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venerdì 31 luglio 2015

PARCHI RAINBOW

Ciao a tutti, come va?
Di solito su questo blog non faccio pubblicità ad eventi commerciali, ma questa volta mi tocca fare un'eccezione a causa delll'eccezionalità socio-antropologica dell'evento in questione.

Per chi non lo sapesse a Roma, dal 1991, si tiene la serata Muccassassina, ovvero la storica serata LGBT della capitale (nata come iniziativa di autofinanziamento del circolo Mario Mieli), che da diverso tempo ha trovato posto presso la discoteca QUBE, che con i suoi 6000 posti è la discoteca più grande della città...

Sempre per chi non lo sapesse, a poca distanza da Roma (in zona Valmontone) dal 2011 è aperto Rainbow Magicland (CLICCATE QUI), il primo parco dei divertimenti tematico nei pressi della città eterna, nato dalla collaborazione fra la società Alfa Park e lo studio di animazione Rainbow S.r.L. (che realizza i cartoni delle WINX e molte altre cose)...
Infatti molte delle attrazioni e degli spettacoli del parco sono ispirati dalle varie serie animate che hanno reso popolare il marchio Rainbow S.r.L. nel mondo.

Perchè parlo nello stesso post della serata Muccassassina e del parco Rainbow Magicland?
Il fatto è che, incredibile a dirsi, proprio oggi a partire dalle ore 19.00 e fino alle 2.00 di sabato mattina, la serata del Muccassassina si trasferisce a Rainbow Magicland!


  A quanto mi risulta questa è la prima volta che un parco dei divertimeni italiano ospita ufficialmente un evento dichiaratamente LGBT, e al di là del fatto che si tratta di un'iniziativa prettamente commerciale bisogna prendere atto che sicuramente rappresenta una tappa abbastanza storica sotto diversi punti di vista...

In primo luogo perchè si porta una serata LGBT, con tanto di drag queen e cubisti, in uno spazio per famiglie, per giunta caratterizzato da personaggi di cartoni animati per bambini...

In secondo luogo perchè il mondo LGBT italiano sceglie di uscire da quelli che sono ritenuti i suoi spazi tradizionali... Peraltro prendendo atto che il mondo dei cartoni animati può rappresentare un punto di incontro fra il mondo del divertimento gay e il mondo del divertimento "per tutti"...

In terzo luogo perchè un parco che si chiama Rainbow Magicland, che ha arcobaleni dappertutto, una mascotte che si chiama Gattobaleno (che potrebbe benissimo sfilare al Gay Pride) e una scenografia kitch e barocca (come esigono i cartoni della Rainbow S.r.L.,) si è reso conto che potrebbe esercitare un'attrattiva supplementare per i turisti LGBT... Sia italiani che stranieri... E che sarebbe stato stupido continuare a fare finta di niente. Tantopiù che i cartoni animati della Rainbow S.r.l., tendenzialmente, hanno sempre manifestato una discreta quantità di risvolti queer (se si escludono alcuni scivoloni recenti, di cui ho parlato QUI).


Infine perchè, in un certo senso, segue l'esempio di diversi parchi Disneyland nel mondo, che da molti anni ospitano vari raduni della comunità LGBT (i cosiddetti Gay Days), che possono durare anche una settimana, con varie iniziative che si rivolgono specificamente a questi visitatori (che generalmente si riconoscono per via della maglietta rossa dell'evento)...

Forse l'esprimento di Rainbow Magicland non avrà i risvolti simbolici dei Gay Days di Disneyland, e di certo non farà "magicamene" cambiare le cose in Italia, ma sicuramente questa netta presa di posizione del parco, per giunta in un periodo in cui gli estremisti cattolici utilizzano proprio i bambini come arma per frenare il processo di integrazione e legittimazione della condizione LGBT, non è una cosa da poco... Anche solo perchè dimostra che chi ha interessi economici in Italia sta iniziando a rendersi conto del fatto che le persone LGBT non sono un problema, ma una risorsa, e del fatto che il corso della storia non si può fermare...

Nemmeno se da parte di un certo tipo di utenza arrivano delle critiche (come quelle che sono già arrivate sulla pagina facebook ufficiale del parco, e che trovate CLICCANDO QUI).

Certo si tratta di una goccia nel mare, ma per come vanno queste cose non mi stupirebbe se gli eventi LGBT al Rainbow Magicland diventassero più frequenti e partecipati, e portassero ad una serie di ulteriori sviluppi...

Staremo a vedere.

mercoledì 29 luglio 2015

TANTI AUGURI E CONIGLI MASCHI!

Ciao a tutti, come va?

Siccome il mio post del lunedì è stato occupato da altro mi sono colpevolmente scordato di festeggiare una data importantissima! Ebbene sì: mi sono dimenticato di ricordare che il 27 luglio era il compleanno di Bugs Bunny, il coniglio che è anche diventato la mascotte della Warner Bros... Per giunta in occasione dei suo 75° anniversario!

 Proprio il 27 luglio del 1940, infatti, il coniglio grigio più conosciuto al mondo ha debuttato “ufficialmente” nel cortometraggio animato “A Wild Hare” della serie “Merrie Melodies”, alle prese con l'imbranatissimo cacciatore Taddeo (in originale Elmer).

Dico ufficialmente perché una proto versione del personaggio, senza nome, apparve tre anni prima in “Porky’s Hare Hunt”, inseguito da Porky Pig.

In ogni caso, se ne parlo qui, è anche per ricordare un piccolo dettaglio che - ovviamente - in Italia è passato sotto silenzio anche nell'ambito dei siti di informazione gay... E cioè il fatto che Bugs Bunny è unanimamente riconosciuto come una delle primissime icone gay dell'animazione... Se non addirittura la primissima. Infatti quasi da subito ha mostrato un certa propensione a puntare sulla sua "femminilità", provocando i suoi avversari, confondendoli e/o facendogli perdere la testa per lui/lei... Umiliando - di fatto - i loro incontenibili istinti eterosessuali.

Manifestando da sempre anche una certa propensione a baciarli, tra l'altro con una certa passione, sulla bocca... Tant'è che il suo primo bacio gay risale proprio al cortometraggio “A Wild Hare” che viene celebrato in questi giorni come il suo esordio ufficiale...

