendone anche una nuova (Oscar Ink). A tutt'ora, comunque, dopo aver abortito del tutto il progetto del rilancio di Kriminal, a livello di fumetto italiano sta continuando a riproporre collane di ristampe... Ristampe su ristampe... E dopo aver provveduto a ristampare le Sturmtruppen ora è alle prese con la ristampa integrale di Lupo Alberto...

Non che ci sia niente di male a ristampare Lupo Alberto, però penso sia evidente che tutto questo clima retrò che aleggia nelle edicole non è esattamente il modo migliore per cercare di risollevare una situazione che molti iniziano a giudicare un po' preoccupante... Anche perchè i nostalgici, i collezionisti e gli appassionati all'ultimo stadio, da soli, non possono certo alimentare il mercato all'infinito.

Comunque, per completezza, segnalo anche l'ultimo editore che si è cimentato nel mercato delle edicole (e degli aereoporti!), l'Erredì Grafiche Editoriali che propone il bimestrale THE PROFESSOR... Una sorta di Dylan Dog vittoriano che, tanto per cambiare, ha un impianto molto classico e non risulta particolarmente originale (a parte, forse, per il fatto che gli sceneggiatori cercano di dargli un tono infarcendolo di citazioni colte relative all'ambito magico ed esoterico, che però finiscono più che altro per appesantirne la lettura...).

In tutto questo desolante panorama, forse, l'unico raggio di sole è rappresentato dalle pubblicazioni che la casa editrice Shockdom ha iniziato a proporre anche nel mercato delle edicole. Tutte idee abbastanza fresche e "giovani", che probabilmente restano le uniche che al momento tengono davvero in considerazione i gusti del pubblico reale, e in particolare di quello potenziale che non ha ancora superato i  quarant'anni di età...

Peccato, però, che al momento resti veramente l'eccezione che conferma la regola... E la cosa davvero ironica, se vogliamo, è che chi ha le idee più originali e potenzialmente coinvolgenti adesso si ritrova a cercare di realizzarle attraverso operazioni di crowdfunding che molto difficilmente possono coinvolgere un pubblico davvero vasto. Proprio in questi giorni, ad esempio, si concluderà quella proposta dalla piccola etichetta Attaccapanni Press per pubblicare MELAGRANA... Un'antologia di 250 pagine incentrata sul tema dell'erotismo nel senso più trasversale (e moderno) del termine... Nel senso che le diciassette storie previste cercheranno di dare spazio un po' a tutte le molteplici sfumature della questione, dall'omosessualità al poliamore per intenderci...



Se il progetto vi interessa e volete finanziarlo potete CLICCARE QUI.

In ogni caso penso che sia abbastanza indicativo il fatto che, per trovare dei fumetti italiani che toccano in modo diretto certi argomenti, non abbia più alcun senso andare a cercarli in edicola... E che, invece dei grandi editori (quelli che potrebbero avere tutti i mezzi e le risorse per rianimare la scena fumettistica con proposte come questa), siano piuttosto delle piccolissime realtà come Attaccapanni Press a portare avanti la battaglia per mantenere davvero vivo il fumetto italiano, e per offrire spazi in cui gli autori possono confrontarsi con temi e situazioni che non siano necessariamente in linea con i fumetti e il pubblico di una quarantina di anni fa...

Ma se i temi e gli stili dell'antologia MELAGRANA potessero trovare spazio in edicola siamo davvero sicuri che farebbero flop? Non so perchè, ma qualcosa mi dice che ci sarebbero delle sorprese.

Peccato solo che, per come siamo messi ora, rischiamo di non poterlo scoprire mai.

Alla prossima.

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sabato 25 marzo 2017

DONNE MODERNE...

Ciao a tutti, come va?

Forse avrete notato che spesso questo blog punta l'attenzione sulle novità a tema LGBT che si susseguono a ritmo abbastanza serrato nel mondo del fumetto USA, e che anche questo mese ho accennato brevemente al fatto sono arrivate delle nuove serie con protagonisti omosessuali.

Comunque, se seguite questo blog da un po' di tempo, avrete notato anche che non trascura nemmeno di approfondire il discorso attorno agli autori di questi fumetti, anche perchè - come si dice - la mela non cade mai troppo lontana dall'albero... E non bisognerebbe mai smettere di ricordarlo, soprattutto considerando che in Italia viviamo da decenni in una situazione anomala per gli sceneggiatori di fumetti si improvvisano tuttologi e si ritrovano spesso alle prese con personaggi, situazioni e tematiche di cui non sanno assolutamente nulla... Cercando spesso di rapportarsi con un pubblico di cui loro per primi NON fanno parte, con dei risultati molto imbarazzanti...

