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lunedì 1 febbraio 2016

AFFIANCAMENTO O COMMISSARIAMENTO?

Ciao a tutti, come va?

Come forse avrete notato questo è un blog indipendente, e il vantaggio di un blog indipendente è che può parlare di ciò che crede senza dover scendere a compromessi, anche e soprattutto quando propone chiavi di lettura "scomode" e si permette di trarre delle conclusioni non proprio lusinghiere.

Cosa estremamente utile se si considera che questo blog ha un punto di vista prettamente LGBT sul mondo del fumetto e dell'immaginario pop contemporaneo, che a quanto pare - almeno in Italia - è un mondo su cui aleggia un clima di tabù, connivenze e interessi incrociati che filtrano a monte tutta una serie di riflessioni che altrimenti sarebbero approfondite da chi è molto più titolato di me.

Riflessioni che, ad esempio, potrebbero sorgere attorno a quello che sta avvenendo dalle parti della Sergio Bonelli Editore negli ultimi mesi. Ufficialmente va tutto benissimo, ma basterebbe mettere insieme i pezzi del puzzle per farsi venire qualche dubbio... Anche senza voler considerare alcune voci di corridoio che OVVIAMENTE non riporterò in questa sede... Nonostante i ben informati mi abbiano giurato che provengono da fonti molto attendibili...

Da che parte cominciamo? Vediamo... La prima cosa che spicca è che le vendite continuano a scendere (ho dato un po' di numeri certificati QUI) e le serie continuano a chiudere (l'ultima chiusura confermata è stata quella di ADAM WILD, e ne ho parlato QUI), anche quando sono studiate per durare e/o vengono sperimentati degli stratagemmi per cercare di rilanciarle, anche attraverso partnership imbarazzanti...

Ultimamente, per salvare il salvabile, hanno anche provato a modificare il taglio delle serie in corso d'opera: LUKAS, ad esempio, è passato dai mostri horror classici alle creature fantasy "di tendenza" come gli orchi e i troll... Probabilmente nel disperato tentativo di agguantare qualche lettore in più prima di alzare definitivamente bandiera bianca dopo la conclusione della seconda serie...

Persino ORFANI, che doveva rappresentare una svolta epocale e un successo stratosferico, ha mantenuto un profilo tutto sommato basso e, anche se non ci sono dati ufficiali da diverso tempo, è altamente probabile che pure nel suo caso molti lettori siano stati persi per strada... Tant'è che è stato annunciato che dopo tre stagioni di dodici numeri ce ne saranno due di soli tre albi l'una... Dopodichè dovrebbe esserci una sesta stagione conclusiva di dodici albi...

Il che, forse, potrebbe anche suonare come: "viste le condizioni del mercato, il costo della serie e il successo molto relativo dell'esperimento, abbiamo deciso che il budget che possiamo stanziare per questa serie - nella migliore delle ipotesi - può coprire solo altre 18 di uscite dopo la conclusione della stagione NUOVO MONDO, e quindi bisogna farci stare dentro tutto".

E il caso di LUKAS e o ORFANI, se non altro, dimostra che il vecchio trucco di ritoccare il titolo della testata per darle maggior visibilità in edicola ogni volta che riparte da uno (con la scusa delle "stagioni") non è più una garanzia di successo.

Così come non è una garanzia di successo il mercato digitale se lo si inaugura con una serie obbiettivamente inadeguata come MISTER NO. Una serie conclusasi nel 2006 (per via delle scarse vendite) e che, nella ristampa cartacea delle Edizioni IF, vende poco più di 2000 copie al mese (CLICCATE QUI). Eppure per il suo debutto nel mercato digitale (su piattaforme come Amazon, Kobo e iTunes) la Bonelli ha scelto proprio i primi dodici numeri di Mister No... E cioè delle storie che risalgono al 1975 e che sono ambientate negli anni '50!