Che gli animali della Warner Bros fossero più svegli e politicamente scorretti di quelli Disney non è una gran scoperta (e potrebbe anche essere uno dei motivi per cui in Italia non hanno mai goduto del sostegno riservato e Topolino & Co.), tuttavia nel caso di Bugs Bunny parliamo di un personaggio che - seppur col filtro dell'ironia - negli anni ha giocato con una gran quantità di tabù... Ritrovandosi in tutta una serie di situazioni che - a guardarle col senno di poi - erano decisamente gay friendly (e che finivano per coinvolgere spesso e volentieri proprio lo sprovveduto Taddeo)...

Sia come sia in 75 anni di vita le parentesi "travestite" di Bugs Bunny sono state quasi una costante, e il fatto che anche i suoi cartoni più vecchi siano stati continuamente replicati (anche dalla TV italiana) ha sicuramente contribuito al suo status di "icona gay" per grandi e piccini... Soprattutto durante periodi storici in cui il concetto stesso di "gay" era ancora osteggiato in tutti i modi possibili (tanto che negli USA chi si travestiva era considerato a tutti gli effetti un fuorilegge). E siccome non mi piace parlare a vanvera vi invito a dare un'occhiata ai video qui sotto...

Certo, nel 1996 (in occasione del film Space Jam) alla Warner Bros hanno pensato che fosse il caso di creare Lola Bunny, la coniglietta destinata a diventare la ragazza ufficiale di Bugs Bunny per dargli un minimo di contegno (e una parvenza di eterosessualità in anni in cui si cercava di rilanciare i personaggi Warner Bros nella TV generalista), ma resta il fatto che Bugs Bunny è e rimane un personaggio "polisessuale", come lo ha definito il critico cinematografico Jonathan Romney nel 2001...

Secondo me festeggiare il compleanno di di Bugs Bunny ricordando questo aspetto del personaggio, al di là di tutto, è particolarmente importante... Soprattutto in Italia e in questo periodo...

Visto che ultimamente sta iniziando a diffondersi un termine abbastanza odioso, ideato dagli estremisti cattolici per giustificare tutta una serie di affermazioni e richieste omofobe sotto mentite spoglie, che va sotto il nome di "teoria gender".

Per dirla in parole molto povere: il termine "teoria gender" è una sorta di minestrone fuorviante e volutamente confuso di tutte le paure che i cattolici più intransigenti associano all'avanzata dei diritti LGBT, e delle strategie finalizzate alla parità di trattamento fra uomini e donne... Facendo passare il tutto per un preciso complotto ordito da non meglio precisate lobby di potere gay, per corrompere le nuove generazioni e i sani valori di una volta, l'educazione dei bambini e il concetto di famiglia.

In Italia, dove la classe politica ormai non sa più a cosa appigliarsi per mantenere un minimo di appeal su un elettorato deluso e sfiduciato, i rappresentanti di diverse correnti politiche hanno sposato la crociata contro la "teoria gender" (che, vi ricordo, è qualcosa che di fatto NON ESISTE se non nella mente di chi la agita come uno spauracchio) e hanno deciso di prendere anche dei provvedimenti per la salvaguardia dei bambini e dei giovani in generale...

Intralciando i corsi di educazione sessuale nelle scuole pubbliche, ad esempio, e vietando nelle scuole materne ed elementari dei libri che ritengono fuorvianti per i giovanissimi... Magari libri che - orrore degli orrori - possono insegnare che viviamo in un mondo in continua evoluzione, in cui bisogna essere di ampie vedute e in cui la rigidità dei ruoli e dei pregiudizi - in tutti gli ambiti - è qualcosa di cui si può fare volentieri a meno. Il Sindaco di Venezia, ad esempio, di questi libri ne ha proibiti oltre quaranta...

Al di là della mostruosità dell'atto in quanto tale, penso che sia abbastanza evidente che si tratta di una strumentalizzazione messa in piedi da persone alquanto sprovvedute...  Talmente sprovvedute da non rendersi conto che Bugs Bunny continua a travestirsi e a baciare altri maschi (di svariate specie) da settantacinque anni, senza peraltro compromettere intere generazioni di bambini innocenti...

Alla prossima.

lunedì 27 luglio 2015

LUPIN - LA DISAVVENTURA ITALIANA

Ciao a tutti, come va?

Manco a farlo apposta anche per questo lunedì è saltato fuori un argomento "italiano" da affrontare.
Tutto parte dall'attesissima quarta serie di Lupin III, che - film e speciali a parte - rinnova il mito del personaggio sul piccolo schermo dopo una trentina d'anni (visto che la serie prequel "per adulti" Lupin The Third – La donna chiamata Fujiko Mine - datata 2012 - lo presentava come coprotagonista occasionale)...
Per quei pochi che non lo sanno ancora, la particolarità di questa serie (oltre alla giacca blu del protagonista) è che sarà tutta ambientata fra l'Italia e San Marino.

Che i giapponesi amino molto l'Italia non è una novità, e non è neanche una novità che gli italiani amino molto Lupin III... Visto che è un personaggio picaresco e spregiudicato, donnaiolo e impenitente, ladro infallibile e ingenuo beone al tempo stesso, che ha sempre suscitato una rara simpatia presso il pubblico del nostro paese.

Tuttavia il fatto che la sua nuova e attesissima serie fosse ambientata in Italia deve avere esercitato un fascino irresistibile persino su Mediaset, anche se oggi è diventata estremamente selettiva per quel che riguarda le serie giapponesi (e i motivi li ho spiegati nel lungo post che trovate CLICCANDO QUI)... Al punto di diffondere un comunicato stampa in cui annunciava che l'avrebbe presentata in ANTEPRIMA MONDIALE a fine maggio, su Italia Uno o su Italia Due.

Cosa che, però, a maggio non è mai avvenuta (senza che fosse fornita alcuna spiegazione).

Tuttavia a metà luglio è stato finalmente comunicato ufficialmente che l'arrivo della serie è previsto a partire dal 29 agosto, ogni sabato alle 22.30 su Italia Uno.

Per come vanno queste cose è probabile che non verremo mai a sapere quali riflessioni aziendali hanno portato a questo cambio di programma, ma per fortuna gli indizi non mancano, e portano a delle conclusioni abbastanza interessanti...