Così, giusto per far capire meglio cosa intendo, oggi volevo puntare l'attenzione sulla sceneggiatrice della nuova serie che la MARVEL ha voluto dedicare ad America Chavez, che er chi non lo sapesse è una ragazza latina e lesbica proveniente da un'altra dimensione...
Evidentemente alla MARVEL non hanno voluto fare le cose a caso, e così per sceneggiare la suddetta serie hanno scelto Gabby Rivera... Che oltre ad avere molte cose in comune con il personaggio di cui deve raccontare le avventure, ha anche una conoscenza molto diretta del mondo dei giovani LGBT, visto che da anni ricopre dei ruoli importanti presso varie associazioni (come GLSEN e DreamYard Project) che si occupano di formazione degli insegnanti e degli studenti delle scuole primarie e secondarie di New York ... Ovviamente per quel che riguarda le tematiche LGBT e la lotta alle discriminazioni. Per capire un po' meglio il personaggio qui sotto potete vedere una simpatica intervista che le è stata fatta a proposito del lancio della prima supereroina lesbica e latina a cui la MARVEL ha dedicato una serie personale... Comprensiva di commenti sulle prime reazioni del pubblico...
  Secondo me è molto interessante notare anche il fatto che Gabby Rivera, al di là di tutto, si è fatta notare per le sue capacità di scrittrice grazie al fatto che negli USA c'è ancora un'attivissima scena letteraria (e più in generale creativa) per le persone LGBT che si occupano di tematiche LGBT e vogliono rivolgersi principalmente alla loro comunità. Alcuni dei suoi romanzi e dei suoi racconti (pubblicati anche su antologie periodiche a tema), ad esempio, hanno anche vinto dei premi prestigiosi (anche perchè, che ci crediate o no, negli USA la comunità LGBT ha i suoi premi letterati come i Lambda Awards), permettendole di farsi notare anche al di fuori della sua nicchia di pubblico...

E anche in questo caso, ritornando a parlare dell'Italia, è molto difficile capire se è nato prima l'uovo o la gallina. Da noi gli sceneggiatori LGBT che vogliono toccare temi LGBT nei fumetti non hanno modo di farsi largo perchè non hanno spazi per farsi notare o gli spazi non si sono mai creati perchè sono sempre stati loro a scegliere un basso profilo, evitando di proporre certi argomenti?  Certo è che, anche ammesso che un domani  un qualche editore italiano decidesse di realizzare una serie dedicata ad una giovane  lesbica appartenente a qualche minoranza etnica, l'ultima cosa che farebbe sarebbe andare a cercare una sceneggiatrice in grado di portare delle esperienze dirette al riguardo...

Tantopiù che, perlomeno in anni recenti, ogni qualvolta si è tentato di lanciare delle nuove sceneggiatrici nell'ambito del fumetto italiano (molto poche, per la verità) si è sempre puntato molto sul "personaggio" e molto poco sul contributo che effettivamente poteva apportate a questa o a quella serie... Anche perchè il suddetto contributo spesso aveva poco a che fare con le esigenze effettive del pubblico che si cercava di coinvolgere. Tant'è che la lista di flop che negli ultimi dieci anni ha caratterizzato il contributo delle sceneggiatrici italiane al mondo del fumetto è stata abbastanza lunga... In particolare quando dovevano occuparsi di personaggi femminili...

Quindi, a monte, verrebbe da chiedersi se le suddette sceneggiatrici vengono scelte da persone (quasi esclusivamente di sesso maschile) che sanno davvero ciò di cui ha bisogno il pubblico che vorrebbero raggiungere attraverso il loro contributo... E qui si potrebbe aprire un'altra lunghissima parentesi sulle responsabilità di chi decide la linea editoriale di una casa editrice e i suoi collaboratori, ma non mi sembra il caso di approfondire un discorso così complesso in questo post.

Quel che è certo è che negli ultimi anni, negli USA, le sceneggiatrici di fumetti sono aumentate di pari passo con la percentuale delle lettrici di sesso femminile... Ad esempio: già nel 2014, su 24 milioni di cittadini USA che su facebook si identificavano come appassionati di fumetti la rappresentanza femminile era pari al 46,67% (CLICCATE QUI), mentre tutte le indagini che vengono condotte al riguardo (alcuni dati li trovate CLICCANDO QUI) dimostrano che più si scende con l'età e più le lettrici di fumetti rappresentano una percentuale rappresentativa del pubblico... 

Qualcosa dovrà pur significare.

Al momento non mi risulta che ci siano dati precisi sulla percentuale di lettori USA che appartengono alla comunità LGBT, ma qualcosa mi dice che anche loro hanno iniziato ad aumentare di pari passo con gli sceneggiatori LGBT dichiarati (e non) che hanno scelto di toccare l'argomento. Ovviamente toccandolo in maniera moderna e, soprattutto, sensata.

A questo punto direi che ognuno può trarre le sue conclusioni, soprattutto ogni volta che qualche editore italiano piange la sua buona dose di lacrime di coccodrillo...

Alla prossima.

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giovedì 23 marzo 2017

DOVEVA SUCCEDERE...

Ciao a tutti, come va?

Oggi devo proprio tornare a parlare del nuovo film dal vivo de La Bella e la Bestia, che a quanto pare è destinato a creare un precedente importante a livello internazionale... E non tanto per il modo abbastanza disinvolto con cui tocca la tematica gay, quanto per il fatto che la Disney ha deciso di non arretrare di fronte alle minacce di boicottaggio e censura  provenienti dalle nazioni più intransigenti.