Anche volendo concedere tutte le attenuanti del caso, si tratta comunque di un biglietto da visita abbastanza infelice per un editore che vuole affacciarsi su un tipo di mercato che, in fatto di contenuti, è ormai molto esigente... E che ha un pubblico con un'età media abbastanza bassa e delle aspettative molto diverse dal pubblico che, a suo tempo, decretò il successo di Mister No. Certo qualcuno deve aver pensato che proporre altre serie, magari ancora in corso, avrebbe compromesso la loro già precaria presenza sul mercato cartaceo (con le ristampe, le edizioni speciali e tutto il resto), ma è abbastanza evidente che in questo modo è partito col piede sbagliato... E forse chi dovrebbe prendere questo tipo di decisioni non ha le idee molto chiare.

Il che ci porta alle due notizie più interessanti degli ultimi mesi: la prima è che a novembre si è licenziato Mauro Marcheselli (foto sotto), direttore editoriale della casa editrice dal 1986.

Il suo posto è stato preso da Michele Masiero, che fino a quel momento era stato capo redattore (e che vedete nel video qui sotto mentre esibisce le sue doti canore nel 2010, assieme alla sua cover band).

Live at Zoe - 16 luglio 2010
Pubblicato da REMake su Martedì 20 luglio 2010
Per la cronaca: quando ancora Michele Masiero era semplicemente il curatore di Mister No, nel 2001, rilasciò un'intervista a Massimo Basili per il mensile Pride (la trovate ancora CLICCANDO QUI), dalla quale si evince chiaramente che è gay... Tant'è che in quella occasione aveva ammesso molto candidamente che quando leggeva le serie Bonelli da ragazzino sperava "che succedesse qualcosa tra i personaggi maschili, tra Tex e Kit Carson, o tra Zagor e Cico. Invece non succedeva mai niente..."

E adesso sarebbe davvero interessante se qualcuno gli chiedesse perchè, a distanza di quindici anni da allora, l'approccio della Bonelli alle tematiche LGBT è rimasto così prudente, per dirla con un eufemismo... E soprattutto sarebbe interessante chiedergli cosa ne pensa lui, visto che adesso assumerà un ruolo dirigenziale più importante rispetto al passato... Non foss'altro perchè, rispetto a quindici anni fa, sono cambiate molte cose.

Ad ogni modo, nel suo messaggio di commiato (CLICCATE QUI), Mauro Marcheselli ha precisato che è stata una scelta serena, che la casa editrice sta bene e tutto il resto, ma può essere interessante notare che, a pochi mesi dalle sue dimissioni, il direttore generale Davide Bonelli (figlio di Sergio Bonelli, scomparso nel 2011) inizierà ad essere affiancato da Simone Airoldi, redattore di lungo corso che fino a questo momento era il responsabile del mercato italiano per... La Panini Comics!

Ora: tutti sanno che Davide Bonelli (foto sotto) non è mai stato un appassionato di fumetti come suo padre Sergio e suo nonno Gianluigi (tant'è che a differenza loro non ha mai sceneggiato niente, e non ha mai nemmeno provato a ideare una nuova serie)... E nella casa editrice di famiglia si era sempre occupato di "marketing", fino a quando con la morte del padre ha ereditato gli onori e gli oneri di una casa editrice importante e - presumibilmente - molto impegnativa da gestire... Tant'è che ha lasciato sempre un ampio margine di manovra ai suoi collaboratori.

Perchè, allora, farsi affiancare da un co-direttore generale che proviene da un'altra casa editrice? Perchè non promuovere un collaboratore di lungo corso? Ovviamente noi non possiamo sapere quale sia il vero clima che si respira dalle parti della casa editrice, se ci sono attriti, tensioni, rivalità, conflitti o altro... E non possiamo nemmeno sapere se (tra le altre cose) Mauro Marcheselli aveva subodorato qualcosa, e all'idea di essere scavalcato da una persona estranea alla casa editrice (dopo che lui le aveva dedicato oltre trent'anni) gli sia saltata la mosca al naso, finendo per dimettersi... O se, addirittura, l'affiancamento di Simone Airoldi sia stato determinato proprio dal clima che si era creato dopo l'abbandono di Mauro Marcheselli... Possiamo solo fare ipotesi...