Partiamo da un dato di fatto: la serie LUPIN the Third - La donna chiamata Fujiko Mine è stata trasmessa anche in Italia, e senza censure, da Italia Due (anche perchè, se ci fossero state censure su una serie del genere, sarebbe stata la buona volta che i fan avrebbero dato fuoco a Mediaset)... Tuttavia, per non incorrere nelle multe AGCOM, nelle polemiche dei bigotti e in tutta una serie di altri problemi annessi e connessi è stata trasmessa (a due anni di distanza dalla messa in onda giapponese) come un prodotto a dir poco di nicchia... E cioè ogni lunedì alle ore 23.15, a partire dal 26 maggio 2014... Con una campagna pubblicitaria insignificante (per attirare il meno possibile l'attenzione dei media su un prodotto del genere, presumo), che probabilmente puntava tutto sul passaparola per cercare di raggiungere solo i fan più sfegatati e più "adulti".

Piccolo e non irrilevante dettaglio: l'erotica introduzione animata a tinte noir si concludeva con un bacio lesbico, e non è un caso...

Infatti in questa serie ci sono alcune parentesi lesbiche e bisessuali della protagonista, nonchè personaggi secondari estremamente ambigui e indefinibili... Come ad esempio Oscar, l'assistente dell'ispettore Zenigata, che non si capisce fino a che punto sia bisex, gay o transgender (anche se è evidente che ama follemente proprio il burbero ispettore Zenigata , qui presentato in una versione molto "cool", e che predilige i tacchi alti)...

In ogni caso con questa serie Italia Due aveva già tentato la carta della seconda (terza?) serata per quel che riguarda l'animazione giapponese, e per giunta proprio con i personaggi della saga di Lupin III nella loro versione più "trasgressiva"... E pertanto - a rigor di logica - anche la nuova serie di Lupin III, ambientata in Italia, avrebbe potuto trovare la sua giusta collocazione sul canale che trasmette le (poche) nuove serie animate giapponesi di Mediaset (e dove comunque erano state replicate da poco le vecchie serie di Lupin III)...

Però le cose sono andate diversamente... Come mai?

Di certo si sa che i primi annunci relativi alla trasmissione italiana della serie di Lupin III ambientata in Italia risalgono allo scorso ottobre, in occasione del MIPCOM di Cannes (l'evento per addetti ai lavori in cui l'entertainment mondiale propone i suoi prodotti al mercato europeo), dove probabilmente era stato perfezionato il contratto fra Mediaset e i giapponesi della TMS, a cui era seguito l'annuncio dell'anteprima italiana a partire da maggio... Anteprima che, presumo, per essere stata annunciata con tanto entusiasmo (persino in Giappone dalle riviste specializzate!) doveva già avere avuto il beneplacito dei giapponesi, che sicuramente avevano garantito abbastanza episodi pronti per iniziare la trasmissione italiana della serie a maggio...

Ma gli imprevisti, ovviamente, sono in agguato, soprattutto se si prendono le cose alla leggera e se ci si lascia guidare dai facili entusiasmi... In particolare quando non si sa esattamente con che cosa si ha a che fare.

Come dicevo prima, per vedere in Italia la serie Lupin the Third - La donna chiamata Fujiko Mine ci sono voluti due anni: questo significa che Mediaset ha avuto modo di visionare la serie e di valutare con calma dove collocarla nel modo migliore (e nel modo meno dannoso possibile)... E ha anche avuto modo di studiare una strategia per pubblicizzarla (o per NON pubblicizzarla, a seconda dei punti di vista).

Tuttavia con la quarta serie di Lupin non è andata così: probabilmente, con le puntate ancora in produzione, Mediaset ha visionato solo degli spezzoni, ha visto l'ambientazione italiana e deve avere perso la testa, acquistandone istantaneamente i diritti e pubblicizzandola da subito come una grande anteprima mondiale in esclusiva... Soprattutto considerando l'appeal che esercita Lupin nel nostro paese (e il potenziale introito pubblicitario generato da una serie del genere).

In effetti verrebbe addirittura il sospetto che le persone di Mediaset che sono andate al MIPCOM per visionare le proposte e stipulare i contratti non fossero quelle che avevano richiesto e gestito la serie di Fujiko Mine per Italia Due... Ignorando, quindi, che gli ultimi prodotti legati a Lupin potevano essere considerati in qualche modo "a rischio" per gli standard della TV italiana... Come, appunto, nel caso della sopracitata serie di Fujiko, in cui - per dirne una - la protagonista si è perfino divertita a impersonare l'insegnante lesbica di un esclusivo collegio femminile, per la gioia di diverse studentesse ansiose di sperimentare i suoi baci...

Ovviamente non possiamo sapere se la quarta serie di Lupin III raggiungerà certi livelli, ma possiamo supporre che seguirà comunque quella strada, piuttosto che quella tracciata dalle serie classiche di Lupin III arrivate in Italia negli anni '80... Anche se io sarei portato a credere che invece era proprio a quelle serie che pensavano i rappresentanti di Mediaset volati a Cannes, altrimenti non avrebbero certo acquistato con tanta leggerezza degli episodi non ancora ultimati, per poi pubblicizzarli a scatola chiusa...

Comunque, se questa teoria è esatta, quando sono iniziate ad arrivare le puntate integrali da doppiare, dalle parti di Mediaset qualcuno deve avere controllato meglio, e dopo avere strabuzzato gli occhi potrebbe essersi reso conto di avere fatto il passo più lungo della gamba, anche se ormai era troppo tardi per tornare indietro...

Anche perchè, nel frattempo, era stato contattato  persino il giovane rapper Moreno Donadoni (foto sotto) per interpretare la nuova sigla assieme a Giorgio Vanni, probabilmente nel tentativo di intercettare anche l'ampio pubblico dei teenager  "di tendenza" che seguono i talent show e amano il rap, che non necessariamente sono anche appassionati di animazione giapponese... Con l'evidente intento di sfruttare al massimo il potenziale commerciale di questa serie fin dalla prima messa in onda... E probabilmente è stato anche per questo motivo che alla fine si è deciso di trasmetterla su Italia Uno, che è un canale più generalista e commercialmente rilevante rispetto a Italia Due.
Anche la sigla di Moreno Donadoni e Giorgio Vanni era pronta per maggio (tant'è che è stata presentata al Milano Anime Expo, che si teneva proprio il 9 e 10 maggio)... Eppure su tutta l'operazione ad un certo punto è calato un silenzio inquietante, perlomeno fino a luglio...