Nel senso che le suddette nazioni, e le loro commissioni censorie, stavano già iniziando a parlare di proiettare una versione censurata (o addirittura di non proiettare affatto) il film in questione, e a quel punto la Disney - a cui ovviamente spettava l'ultima parola sulla distribuzione - ha deciso di non arretrare e di non scendere a facili compromessi che implicassero il taglio delle scene più incriminate.

E questo braccio di ferro, in effetti, con la Disney non era mai successo... Men che meno riguardo al discorso delle tematiche gay (che fino ad ora non erano mai state inserite in maniera così visibile)...

Nella fattispecie il braccio di ferro c'è stato soprattutto con la Russia, a causa della sua assurda legge contro la promozione dell'omosessualità, e con la Malesia, che ha un retroterra culturale alquanto omofobo. Nel primo caso la Russia ha risolto il conflitto vietando la visione del film ai minori di 16 anni (!), mentre nel secondo caso i censori hanno dovuto alzare bandiera bianca... Anche perchè a perorare la causa del film è intervenuto anche il Ministro del Turismo Nazri Aziz, che ha dichiarato pubblicamente che sarebbe ridicolo censurare questo film per via di un personaggio gay, visto che i gay esistono a prescindere dalle censure che si possono fare ne La Bella e la Bestia.

Molto acuto, direi.

Ovviamente nei paesi più intransigenti, come ad esempio il Kuwait, si è scelto di non distribuire il film nelle sale... E direi che prima o poi qualcosa del genere sarebbe dovuto succedere per forza, anche perchè la Disney non poteva permettersi di rimandare questo genere di scontro culturale all'infinito... Non senza risultare a sua volta omofoba. Quindi direi che è abbastanza comprensibile il fatto che abbia scelto di "sacrificare" parte del mercato estero, compensando le perdite con la maggiore attrattiva esercitata da un approccio più gay friendly nelle nazioni occidentali. E infatti nel  fine settimana di apertura questo film ha incassato 170 milioni di dollari negli Stati Uniti e 350 milioni di dollari a livello globale, schizzando al settimo posto nella classifica delle migliori aperture di sempre.

Con buona pace di tutte le associazioni omofobe e bigotte (come hanno fatto le immancabili
One Million Moms e American Family Association negli USA) che ne avevano invocato il boicottaggio. 

Comunque, come ho già detto in altre occasioni, è abbastanza evidente che quello che è successo con La Bella e la Bestia è sintomatico di un fenomeno di più ampia portata... E infatti anche nell'imminente film per il cinema che farà ripartire daccapo la saga dei Power Rangers (una volta tanto sfruttando solo materiale girato ex novo) le tematiche LGBT non verranno trascurate, visto che la nuova incarnazione della Yellow Ranger Trini (interpretata da Becky Gomez) sarà lesbica...

Da notare che, in questo film, i cinque prescelti sono tutti dei liceali che per un motivo o per l'altro vivono da emarginati, subendo atti di bullismo e discriminazione, quindi non è da escludere che il suddetto film non possa rivelarsi una gradevole sorpresa al di là degli effetti speciali e delle coreografie da serial tokusatsu giapponese...
Staremo un po' a vedere... In ogni caso è bello vedere che il mondo dell'entertainment inizia a sdoganare questo genere di tematica anche nelle grandi produzioni cinematografiche legate all'immaginario pop, che si rivolgono ad un pubblico composto in buona parte da giovani e giovanissimi... Ed è bello verificare che, per farlo, i produttori iniziano a sfidare apertamente anche le possibili censure nei mercati internazionali meno tolleranti.

A questo punto sarà molto interessante verificare cosa succederà nei prossimi anni.

Alla prossima.


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martedì 21 marzo 2017

VOGLIA DI NOVITÀ...

Ciao a tutti, come va?

L'altro giorno, passeggiando per le vie del centro, riflettevo sul fatto che tante edicole sono state chiuse (e tanti chioschi sono spariti dal paesaggio urbano), mentre nelle poche che sono rimaste la vetrina tradizionalmente riservata ai fumetti si è decisamente ridotta, o addirittura si è trasformata in un paio di piccoli espositori interni. Sicuramente la crisi della carta stampata non è imputabile all'editoria a fumetti, però - perlomeno nel caso dei fumetti - non è semplice capire se è nato prima l'uovo o la gallina. I fumetti si vendono meno (anche) perchè hanno meno spazi per essere venduti, a causa della crisi generale, o i loro spazi nelle edicole si sono ridotti perchè vendono sempre meno? Inquietante interrogativo...


Certo è che, analizzando novità di queste ultime settimane, viene da chiedersi se effettivamente il problema non sia un po' più a monte, e cioè nelle scelte di chi si occupa di fumetti nell'Italia di oggi. Ad esempio: la prima ristampa di Tex si è interrotta con il numero 636 e proprio questo mese è ripartita daccapo (e questa volta riproponendo in edizione economica la versione a colori già comparsa come allegato ai quotidiani), ribattezzata TEX CLASSIC e con una nuova periodicità quindicinale...

La domanda è: considerando che le ristampe di Tex negli ultimi decenni sono ripartite a getto continuo, e in tutte le forme possibili e immaginabili, c'era la reale necessità di inaugurare questa proposta? Anche ammesso che la ristampa storica non riuscisse più a camminare sulle sue gambe, a che pro rilanciare la saga di TEX ancora una volta daccapo (peraltro facendone la ristampa di una ristampa a colori allegata ai quitidiani fino all'anno scorso)? L'intenzione è quella di spremere gli appassionati del personaggio fino al midollo o si spera che un'edizione economica a colori possa risultare più accattivante per un pubblico più giovane?