Tuttavia si sa per certo che la Bonelli è in rapporti molto stretti con la Panini, visto che dal marzo 2010 amministra i suoi diritti internazionali (CLICCATE QUI). Perciò è evidente che se al fianco di Davide Bonelli ci sarà Simone Airoldi (guardacaso proprio a partire dal prossimo marzo) di certo non si tratterà di un caso. E la sensazione è che, più che di un affiancamento, si tratti di un commissariamento. Dopotutto è nell'interesse della Panini che la Bonelli produca fumetti di successo, e possibilmente molto spendibili a livello internazionale...

Cosa che però non avviene.

O meglio: l'impostazione un po' datata e conservatrice dei fumetti Bonelli ha successo soprattutto in paesi non propriamente occidentali e all'avanguardia, come Turchia, Serbia e Croazia (ho approfondito dettagliatamente l'argomento QUI)... Tant'è che negli USA i personaggi Bonelli attualmente vengono pubblicati con continuità solo da un piccolo editore amatoriale, gestito da alcuni fans croati (guarda un po') della casa editrice: la Epicenter Comics... Che ha da poco annunciato che oltre a MAGICO VENTO e ZAGOR inizierà a proporre in inglese anche delle raccolte di DYLAN DOG (come farà con i problemi di copyright legati a Groucho? Vedremo....).

Quindi ora la Panini si trova nella posizione di avere per le mani i diritti di una casa editrice con un grande potenziale e tanti talenti (che spesso finiscono per essere sfruttati al meglio proprio dalle case editrici straniere), ma che non pare avere la capacità di ideare personaggi e serie davvero spendibili sulla scena internazionale... E in particolare in quei paesi in cui il mondo del fumetto può alimentare un giro d'affari davvero importante, con film, serie TV, merchandising e tutto il resto... Tant'è che l'adattamento "ufficiale" di Dylan Dog, realizzato nel 2010 da una cordata di produttori americani, subì tutta una serie di cambiamenti che stravolsero il concept originale (anche perchè negli USA non lo conosceva nessuno) nel tentativo di renderlo più digeribile ad un pubblico "extra bonelliano", finendo per trasformarlo in un prodotto mediocre che non piaque a nessuno... E di cui nessuno osa più parlare...

Inoltre, un annetto fa, ci fu anche una furibonda litigata fra il curatore delle serie di Tex, Mauro Boselli, e il disegnatore di fama internazionale Mike Deodato... Che avrebbe voluto tanto realizzare una storia di Tex (al punto di chiedere e ottenere una dispensa dalla MARVEL, con cui era sotto contratto), ma che a quanto pare fece l'errore di dire pubblicamente (in un'intervista per la rivista Fumo di China) che era sul punto di realizzare la storia... Perchè lo disse prima di avere concordato formalmente il compenso con la Bonelli, che evidententemente avrebbe voluto rendere pubblica la collaborazione solo dopo aver raggiunto un accordo economico, riservandosi il diritto di non perfezionarlo se le richieste di Mike Deodato fossero state troppo alte... Mauro Boselli glielo ha rinfacciato aspramente e da lì è partito un imbarazzante scambio di insulti via social, che poi Mike Deodato ha reso pubblico (CLICCATE QUI)... Accusando la casa editrice di essere gestita in maniera incompetente e interrompendo un progetto che - effettivamente - sarebbe stato molto interessante anche per il mercato internazionale... E forse avrebbe persino contribuito a far conoscere Tex negli USA... Cosa che peraltro aveva già iniziato a fare la storia di Tex realizzata dal celeberrimo Joe Kubert (un nome storico del fumetto americano) nel 2001, che proprio l'anno scorso era stata pubblicata integralmente dalla Dark Horse in edizione superlusso... Più o meno nello stesso periodo in cui la litigata fra Mauro Boselli e Mike Deodato divenne di pubblico dominio...

Una storia di Tex realizzata da un artista di richiamo come Mike Deodato come sarebbe stata accolta sul mercato internazionale? Avrebbe potuto giustificare un investimento iniziale maggiore della media? Avrebbe potuto essere proposta sotto forma di miniserie? Avrebbe acceso i riflettori degli USA sulla Bonelli e sui suoi personaggi? Avrebbe spinto editori statunitensi importanti a promuovere sul serio le produzioni della Bonelli?