Cosa è successo?

Il fatto è che questa serie di Lupin III ambientata in Italia, nonostante le apparenze, si sta rivelando molto di più che una semplice vetrina per il nostro paese. Tant'è che il produttore Kazuhide Tomonaga ha dichiarato che in questa nuova produzione Lupin sarà per certi versi più contraddittorio, maturo e vanesio ( ma anche meno goffo e smaccatamente buono) rispetto alle serie precedenti... In parole povere sarà una versione aggiornata del Lupin III comparso nella prima storica serie (quella in cui indossava la giacca verde), quella stessa serie che - per inciso - è stata la più censurata dalle reti Mediaset...

E in questo caso il fatto che la serie sia ambientata in Italia rappresenta un'aggravante, visto che - a quanto pare - verranno anche affrontati una serie di temi scottanti che si ispirano alla realtà italiana di oggi (dalla corruzione dei politici alle partite di calcio truccate). In parole povere, se da una parte questa serie metterà in risalto le bellezze del nostro paese, dall'altra evidenzierà i suoi problemi sociali e culturali, come corruzione, criminalità organizzata e via discorrendo...

Esattamente quel genere di cose di cui nel nostro paese non si può parlare senza tutta una serie di filtri e compromessi, che ovviamente i giapponesi non sono tenuti ad adottare. Tantopiù che Lupin III, nei fumetti, nasce proprio come personaggio satirico e grottesco (e l'Italia di oggi, in effetti, offre tantissimi spunti in questo senso).

Tra l'altro alle sceneggiature abbiamo Yuya Takahashi, un autore che certo non ha peli sulla lingua in fatto di denuncia sociale e tematiche "adulte", e che peraltro con la serie Tiger & Bunny ha anche dimostrato di avere una certa dimestichezza con le allusioni LGBT e i personaggi visibilmente omosessuali... Cosa, questa, che a quanto pare potrebbe caratterizzare anche il suo contributo alla serie "italiana" di Lupin III, e fin dal primo episodio...
Infatti il Corriere della Sera, che evidentemente lo ha già visto doppiato in italiano, riporta che:

"La prima puntata, a San Marino, si apre con una sorpresa. Fede al dito, Lupin è all’altare, pronto a sposarsi. Al suo fianco però non c’è la sua fissazione Fujiko, ma l’ereditiera di una catena d’alberghi con un passato da modella che finisce spesso sui giornali di gossip: una Paris Hilton di cartone non molto distante dalla Paris Hilton di plastica che conosciamo, a cui però non difetta il senso dell’umorismo. Maliziosa e per niente scandalizzata si chiede se l’uomo infuriato che vuole interrompere la cerimonia (l’ispettore Zenigata) non sia per caso il fidanzato geloso di Lupin." 

Quindi, ricapitolando, la sensazione è che a Mediaset avessero pensato di opzionare un certo tipo di prodotto, che grazie all'ambientazione italiana poteva avere un potenziale commerciale molto interessante, ritrovandosi poi per le mani qualcosa di completamente diverso... Senza peraltro potere ricorrere all'opzione della censura (perchè ora il pubblico non gliela farebbe mai passare liscia)... E così Moreno Donadoni e Giorgio Vanni si sono ritrovati a dover interpretare una tarantella rap, dove - per la prima volta in una sigla italiana di cartoni animati - si è ritenuto opportuno utilizzare la parola "mafia"... E non penso che questa parola sia stata inserita proprio a caso.
Al di là del fatto che questa sigla non è piaciuta quasi a nessuno (al punto che è partita persino una petizione online per abolirla, che potete trovare CLICCANDO QUI), direi che è abbastanza rappresentativa del piccolo corto circuito produttivo che ha coinvolto Mediaset in questa occasione... Un corto circuito che potrebbe essere il motivo che l'ha portata a posticipare la partenza della serie da metà maggio a fine agosto: per valutare al meglio le proprie mosse e limitare i rischi... E magari per trovarle una collocazione in palinsesto diversa da quella prevista inizialmente: una collocazione che tutelasse in qualche modo l'emittente da certi contenuti potenzialmente compromettenti...

E quindi quale mossa migliore se non quella di trasmettere la suddetta serie il sabato alle 22.30? Quando l'AGCOM non pretende contenuti protetti, quando i bambini sono a letto, i giovani sono fuori con gli amici e gli unici adulti che potrebbero seguirla sono quelli che amano già il personaggio e quindi sono meno propensi a montare polemiche?

Certo proporla il sabato a quell'ora è quasi un suicidio assistito, ma a questo punto non c'erano molte alternative... Anche perchè con la notevole campagna pubblicitaria che hanno fatto avventatamente partire, fin da subito hanno creato molte aspettative...

Tra l'altro parliamo di una serie che durerà ventisei episodi, che però in buona parte non sono ancora stati ultimati e dei quali - probabilmente - Mediaset ignora ancora il contenuto nei dettagli. Cosa potrebbe succedere se questa serie toccasse argomenti che non sono proponibili nemmeno alle 22.30 di sabato?

Cosa accadrebbe se, per fare un esempio, parlasse di politicanti italiani xenofobi e/o nostalgici fascisti? E se parlasse di forze dell'ordine violente e colluse con la criminalità? E se i carabinieri non ci facessero una bella figura? E se prendesse di mira degli alti prelati in qualche modo "riconducibili" a figure esistenti? E se venisse messo in mostra il modo con cui gli italiani fanno andare in malora il proprio patrimonio artistico (tanto caro ai giapponesi)? O il fatto che in Italia ci sono alcune città in cui la malavita detta legge? E se una puntata si ispirasse a scandali realmente accaduti, che magari riguardano personaggi in qualche modo vicini a Mediaset stessa? Dopotutto una puntata in cui Lupin III si ritrova dalle parti di Milano e si imbatte nelle orge di qualche politico lussurioso non sarebbe poi così inverosimile...


Certo le mie, al momento, sono solo supposizioni... Però qualcosa mi dice che sono le stesse supposizioni che hanno iniziato a fare dalle parti di Mediaset...
E se si concretizzassero cosa potrebbe accadere?