Chissà...

Se però fosse vera la seconda ipotesi temo che questa idea sia arrivata fuori tempo massimo, visto che cowboy e indiani non fanno più parte dell'immaginario giovanile italiano da almeno due o tre decenni... E anche se così non fosse avrebbe ben poco senso sperare che basti un'edizione economica a colori per fare in modo che le avventure di un cowboy concepito nel 1948 possano attecchire facilmente fra i cosiddetti millenials... Che magari un fumetto western potrebbero pure iniziare a leggerlo, a patto però che tenesse in considerazione i loro gusti e le loro esigenze... O, più banalmente, il loro senso dell'umorismo e il loro concetto di avventura. Cosa che, però, una ristampa di TEX non può fare...
E d'altra parte se i film western sono praticamente spariti dai palinsesti televisivi, e se dalle parti di Hollywood non ne vengono più prodotti, un motivo dovrà pur esserci. Così come dovrà pur esserci un motivo se il mondo dei supereroi continua a rinnovarsi e ad aggiornarsi per tenere conto dei gusti dei lettori di oggi (anche per favorire una loro eventuale versione cinematografica o televisiva)...

 E allora perchè, proprio adesso, si è scelto di proporre una collana di allegati per la Gazzetta dello Sport e per il Corriere della Sera tutta dedicata alla ristampa delle primissime avventure dei personaggi MARVEL?

Intendiamoci: si tratta di classici intramontabili, ma considerando che si tratta di storie concepite negli anni Sessanta è abbastanza evidente che si tratta soprattutto di un'operazione nostalgia... Magari finalizzata ad intercettare gli ex ragazzini (e sono tanti) che leggevano questi personaggi nell'edizione proposta dall'indimenticata Editoriale Corno. Non che ci sia niente di male, ma ormai i fumetti dei supereroi MARVEL, che pure sono quelli che in edicola vendono meglio, stanno diventando sempre più un prodotto per collezionisti (pare che il quindicinale di Spider-Man, che è quello che va meglio in assoluto, venda sulle 8000 copie), e forse puntare sull'usato sicuro nella speranza di spremere i lettori di lunga data invece di puntare davvero su quelli nuovi può rivelarsi un boomerang (come sta avvenendo dalle parti della Bonelli, per intenderci)...

Forse il fatto che gradualmente il mercato dei fumetti di supereroi - e non solo - abbia finito per essere gestito da appassionati (e non più da semplici imprenditori dell'editoria) non è stato necessariamente un bene. Nel senso che, anno dopo anno, i prodotti editoriali legati ai fumetti hanno iniziato ad essere concepiti sempre più spesso per rispondere alle esigenze dei collezionisti o perlomeno degli appassionati, facendo sempre più fatica a stare dalla parte dei lettori occasionali... Che, ad esempio, preferirebbero risparmiare uno o due euro per leggere più storie stampate su una carta non proprio eccezionale, che non ritrovarsi per le mani un albo super curato di poche pagine e senza un apparato introduttivo adeguato ai neofiti...

Anche perchè adesso possono spendere (molto) meno per andare al cinema il secondo mercoledì del mese...

E dire che cinema e fumetto sono due cose diverse ha senso fino a un certo punto, visto che entrambi - alla fine - servono fondamentalmente alla stessa cosa: occupare il tempo libero raccontando storie... E d'altra parte, a costo di ribadire l'ovvio, se il grande successo dei film di supereroi (e delle serie TV a tema) non ha contribuito granchè a rinfoltire il pubblico dei loro corrispettivi cartacei un motivo dovrà pur esserci, e non bisogna neanche essere dei geni per capire quale sia...

Molto semplicemente le produzioni derivate dai fumetti di supereroi sono studiate per il pubblico occasionale, mentre i fumetti - ormai - sono un prodotto per appassionati e richiedono compentenze enciclopediche per essere apprezzati appieno... Competenze enciclopediche che magari un appassionato di fumetti riesce ad avere anche lavorando da autodidatta (e passando qualche ora su wikipedia), ma che un lettore occasionale - forse - non ha il tempo o la voglia di coltivare.

Un appassionato di fumetti sa già come muoversi quando si imbatte in una lettura un po' ostica e inizialmente complicata da seguire, a prescindere dal genere, mentre un lettore dell'ultima ora no... E dovrebbe essere accompagnato passo passo (cosa che i prodotti editoriali italiani legati ai supereroi fanno sempre meno). Se poi aggiungiamo che, con l'arrivo dei manga, molti lettori delle ultime generazioni si sono abituati ad avere a che fare con universi narrativi "a tempo determinato" e autosufficienti, tutto il resto vien da sé. Anche perchè, molto banalmente, oggi per un ragazzo under venti è più semplice - ed economico - passare qualche ora guardando un serial televisivo in streaming (decidendo quante e quali puntate seguire) che non andare a curiosare in edicola nella speranza di trovare un fumetto in linea coi propri gusti (e semplice da seguire per un neofita)... Anche perchè fumetti di questo genere, di fatto, ce ne sono molto pochi...