Ovviamente, visto che Mike Deodato se n'è andato sbattendo la porta, non lo sapremo mai.

Forse è stato a quel punto che alla Panini qualcuno si è accorto che così non si poteva più andare avanti? Qualcuno ha fatto presente a Davide Bonelli che l'impostazione della casa editrice la stava infilando in un vicolo cieco, all'estero come in Italia? Gli è stato fatto presente che forse i suoi collaboratori storici non erano in grado di risollevarla e che, anzi, continuavano a reclutare autori che - nei fatti - non andavano al di là di tante belle promesse? Forse sarà emerso anche il problema della tendenza a censurare eccessivamente certi argomenti? E a quel punto Davide Bonelli, che magari ha fatto qualche studio di marketing, ha preso coscienza che da solo non sarebbe più stato in grado di tenere in piedi la baracca e ha accettato di buon grado un aiuto esterno?

Ovviamente anche questo non possiamo saperlo...

Quello che possiamo ipotizzare con una certa sicurezza, però, è che nei prossimi anni potrebbero effettivamente verificarsi dei cambiamenti di qualche tipo. Anche solo per rendere più "internazionali" e moderni i prodotti della Bonelli.

Il che ci porta al motivo per cui ho parlato di tutte queste cose proprio su questo blog.

Al giorno d'oggi una serie a fumetti che vuole avere davvero successo nei paesi occidentali, e in particolare negli USA, può davvero permettersi di presentare SOLO personaggi omosessuali stereotipati, inverosimili, repressi, infelici, complessati, psicopatici, negativi e/o a misura di pregiudizio maschilista/omofobo/conservatore? La risposta, ovviamente, è no. Anzi, una caratterizzazione di questo tipo, ormai, rappresenterebbe un biglietto di sola andata per il boicottaggio e lo stroncamento di una qualsiasi serie che vuole coinvolgere un ampio pubblico.

Per esempio: il modo imbarazzante in cui DYLAN DOG ha dato spazio alle tematiche omosessuali nel 2015 (ne ho parlato QUI e QUI), l'avrebbe condotto in breve tempo a morte certa in un mercato dove DC Comics e IMAGE fanno a gara per inserire il maggior numero di personaggi LGBT e di ammiccamenti gay friendly... Tantopiù che Dylan Dog vive in una nazione, il Regno Unito, in cui gli omosessuali possono sposarsi, adottare e fare molte altre cose di cui, nelle sue storie, non si trova alcuna traccia...

E d'altra parte anche la tendenza bonelliana ad oggettificare il corpo femminile, trascurando del tutto il potenziale erotico (e omoerotico) di quello maschile, è il retaggio di una cultura arretrata, maschilista ed eterocentrica che ormai, sulla scena del fumetto internazionale, è stata accantonata da molto tempo...

Quindi se Simone Airoldi avesse davvero il compito di rinnovare gli standard della casa editrice, e considerando che Michele Masiero è gay, potremmo sperare in qualcosa di meglio anche da questo punto di vista? Sicuramente è ancora presto per dirlo (anche perchè essere gay non equivale ad essere gay friendly, o in grado di capire cosa questa parola voglia dire), ma ignorare l'evoluzione della società e continuare a impostare le serie Bonelli mettendo al primo posto il target degli ultracinquantenni conservatori e dei giovani "vecchi dentro" sarebbe sicuramente un suicidio annunciato...

Anche perchè le vere dinamiche che hanno portato al successo TEX, e di cui un giorno mi piacerebbe parlare (anche perchè finora non mi pare che l'abbia fatto nessuno), non sono più in atto da alcuni decenni, e il suo parco lettori è destinato inesorabilmente ad estinguersi... Trascinando con se tutto il parco lettori dei tipici eroi "bonelliani" che in un modo o nell'altro si sono ispirati a lui.

Quindi, a rigor di logica, un cambiamento di prospettive potrebbe essere l'unica opzione possibile.

Ora non ci resta che verificare se la logica prevarrà.

Alla prossima.

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