La serie verrebbe spostata alle 24.00 di domenica notte? Verrebbe interrotta bruscamente? Verrebbe offerta solo in streaming su internet?

E se questo accadesse il grande pubblico inizierebbe a capire, finalmente, che in Italia abbiamo qualche problemino legato alla libertà di espressione, alle lobby di potere e ai conflitti di interesse nei media?

Chissà...

Forse sto prendendo un granchio, ma qualcosa mi dice che quando questa serie partirà (sempre che non venga ancora rimandata per via di qualche "misterioso" motivo) si creerà un po' di tensione... E forse non avrà una vita molto facile...

Staremo a vedere.

Sicuramente la prima impressione è che in questa occasione Mediaset abbia dimostrato una volta di più di essere ormai incompatibile con un certo tipo di pubblico, quello che ha delle delle esigenze precise e che non è più disposto ad adeguarsi ai conflitti di interesse di un'emittente televisiva e della sua dirigenza... Anche perchè adesso, con internet, ha infinite alternative e avendo il coltello dalla parte del manico non accetta più di essere preso in giro...

Tant'è che, a pochi giorni di distanza dall'anteprima della sigla ufficiale, su youtube ha già iniziato a spopolare una sigla non ufficiale realizzata da un gruppo di fan (delusi) di Lupin... Al punto che è già partita una nuova petizione (CLICCATE QUI) per chiedere a Mediaset di renderla la sigla ufficiale al posto di quella di Moreno e Giorgio Vanni...
Si avvicina la resa dei conti?

Alla prossima.

venerdì 24 luglio 2015

VIDEOGAMES GAY ITALIANI!

Ciao a tutti, come va?

Districarsi fra le varie piattaforme di crowdfunding alla ricerca di cose che vale la pena sostenere economicamente sta diventando obbiettivamente difficile... E spesso le produzioni più premiate sono quelle che possono contare sull'appoggio di siti esterni o che che trovano il modo per diventare virali. Così può anche succedere che delle idee interessanti passino sotto silenzio e corrano il rischio di non andare in porto...

Fra queste, forse, c'è anche la campagna di crowdfunding per la realizzazione di un videogame con grafica 8bit che si chiama Gayway, e che evidendentemente vuole omaggiare i pionieristici giochi degli anni '80 in stile Commodore 64 (la campagna per la raccolta fondi la trovate CLICCANDO QUI).

La trama del gioco, già da sola, meriterebbe di farci un pensierino: Frank si reca a Strongtown (la cittadina omofoba di provincia da cui era fuggito anni prima), ed è determinato a trovare l’assassino di suo padre. Per fare questo chiede aiuto ai suoi amici Rus, Tim, Leon e Jake (ovviamente gay dichiarati come lui). I residenti di Strongtown non sembrano apprezzare la presenza dei nuovi arrivati, ma Frank e i suoi amici hanno gli anticorpi necessari per tenergli testa, ed eventualmente per aiutare gli abitanti di Strongtown a diventare meno omofobi... E meno repressi.
Il gioco sembra una via di mezzo fra un action-adventure game e una visual novel giapponese, e la grafica retrò applicata ad un prodotto del genere gli dà effettivamente un tocco di originalità. Ora bisognerà vedere se in un mese i suoi ideatori riusciranno a raggiungere i 50.000 euro necessari per la messa in produzione...

Tuttavia - sorpresa sorpresissima sorpresa -  la cosa davvero interessante di questo progetto è che è realizzato dalla  CAMOUFLAME (CLICCATE QUI), che è una piccola casa di produzione di videgames che ha sede a... Firenze!!! Quindi, tecnicamente, questo sarebbe IL PRIMO VIDEOGAME A TEMATICA LGBT REALIZZATO INTERAMENTE IN ITALIA!!!

Quindi diciamo pure che l'eventuale raggiungimento del suo traguardo avrebbe un NOTEVOLISSIMO valore simbolico... Anche perchè, nascendo in Italia, questo progetto non può  comunque contare sul tipico appoggio che questo genere di crowdfunding potrebbe avere partendo dagli USA o da altre realtà in cui sono presenti comunità LGBT più solide e strutturate di quella italiana, soprattutto dal punto di vista degli appassionati di videgames.

In ogni caso in bocca al lupo.

Alla prossima

mercoledì 22 luglio 2015

INTERVISTA

Ciao a tutti, come va?

Anche se qualcuno pensa il contrario io mi sento sempre un po' a disagio quando metto al centro dell'attenzione qualcosa che riguarda me, quindi oggi sarò di poche parole. Dopo una lunga attesa finalmente FUMO DI CHINA ha pubblicato l'intervista che mi ha fatto Fabrizio Mazzotta, su due pagine del numero 240/241 che inizia ad essere distribuito adesso (e che era disponibile a Riminicomix lo scorso fine settimana).
Siccome dubito che comprereste la suddetta rivista solo per la mia intervista, e siccome so che se avete già in mente di comprarla di certo non eviterete di comprarla dopo aver letto la mia intervista, spero di fare cosa gradita condividendola con voi qui di seguito...


A parte la foto (che hanno recuperato su internet e che non mi piace, ma che non mi andava di fargli cambiare passando per un rompiscatole), penso che l'intervista riassuma bene quello che penso (anche se riuscire a fare stare tutto in 10.000 battute è stato impegnativo). E mi ha fatto piacere che non sia stata ritoccata. Tra l'altro il direttore della rivista ha detto che se mi va gli piacerebbe che scrivessi qualche pezzo su argomenti di cui non parla nessuno...
E in effetti qualcuno che ha comprato in anteprima Fumo di China a Riminicomix mi ha già aggiunto su facebook dopo averla letta...

Quindi quasi, quasi...

Mhhh...

Adesso vediamo che si può fare...

lunedì 20 luglio 2015

CHIARIMENTI...

Ciao a tutti, come va?
Oggi volevo cogliere l'occasione per chiarire la mia posizione riguardo al post dell'ultimo lunedì (CLICCATE QUI), che a quanto pare ha innescato qualcosa, anche se al momento non saprei dire esattamente cosa...