Soprattutto condiderando che ultimamente si punta soprattutto sulle ristampe, e sulle nuove produzioni, che hanno un occhio di riguardo per gli over quaranta e/o i collezionisti... Che magari pretendono (giustamente) una confezione impeccabile, ma che inevitabilmente determinano un prezzo che tiene lontani i semplici curiosi e gli squattrinati... E, giusto per ribadire che questa non è l'unica strada possibile, forse vale la pena ricordare che se in Giappone si riescono a fidealizzare milioni di lettori a serie come ONE PIECE, che inizialmente vengono pubblicate a puntate su settimanali stampati su carta super economica (diciamo pure carta igienica), un motivo ci sarà...

Anche negli USA le produzioni seriali cercano di accattivarsi le simpatie del pubblico occasionale senza scontentare i collezionisti, ma le strategie adottate sono diverse... E più che sulle ristampe e sull'effetto nostalgia fine a se stesso, si punta ad un costante aggiornamento dei personaggi e delle tamatiche presentate. Se, ad esempio, al giorno d'oggi la questione omosessuale non è più un tabù e magari può offrire dei nuovi spunti di interesse, ecco arrivare delle nuove serie incentrate su protagonisti omosessuali... E anche questo mese ne sono partite diverse, fra i grandi editori come fra quelli che cercano di farsi largo in un mercato sull'orlo della saturazione...



E purtroppo strategie come questa, in Italia, sono ancora ben lungi dall'essere applicate... Per tutta una serie di motivi che ho più volte affrontato anche su questo blog. Molto meglio ripiegare su qualche nuova ristampa e/o su qualche nuova produzione che - per come si presenta - sarebbe stata perfettamente in linea con quello che andava per la maggiore nelle edicole di venti, trenta o quaranta anni fa... Anche se poi, nei fatti, il tempo è passato per tutti, e in teoria non ha molto senso fare finta di niente e dare per scontato che una nuova ristampa di TEX possa salvare la situazione...

Ad ogni modo, altro dato interessante, l'apparato redazionale dei comic book USA rappresenta ancora un punto di contatto importante con i lettori, tant'è che nell'era dei social e dei forum la tradizionale pagina della posta continua ad essere ospitata su moltissime pubblicazioni seriali, anche perchè mantiene una dimensione "ufficiale" che gli spazi sul web non avranno mai. Nelle pubblicazioni italiane, invece, la pagina della posta è sparita da anni... Quasi come se ormai questo genere di pubblicazioni, in Italia, fossero giusto degli "house organ" pubblicati per un ristretto gruppo di amici che si conoscono tutti, o che interagiscono solo sui social... Con tutto quel che ne consegue.

Oggi è il primo giorno di primavera: vedremo se da qui all'estate qualcosa cambierà... Anche se personalmente al riguardo ho qualche dubbio.

Alla prossima.

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sabato 18 marzo 2017

VOGLIA DI PUFFO

Ciao a tutti, come va?

Forse saprete anche voi che è in arrivo il nuovo film per il cinema dei puffi, e che il suddetto film avrà alcune caratteristiche un po' particolari. La prima è che, a differenza delle ultime produzioni, sarà realizzato interamente in digitale, e la seconda e che - dopo oltre cinquant'anni - risponderà all'annoso quesito che tutti si sono posti almeno una volta... E cioè se da qualche parte esistono dei puffi di sesso femminile che non siano stati generati da qualche incantesimo (o che non siano stati inseriti nelle serie animate dei puffi senza una vera spiegazione)... Infatti il film in questione, che ha portato anche all'uscita di un albo dedicato (che potrebbe dare il via ad una serie a parte), mostrerà per la prima volta al pubblico (e agli stessi puffi) il leggendario villaggio delle puffette...

Perchè, a quanto pare, nel cuore di una pericolosissima foresta proibita c'è un villaggio di puffette che rispecchia quasi perfettamente quello dei loro colleghi maschi... E che, per la prima volta, risponde anche all'amletico dubbio che da sempre ha attanagliato i bambini di tutto il mondo... E cioè di che colore sarebbero i capelli dei puffi se non fossero tutti calvi.

Risposta: di un non proprio entusiasmante blu indaco.

Ad ogni modo ora la Puffetta (creata da Gargamella, e da Peyo, nel 1966), la piccola Bontina (creata dai puffolini con la stessa formula di Puffetta nella serie animata del 1985, per poi arrivare nei fumetti nel 1988) e l'incomprensibile Nonna Puffa (comparsa nei cartoni del 1988 e solo dal 1998 nei fumetti) si sentiranno meno sole... Anche se in effetti nei film che si sono visti al cinema di recente non c'è mai stata traccia di Bontina, di nonna Puffa o di altri personaggi troppo "scomodi" da spiegare a chi non conosce le vicende dei puffi... E infatti il villaggio delle puffette viene ritrovato proprio perchè la Puffetta ha una crisi d'identità dovuta al fatto che non ha altre puffette con cui confrontarsi...