Mi spiego meglio: da una parte su facebook c'è stata un piccola esplosione di solidarietà nei confronti di Luca Vanzella da parte di alcuni suoi colleghi, e questo è sicuramente positivo... Ma dall'altra c'è stata una caccia disperata a link alternativi a quello che avrebbe condotto al post sul mio blog... La cosa ironica è che, guardacaso, anche se l'esplosione di solidarietà si è verificata proprio DOPO la pubblicazione del mio post (che è arrivato nel primo mattino del 13 luglio, e se non ci credete potete controllare), quasi tutti hanno condiviso link  che rimandavano ad un articolo dell'8 luglio (CLICCATE QUI), in cui però era impossibile identificare Luca Vanzella, o ad un articolo di Repubblica che risaliva addirittura al 14 ottobre scorso (CLICCATE QUI) e che ovviamente NON riguardava i problemi di permesso di soggiorno che si sono verificati questo mese con la Questura di Bologna (e che potrebbero portare all'espulsione di Roberto)! Quindi, di fatto, sembrerebbe che tutta la gente che ha condiviso l'articolo di Repubblica abbia espresso la massima solidarietà riferendosi a una situazione diversa da quella che sta preoccupando Luca Vanzella e suo marito in questo momento... Anche perchè a Roberto è arrivato il rifiuto del permesso di soggiorno il 30 giugno.

Cosa vorrà dire?

Chissà...

Comunque - da quel che ho visto - non è stato utilizzato molto nemmeno l'articolo di Gay.It che nel mio post avevo citato come fonte (CLICCATE QUI), e che - per assurdo - sarebbe stato l'unico che avrebbe potuto dimostrare che tutte queste persone avevano scoperto il caso di Luca Vanzella di recente a prescindere dal mio post (visto che era l'unico articolo che utilizzava delle foto in cui Luca Vanzella era riconoscibile). Per inciso: il suddetto articolo risaliva al 7 luglio, quindi a 5 giorni prima del mio post (e infatti uno dei motivi per cui ho aspettato 5 giorni è stato proprio quello di voler verificare se qualcuno ne avrebbe parlato prima di me)... 

Eppure, ribadisco, anche se le espressioni di solidarietà (e in particolare quelle con i link condivisi sulla pagina facebook di Luca Vanzella, che trovate CLICCANDO QUI) sono arrivate in massa proprio dopo la mattina del 13 luglio, quasi nessun professionista ha condiviso il mio post... Fra i pochi ci sono stati la fumettista Patrizia Mandanici, la sua collega Anna Lazzarini, lo sceneggiatore Manfredi Toraldo e Massimiliano Clemente (che ha espresso solidarietà anche a nome di tutta l'Editrice Tunué, di cui è direttore editoriale, che è stata l'unica casa editrice a prendere una posizione ufficiale), mentre la maggior parte delle persone ha ripiegato sui link di cui sopra...

Viene davvero da chiedersi perchè... 

Forse perchè il mio tono critico era troppo compromettente e/o irritante per i loro standard di condivisione? Perchè non volevano fare la figura di quelli che si sono mossi solo dopo il mio sollecito? Perchè non era nel loro interesse farmi pubblicità? Perchè alcuni di loro sapevano che in passato mi sono soffermato più volte su alcune criticità degli editori per cui lavorano e temevano che spingere delle persone dalle mie parti sarebbe stato contrario al loro interesse? Perchè il mio blog è troppo di parte (e il sito Gay.It lo è altrettanto)?

Non lo so.

D'altra parte se quello che scrivevo non era del tutto condiviso sarebbe bastato fare come ha fatto Patrizia Mandanici, che sulla sua pagina facebook  ha riportato il link al mio blog dissociandosi da alcune cose con cui non era d'accordo, e spiegando il perchè.

Quel che è certo è che qualcuno si è sentito urtato dal tono del mio post, e non ha mancato di farlo presente sia pubblicamente che in privato. Ovviamente si tratta di opinioni legittime, tuttavia non ho potuto fare a meno di rimanere un po' perplesso leggendo alcuni commenti qua e là. Ad esempio Marcello Toninelli è intervenuto sulla pagina pubblica di Patrizia Mandanici (che aveva appena precisato che, secondo lei, tanto silenzio intorno alla questione era dovuto al fatto che tanti colleghi non ne erano al corrente), dicendo che: 

"Anche io ignoravo assolutamente la notizia, e comunque trovo vagamente ricattatorio e presuntuoso il tono dell'articolista (non ho neanche guardato chi era). Anche se sono contro tutte le discriminazioni, questo atteggiamento mi fa proprio passare la voglia di parlarne. Mi dispiace per i due Sposi Negati, ma hanno trovato un pessimo comunicatore."

Trovate tutta la discussione CLICCANDO QUI. Che posso dire? Considerando che - forse - senza la mia segnalazione la cosa sarebbe stata ancora ignorata più del dovuto, il fatto di aver fatto passare la voglia di parlarne a qualcuno è stato il male minore. E d'altra parte nessuno mi ha scelto per comunicare alcunchè. Tuttavia il fatto che il mio post sia stato definito "ricattatorio" mi ha lasciato un po'  perplesso... Perchè la mia intenzione era quella di porre degli interrogativi e di sollecitare delle reazioni, non certo di spingere qualcuno a fare qualcosa contro la sua volontà... In cambio di cosa, poi? Del superamento del senso di colpa e dell'angoscia che gli avrei causato io con il mio post? 

Non penso proprio di avere questo potere...

Piuttosto mi verrebbe da pensare che, dopo che la notizia ha iniziato a circolare (proprio a partire dal mio post), qualcuno si sia sentito - più che ricattato - dibattuto fra l'intenzione di esprimere la sua solidarietà per non fare brutta figura (e per sentirsi con la coscienza a posto) e l'opportunità di non esprimerla per evitare di indisporre qualcuno (valutando anche eventuali ripercussioni sociali e lavorative)... Magari rischiando di intaccare un certo status quo, per cui i matrimoni gay sono uno di quegli argomenti su cui un fumettista italiano non dovrebbe mai esprimersi, nemmeno sui social (e soprattutto se non l'ha mai fatto prima)...