Ora, però, questo scenario farà sorgere nuove e più inquietanti domande... Nonchè qualche riflessione sul suo impatto a livello di immaginario collettivo. Nel senso che, se ora sappiamo che in natura esistono delle puffette, se ne deduce che i puffi si riproducono per via sessuata e si presume che - perlomeno una volta 500 anni - le puffette si accoppiano coi puffi maschi per produrre una nuova generazione di puffi e puffette... Però, poichè non c'è traccia di puffi anziani che non siano celibi, se ne deduce anche che tutti puffi maschi muoiono poco dopo avere inseminato le puffette e che tutte le puffette muoiono di parto, probabilmente dopo aver generato due gemelli di sesso diverso, che vengono affidati alle cure del puffo che ha scelto di non accoppiarsi e di diventare il Grande Puffo per la generazione successiva (mentre quello precedente avrà la qualifica di Nonno Puffo fino alla sua morte)... O, nel caso delle femmine, alla Grande Puffa della foresta proibita (mentre la precedente Grande Puffa diventerà la nuova Nonna Puffa)...

Il che spiegherebbe perchè Madre Natura è sempre stata così solidale coi puffi: per via del senso di colpa dovuto alla realizzazione di un sistema riproduttivo così crudele!

Comunque, al di là delle teorie e delle illazioni che fiorrianno numerose attorno a questo film, qualche riflessione è d'obbligo. Nel senso che, con l'introduzione di un villaggio di puffette, i puffi si avviano a perdere il loro storico status di iconica metafora della comunità gay. Nel senso che, essendosi presentati sempre come una comunità autosufficiente composta da maschietti a torso nudo che quando non lavorano organizzano feste e balli di gruppo, avevano inevitabilmente finito per diventare gli inconsapevoli testimonial di uno stile di vita indubbiamente alternativo per generazioni e generazioni di bambini... Anche per via di alcuni loro esponenti caratterizzati in maniera un po' particolare...
E in effetti, a voler essere maliziosetti, verrebbe anche da pensare che dietro a questo terzo film dei puffi ci sia stata anche l'intenzione di aggiornare l'immaginario legato al mondo dei puffi... Anche perchè nel 2017 iniziava ad essere sempre più complicato glissare su certe questioni e prima o poi sarebbe stato necessario prendere una posizione ufficiale sulla questione della sessualità dei puffi.

Oltre, ovviamente, all'intenzione di renderlo un franchise in cui le bambine potessero identificarsi di più. Quanto di tutto questo sarebbe stato approvato dal loro creatore Peyo (1928-1992) non ci è dato saperlo, ma considerando il look selvatico e tutto sommato mascolino delle nuove puffette (la Puffetta bionda è ancora l'unica a portare le scarpe coi tacchi), viene il sospetto che - fra le righe - si voglia suggerire che le puffette siano speculari ai puffi anche dal punto di vista dei sottotesti omosessuali...
Non avendo ancora visto il film per ora mi fermo qui... Certo è che, in tema di icone gay, c'è da dire che questa volta i distributori italiani hanno tagliato la testa al toro e hanno fatto interpretare la canzone ufficiale del film da Cristina D'Avena (CLICCATE QUI per capire cosa intendo), mentre nella versione americana è stata realizzata dalla cantante Demi Lovato, che ha dato anche la voce alla Puffetta)...
Il film verrà distribuito a partire da aprile, quindi se ci saranno ulteriori sorprese non mancherò di aggiornarvi. Sia come sia, se da una parte è pur vero che nel 2017 non sono più indispensabili delle cripto icone gay come i puffi, è pur vero che sarebbe un peccato se questi personaggini perdessero il loro ruolo "pedagogico" di inconsapevoli testimonial della causa gay...

Vedremo un po' cosa succederà.

Alla prossima.

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giovedì 16 marzo 2017

PICCOLE TESTIMONIANZE IMPORTANTI

Ciao a tutti, come va?

Del coming out della sceneggiatrice transgender Lilah Sturges avevo già parlato qualche mese fa (CLICCATE QUI). Una scelta importante, soprattutto in un mondo - quello del fumetto americano - che risente ancora un po' troppo di una certa cultura maschilista (anche se in effetti negli ultimi anni ha fatto molti passi avanti, e sotto diversi punti di vista è ormai ad anni luce di distanza dalla situazione di nazioni come l'Italia). Sia come sia Lilah Sturges ha deciso di raccontare la sua esperienza e di raccontarsi a cuore aperto nella bella video intervista che trovate CLICCANDO QUI.

Purtroppo è solo in inglese, ma confido che per voi non sarà un problema (anche perchè il linguaggio non verbale, in certi casi, aiuta molto). Personalmente non posso fare a meno di pensare che, pur con tutti i suoi limiti, il panorama fumettistico consente non solo agli sceneggiatori di esprimere se stessi attraverso delle storie non convenzionali, ma - come in questo caso - gli consente di esprimere se stessi in senso lato... E, soprattutto in questo periodo, facendo un confronto con la situazione italiana che spesso pretende forme di omologazione molto vincolanti, non posso fare a meno di chiedermi cosa potrebbe succedere se e quando dovesse comparire una Lilah Sturges italiana... Anche se, non so perchè, ho la sensazione che ci sarebbe il concreto rischio che preferirebbe non fare coming out...
Alla prossima.