Sinceramente non saprei cosa pensare, visto che non si è trattato di un caso isolato. In privato, ad esempio, mi ha contattato un altro professionista (di cui non riporto il nome, perchè si tratta appunto di un messaggio privato) che lavora per uno degli editori per cui ha lavorato Luca Vanzella. 
Mi ha scritto:

"Ciao Wally, non ci conosciamo. Sono uno dei tantissimi fumettisti che il 13 luglio ha condiviso un articolo di sensibilizzazione sulla questione di Luca e Roberto senza aver minimamente letto il post che hai scritto sul tuo blog che, ammetto, di aver letto solo oggi. Per quanto io apprezzi tanto la tua opera di sensibilizzazione, mi lascia davvero perplesso quel sottotesto che inserisci a un certo punto, quello del voler vedere adesso chi si esporrà per Luca e Roberto, come se qualora qualcuno non lo facesse sarebbe di certo una persona orribile. Non m'è piaciuto. Ognuno deve essere libero di esprimere la sua solidarietà e il suo pensiero nelle modalità che ritiene più giuste, senza per forza dover dimostrare qualcosa a qualcuno. Metterla sempre sul conflitto, anche quando in caso come questi, non servirebbe affatto, mi sembra squalificante. Tutto qua. Buon proseguimento."

Il punto, però, è che in quel post volevo solo sottolineare il fatto che ero estremamente curioso di vedere chi e come avrebbe espresso la sua solidarietà... Visto che, secondo me, sul mondo del fumetto italiano aleggia sul serio un clima vagamente ricattatorio su certe questioni. Io non ho mai detto che chi non avrebbe espresso la sua solidarietà sarebbe stata una persona orribile, ma semmai ho suggerito che si sarebbe rivelata una persona ipocrita... Nel senso che, presumo per una questione di marketing, ci viene sempre rimandata un'immagine del mondo del fumetto italiano spigliata, emancipata e innovativa... Piena di professionisti spigliati, emancipati e innovativi, che come tali si atteggiano... Quando in realtà le cose NON stanno esattamente così (e il modo in cui viene affrontata la questione LGBT ne è la prova, a mio modesto parere). Sollecitare la diffusione del caso di Luca Vanzella e di suo marito (che peraltro molte persone hanno continuato a definire solo "compagno", nonostante gli attestati di solidarietà), in un certo senso, era anche un modo per mettere alle prova questo stato di cose..

Ovviamente nessuno doveva sentirsi obbligato ad esporsi pubblicamente per esprimere la propria solidarietà, ma in questo caso specifico esprimerla di nascosto (o magari parlandone ad un gruppo circoscritto di persone, in stile circolo privato) a cosa sarebbe servito? A tutelare chi la voleva esprimere senza esporsi più di tanto? A dimostrare che tutta la questione è un problema "privato" dei diretti interessati e non un problema di diritti civili in Italia, e men che meno del mondo del fumetto? A giustificare chi ritiene che attorno a queste cose è meglio fare poco casino per non fare la figura di quelli che sono troppo schierati? A salvaguardare quei professionisti che per tirare a campare collaborano in qualche modo con varie istituzioni religiose (e che in Italia sono più numerosi di quanto si creda)?

Se così fosse sarebbero tutte decisioni legittime (e in qualche caso comprensibili), ma in un caso come questo, se la solidarietà non si "dimostra" pubblicamente, è ancora solidarietà?
Mhhh...

In ogni caso posso garantire che il mio scopo con questo blog non è mai stato quello di mettermi su un piano aggressivo/conflittuale. Posso avere tanti difetti, e altrettanti può averne questo blog, ma non ho mai pensato che porsi in questo modo possa servire a risolvere i problemi... E chi mi conosce di persona lo sa.

Semmai mi diverto a mettere in luce i conflitti di interesse altrui, soprattutto se non lo fa nessun altro, anche perchè penso che siano alla radice di molte situazioni di cui si potrebbe fare volentieri a meno.

Se solo per il fatto che pungolo, sollevo dubbi e pongo domande scomode (peraltro con una serie di argomentazioni ben documentate, credo), e lo faccio con un tono vagamente inquisitorio, posso risultare irritante - o addirittura passare per un promotore di conflitti o per una specie di cellula eversiva - mi viene da pensare che forse un problema c'è davvero e non è rappresentato tanto da me, quanto dal fatto che finisco per toccare dei nervi scoperti... E risulto irritante di conseguenza...

Anche perchè se a volte il mio tono risulta eccessivamente polemico e rancoroso (e giuro che non è quella l'intenzione) forse è perchè, analizzando alcune situzioni e facendo alcuni confronti, mi sembra davvero di essere stato preso in giro sia come appassionato di fumetti che come persona (in particolare dal punto di vista LGBT, ma non solo da quello)... E, anzi, per dirla tutta ho proprio la sensazione che nel nostro paese in questo senso si sia consolidata una tradizione pluridecennale, nell'indifferenza generale.

Certo potrei sempre sbagliarmi, e mi piacerebbe davvero che ogni tanto sul mio blog qualcuno - soprattutto fra quelli che sostengo di avere colto con le mani nella marmellata - intervenisse per ribattere alla mie conclusioni con argomentazioni valide, dati che non conosco, esempi concreti (e documentati)... Anche solo per innescare un confronto costruttivo...

Però non lo fa nessuno... E così la sensazione di avere centrato il punto aumenta, e con essa la sensazione di essere stato preso in giro...

Sicuramente le tante manifestazioni di solidarietà professionale verso Luca Vanzella sono state un segnale positivo, ma il fatto che nella quasi totalità dei casi il post che ha innescato tutto sia stato omesso (preferendo condividere link che non accennavano nemmeno al fatto che Luca Vanzella era uno sceneggiatore, o addirittura link risalenti a ottobre 2014...) è abbastanza indicativo, penso... E mi auguro che questa non passi come una polemica gratuita, ma come una constatazione. Così come è indicativo il fatto che, al momento, nessun sito o blog sui fumetti di una certa portata (a parte Fumetti di Carta, che però è gestito da un mio affezionato follower, e fumetti.org che ha rilanciato il post di Fumetti di Carta)  abbia ancora segnalato che c'è uno sceneggiatore di fumetti che in Italia ha problemi di diritti civili (anche se si trova spazio persino per riportare le posizioni di Hayao Miyazaki sulla riforma della Costituzione Giapponese, e CLICCATE QUI se non ci credete)...