E non dimenticate di VOTARE PER IL PREMIO GLAD 2017! CLICCANDO QUI

martedì 14 marzo 2017

BUCCE DI BANANA

Ciao a tutti, come va?

Come forse avrete notato, anche solo se seguite questo blog, l'intrattenimento per i più piccoli - o perlomeno quello prodotto in nazioni come gli USA - da una parte tende a lasciare sempre più spazi ad una rappresentazione visibile  e "tranquilla" dell'omosessualità, e dall'altra ha lasciato ormai alle spalle l'umorismo soft e sdolcinato che l'aveva caratterizzato in passato... A meno che non si rivolga a bambini davvero molto piccoli. Se poi questi prodotti sono studiati per avere più livelli di lettura, e magari puntano su citazioni "colte" e reinterpretazioni satiriche di qualche tipo per un pubblico più adulto, diventano anche più disinibiti e salaci... E questa, col tempo, è diventata una prassi che si è diffusa anche fuori dagli USA: per rendersene conto basta dare un'occhiata alle serie animate per bambini prodotte in Francia, Australia, Canada, ecc...

In un clima di questo genere, quindi, risulta un pochino anacronistico lo stile con cui - su Topolino 3198 - è stata portata avanti la storia intitolata "Zio Paperone e la factory di Andy Duckhol", scritta da Roberto Gagnor (uno sceneggiatore che ormai ha all'attivo oltre un centinaio di storie) nell'ambito della sua personale serie di storie ispirate al mondo dell'arte, che vanno sotto il nome di "La storia dell'arte di Topolino" (e che hanno la particolarità di trasportare i personaggi Disney nelle varie epoche in cui si muovono i vari artisti su cui ci si concentra di volta in volta). Ad ogni modo, come potete intuire dal titolo, la storia di cui devo parlarvi oggi è ambientata negli anni Sessanta ed è incentrata sulla versione paperizzata di Andy Warhol... Come si può intuire anche dalla copertina...

Fondamentalmente la storia è incentrata su Paperoga, che suo malgrado finisce per essere il vero responsabile delle trovate più geniali di Andy Duckhol (ovviamente ispirate alle vere opere di Andy Warhol). L'idea, di per sè, può anche essere carina (anche se ridicolizzare e banalizzare l'arte, ancor più se è arte contemporanea, non aiuta granchè a capirla), tuttavia nel 2017 fa un certo effetto vedere un prodotto di intrattenimento che si ispira a Andy Warhol e che glissa sul fatto che si trattava di un'artista omosessuale (e che la sua "factory" in quel periodo era una specie di terra promessa per tutti gli artisti omosessuali o comunque sessualmente alternativi)... E, per andare proprio sul sicuro, si è anche scelto di trasformare la famosa e provocatoria banana che utilizzò per la copertina del disco dei Velvet Underground in un'anguria...

E tra l'altro - come forse avrete notato - in questa storia compare anche lo stesso Lou Reed, cantante notoriamente trasgressivo (e non del tutto eterosessuale, tant'è che da adolescente i suoi genitori lo sottoposero ad elettroshock anche per questo motivo, pare...) che nel famoso album di cui sopra (The Velvet Underground & Nico) aveva inserito una gran quantità di canzoni con testi che celebravano il consumo di droga, la gelosia verso le ragazze e altri temi politicamente scorretti. Ovviamente da questa storia non si intuisce assolutamente nulla di tutto questo, e se qualche giovane lettore di Topolino vorrà approfondire la questione, dopo essere stato ispirato da questa storia, sarei molto curioso di vedere la sua reazione. Ad ogni modo, per essere precisi fino in fondo, il disco di cui sopra venne prodotto dallo stesso Warhol, e la banana sulla copertina era "sbucciabile" rivelando una seconda banana rosa sottostante (evidente metafora del membro maschile)...

Ovviamente non aveva senso approfondire tutti questi aspetti morbosetti in una storia di Topolino, ma è pur vero che lo stile "anacronistico" a cui mi riferivo all'inizio è particolarmente evidente quando - come in questo caso - ci sono di mezzo personaggi e situazioni che si prestano molto bene ad affrontare molti spunti in maniera moderna, ma che vengono deliberatamente ignorati (o preventivamente rimossi)... Lasciando poi alla curiosità dei piccoli lettori eventuali approfondimenti... Cosicchè, se si ritrovano a fare una ricerchina su Andy Warhol per i fatti loro, si possono ritrovare di fronte a cose come queste senza alcun tipo di preparazione...

E non sono sicuro che sia l'approccio migliore. Così come non sono sicuro che trasformare una banana in un'anguria possa impedire a qualche giovane lettore di scoprire il collegamento fra "Lou Dritt" e Lou Reed, con tutti gli approfondimenti fai-da-te del caso... E con buona pace di chi ha voluto indorare la pillola in occasione della sua citazione su Topolino, che tra l'altro ha coinciso con il cinquantesimo anniversario della pubblicazione di The Velvet Underground & Nico...

E questo, effettivamente, non fa altro che confermare il sospetto che anche Topolino, più che ai giovani lettori "reali", punti sempre di più ai genitori (o magari anche agli zii e ai nonni) che potrebbero necessitare di qualche incentivo per continuare a comprare il settimanale ai loro figli (o per continuare a collezionarlo)... Anche perchè al target principale di Topolino, i bambini under 12, si presume che delle citazioni così colte e "velate" non facciano nè caldo nè freddo... E di sicuro apprezzerebbero di più delle storie che risultassero più in linea con i cartoni che seguono in televisione (dei cartoni che, se mai dovessero parlare di Andy Warhol e Lou Reed, lo farebbero in maniera molto diversa e probabilmente non nasconderebbero del tutto certi aspetti del personaggio e del suo entourage).

Lentamente e inesorabilmente, quindi, Topolino si avvia a seguire l'esempio di editori come la Bonelli, che ormai hanno perso il contatto con le nuove generazioni per rifugiarsi nell'usato sicuro rappresentato da quelle vecchie?

Staremo a vedere nei prossimi anni. Di certo quando io ero piccolo e seguivo Topolino lo facevo anche perchè, fra le righe, mi insegnava tante cose e mi offriva tanti spunti interessanti attraverso un umorismo che non banalizzava mai troppo il messaggio o le informazioni che volevano essere veicolate.

Certo è che confrontando i giovanissimi di oggi, e soprattutto il loro mondo, con la media delle storie di Topolino che si sono viste negli ultimi anni la sensazione è che le cose non stiano più esattamente così...

Alla prossima.

sabato 11 marzo 2017

EVENTI DA SEGNALARE...

Ciao a tutti, come va?

Qualche anno fa vi avevo segnalato che in Giappone, da un po' di tempo, si teneva una manifestazione chiamata YAROU FEST (cliccate QUI), che si rivolgeva agli appassionati di autoproduzioni omoerotiche dal taglio virile (quindi niente manga BOYS LOVE, FUTANARI, josoh/otoko-no-ko e via discorrendo)... Augurandomi che una manifestazione con questo taglio potesse proseguire anche in futuro. Quindi adesso mi fa particolarmente piacere confermare che la YAROU FEST ha continuato ad animare il maggio di Tokyo (rientrando anche nelle liste ufficiali degli eventi della città) e che quest'anno arriverà alla sua ottava edizione.

Come ho già detto in passato non si tratta di una manifestazione imponente e sfarzosa, e assomiglia più ad un salone culturale autogestito, ma considerando il fatto che in Giappone questo tipo di manga rappresenta ancora un mezzo tabù per chi ne fruisce e per chi lo produce direi che si tratta comunque di una conquista importante, nonchè di una preziosa occasione per mettere in contatto diretto gli autori con il loro pubblico di riferimento.



Se volete maggiori informazioni sull'edizione di quest'anno potete CLICCARE QUI (anche se il sito è solo in giapponese, purtroppo), e se invece volete partecipare come espositori le tariffe sono tutto sommato economiche (si richiede solo che abbiate un tramite che possa comunicare in lingua giapponese). Maggiori informazioni (in inglese) le potete trovare sul sito relativo alla manifestazione dell'anno scorso (CLICCATE QUI e QUI). Attenzione però: anche se la manifestazione sarà il 21 maggio è possibile iscriversi solo entro il 15 marzo, quindi se siete interessati dovrete sbrigarvi!

Ad ogni modo, pur non avendo a disposizione dati ufficiali riguardo a questo specifico settore (men che meno nell'ambito delle autoproduzioni), direi che comunque il proseguimento della YAROU FEST è un segnale di come, nonostante la concorrenza rappresentata da internet e dal mercato parallelo delle autoproduzioni digitali, lo zoccolo duro rappresentato da un certo tipo di lettore garantisce comunque ad un certo tipo di manga i propri spazi. Anche perchè, in caso contrario, non continuerebbero ad essere pubblicati volumetti con manga di questo tipo anche al di fuori del circuito delle autoproduzioni...





E, soprattutto, presumo che non ci sarebbe un numero crescente di autori che si è specializzato in questo genere di manga da almeno una decina d'anni... Soprattutto considerando la crisi editoriale degli ultimi anni.

Ad ogni modo, a proposito di autori importanti, se ad aprile sarete dalle parti di San Francisco forse vi farà piacere sapere che per la seconda edizione del QUEERS & COMICS FESTIVAL (che si terrà ancora presso il California College of Arts, e per maggiori informazioni potete CLICCARE QUI) è stato invitato a parlare Gengoroh Tagame, che ormai sta diventando il testimonial ufficiale dei manga a tematica gay in tutto il resto del mondo...

Da notare che il QUEERS & COMICS FESTIVAL non è una manifestazione commerciale, ma una serie di conferenze e di incontri di approfondimento, a cui partecipano dozzine di autori e vogliono condividere le loro riflessioni e le loro esperienze nell'ambito dei fumetti che affrontano determinate tematiche. E, considerando che è un appuntamento che viene organizzato ogni due anni, sicuramente può permettersi di elaborare e selezionare con calma i suoi contenuti... Cosa che, di questi tempi, non è poi così comune.

Qualcosa del genere potrà mai prendere forma anche dalle nostre parti???

Chissà...

Io intanto continuo a segnalare quando queste iniziative prendono forma da altre parti, anche perchè mi pare che da noi non vengano segnalate poi troppo...

Alla prossima.

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