A voi decidere cosa pensare... In completa autonomia, ovviamente.

Alla prossima.

venerdì 17 luglio 2015

SUPER GIGANTI GAY...

Ciao a tutti, come va?

Forse saprete che l'evento cinematografico MARVEL dell'estate è rappresentato dal film ANT-MAN, dedicato all'omonimo supereroe (che debuttò addirittura nel 1962).

Ora: siccome ogni film MARVEL muove tutta una serie di iniziative di marketing collaterali, anche da parte della casa editrice, può essere interessante notare che per sfruttare al meglio questo film si è cercato di ammiccare direttamente al pubblico gay e gay friendly.

Andiamo con ordine.

Il primo Ant-Man (nei fumetti come nel film) è stato lo scienziato Hank Pym, che aveva inventato delle "particelle" speciali in grado di ridurre le sue dimensioni e un elmetto che gli permetteva di comunicare con gli insetti... Donando nel frattempo alla sua assistente (poi moglie e infine ex moglie) Janet anche delle ali da insetto, che si manifestavano quando si rimpiccioliva, e il potere di lanciare scariche di energia, facendola diventare la supereroina Wasp.
Nei fumetti Ant-Man e Wasp furono fra i membri fondatori degli AVENGERS.

Successivamente Hank Pym decise di sfruttare le sue particelle non solo per rimpicciolirsi, ma anche per ingrandirsi, prendendo il nome di Giant-Man...

E poi di Goliath nella sua versione potenziata...

Più avanti Hank Pym ebbe una crisi d'identità e tornò a preferire le dimensioni ridotte, costruendosi un costume in grado di volare e facendosi chiamare Calabrone...

Poi si sarebbe scoperto che le "particelle" di sua invenzione, senza le dovute cautele, avevano minato la sua sanità mentale, facendolo diventare anche un super criminale e rendendolo un marito violento (e infatti Wasp lo abbandonò e lo fece radiare dagli AVENGERS). In ogni caso in quel periodo Hank Pym iniziò a scegliere dei successori a cui concedere i poteri e i costumi speciali che non usava... Così Scott Lang divenne il nuovo Ant-Man (nel 1979)...

Mentre, al suo assistente di colore Bill Foster, Hank Pym concesse il potere di ingrandirsi e di diventare Black Goliath (nel 1975)...

In realtà nell'universo fumettistico MARVEL ci sono stati molti altri personaggi che hanno sfruttato in maniera più o meno appropriata le scoperte di Hank Pym, con o senza il suo permesso, me non mi sembra il caso di approfondire il discorso qui. Vi basti sapere che negli anni successivi Hank Pym si ritirò più volte e più volte tornò in azione, cambiando decine di costumi e testanto numerose varianti dei suoi poteri, fino a quando - proprio di recente - non ha perso la vita (nella saga Rage of Ultron), mentre era in una fase in cui indossava i panni di Giant-Man...

Nell'universo MARVEL le morti non sono quasi mai definitive, e sicuramente non sono accidentali se di mezzo c'è un film su cui si sono investiti dei soldi... Per questo acquista particolare interesse il fatto che, proprio nel mese in cui ANT-MAN debutterà nelle sale americane, Scott Lang abbia deciso chi sarà il successore di Hank Pym nei panni di Giant Man... Scelta che è avvenuta su Ant-Man Annual 1...

E la cosa curiosa è che la scelta è caduta su un personaggio che ha debuttato proprio in questo albo (anche se, con un abile gioco di flashback, è risultato essere una vecchia conoscenza di Hank Pym e Scott Lang, che in passato ha saputo guadagnarsi la loro più completa fiducia)... Il suo nome è Raz Malhotra ed è di evidenti origini indiane...

Tuttavia la cosa più interessante è che è gay, e che è proprio il suo partner che - dopo avergli dato un affettuoso bacio sulla guancia - gli consegna un misterioso pacco spedito da Scott Lang.. Che si rivela contenere il costume di Giant-Man e una "lettera d'incarico"!

Morale della favola: ora il titolare del costume e del nome di uno dei personaggi "storici" della MARVEL è gay (e in coppia)... E il fatto che questo passaggio di consegne sia avvenuto proprio durante il debutto di ANT-MAN al cinema sembra tutto fuorchè un caso.

Probabilmente anche alla MARVEL avranno voluto ottimizzare l'ondata gay friendly che ha travolto gli USA (e il mondo) dopo la sentenza della Corte Suprema, collegandola in qualche modo al loro ultimo film in uscita... A riprova del fatto che ormai la questione gay non solo è stata ampiamente sdoganata, ma ha iniziato anche ad essere un elemento di tendenza che può portare dei benefici collaterali.

E, visto che MARVEL e DC COMICS sono sempre in competizione, non mi stupirebbe affatto se il debutto del nuovo Giant-Man si evolvesse in un progetto di più ampia portata, in grado di competere con la nuova serie DC dedicata a Midnighter (usando a sua volta il film di ANT-MAN come traino)...


Anche perchè, piccolo e non irrilevante dettaglio, la maggior parte dei personaggi gay lanciati dalla MARVEL sono mutanti, e siccome i diritti di sfruttamento cinematografico dei mutanti MARVEL sono ancora in mano alla FOX (che tra l'altro ha già iniziato a promuovere il nuovo film degli X-Men) e alla MARVEL conviene puntare su un personaggio gay da sfruttare direttamente, è evidente che si è resa necessaria la creazione di un personaggio gay libero da questo tipo di vincoli... E magari un personaggio gay legato in qualche modo al marchio AVENGERS, che adesso va fortissimo.

E in effetti, messa così, la cosa acquista un certo senso.

Staremo a vedere cosa ci riserverà il futuro... E soprattutto vedremo se anche questa versione di Giant-Man verrà coinvolta in qualche siparietto interessante come quelli che hanno visto protagonista la versione di Hank Pym presentata dall'universo Ultimate... Che non sempre portava con sè dei costumi adeguati al suo cambio di dimensioni...



In ogni caso, marketing a parte, il nuovo Giant-Man è sicuramente il riflesso dei tempi che cambiano, e di come le case editrici che vogliono restare sulla cresta dell'onda non possono ignorarlo...

Ognuno faccia le sue riflessioni.

Alla prossima.