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lunedì 1 giugno 2015

IL PARERE DI ANTONIO SERRA

Ciao a tutti, come va?

Come promesso anche oggi continuo a commentare in differita le interviste che pubblica il sito FUMETTOLOGICA, e che coinvolgono noti sceneggiatori della casa editrice Bonelli a cui viene chiesto un parere sul rapporto fra l'omosessualità e il fumetto popolare (che poi è il genere in cui si è specializzata la Bonelli).

Ovviamente la rappresentazione dell'omosessualità è un tema che si allaccia a molti altri, e lascia un ampio margine di discussione attorno all'idea di fumetto "popolare", e soprattutto attorno all'idea che ne hanno dalle parti della Bonelli... Tant'è che questa seconda intervista, dedicata ad Antonio Serra (co-creatore di NATHAN NEVER e LEGS WEAVER e ideatore di GREYSTORM), ha finito per scoperchiare tutta una serie di pentoloni che - finora - nessuno aveva mai avuto il coraggio di scoperchiare ufficialmente... Nonostante una certa puzza di bruciato si fosse diffusa ormai da diversi anni...

Infatti, con le risposte alle domande che gli ha rivolto Massimo Basili (CLICCATE QUI per leggerle integralmente), probabilmente Antonio Serra ha fatto mancare la terra sotto i piedi a tutti quelli che erano davvero convinti che la Sergio Bonelli Editore avesse sempre avuto un atteggiamento fondamentalmente gay friendly... Quelli che, per inciso, quando affronto il tema "Bonelli" in questo blog sostengono che sono pessimista, severo e di parte, per poi rinfacciarmi regolarmente il fatto che LEGS WEAVER è un personaggio Bonelli, ed essendo lesbica dimostra che la Sergio Bonelli Editore è da tempo all'avanguardia...

E invece da questa intervista, già solo con la prima risposta, apprendiamo UFFICIALMENTE che:

1) Legs Weaver venne concepita come lesbica, certo, anche perchè il futuro in cui si muove doveva avere degli appigli con la realtà, ma siccome Antonio Serra sapeva che il tema era tabù in Bonelli decise di mantenere l'argomento "sottotraccia"... Della serie "chi ha orecchie per intendere intenda", insomma... E per sicurezza non disse nulla della cosa nemmeno a Sergio Bonelli stesso, che scoprì che Legs era lesbica solo a seguito di alcune dichiarazioni rilasciate da Antonio Serra anni dopo, quando Legs era al culmine della popolarità... E Sergio Bonelli, a quanto pare, invece di congratularsi per la trovata ci rimase MALISSIMO!

2) In Bonelli funziona che più una testata è venduta (e/o spera di vendere) e più è tenuta ad evitare argomenti "sensibili"... E questo spiegherebbe perchè, dopo la reprimenda di Sergio Bonelli, LEGS WEAVER ha cambiato tono e sfumature, divenendo meno "trasgressiva" e rispecchiando sempre più spesso lo stereotipo della cripto-lesbica tormentata... Anche se questo - paradossalmente - ha allontanato i suoi lettori e ha portato la serie alla chiusura... Inoltre questo spiega anche perchè il lato lesbico di LEGS WEAVER ora trova spazio soprattutto nei supplementi della saga di Nathan Never (come AGENZIA ALFA, LA SQUADRA FANTASMA, ecc), che ormai  sono acquistati solo dai fans fedelissimi (ne parlo nel dettaglio QUI). Il ragionamento alla base di tutto ciò, quindi, è che meno gente legge una storia e meno gente può rimanere scontenta, e di conseguenza il suo eventuale allontanamento non influisce più di tanto sulle vendite COMPLESSIVE della casa editrice... Rendendo le serie meno vendute quelle in cui si può osare (leggermente) di più.

3) Antonio Serra ammette che in Bonelli l'omosessualità è un argomento spinoso, e che quando viene affrontato si punta ancora molto su stereotipi e luoghi comuni. E la ragione è che, siccome l'editore vuole mantenere il più ampio consenso possibile anche parlando di argomenti su cui l'opinione pubblica si divide, sceglie di farlo nel modo che reputa il più "condiviso" da parte del suo pubblico... Quindi, applicando questo ragionamento, se ne deduce che la Bonelli  SCEGLIE di offrire una rappresentazione stereotipata e poco assertiva dell'omosessualità, perchè rispecchia meglio l'opinione generalizzata che - tradizionalmente e storicamente - se ne avrebbe in Italia... Anche se ormai pensarla in questi termini è abbastanza anacronistico...

A questo punto mi piacerebbe che qualcuno mi confermasse che in Bonelli sanno la differenza fra "popolare" e "populista", perchè inizio a pensare che in questo caso i termini siano un tantino confusi...

Tant'è che Antonio Serra dice proprio che in Bonelli:

"...affrontare un tema come l’omosessualità in maniera non banale e in modi che non solo non siano ormai superati, ma che non siano addirittura offensivi, è obbiettivamente difficile."

E man mano che procede con l'intervista scopriamo che Antonio Serra è un vero e proprio attivista per i diritti LGBT all'interno della casa editrice. Infatti oltre ad annunciare alcuni nuovi progetti che dovrebbero puntare l'attenzione sulla vita sentimentale di Legs Weaver e di almeno un suo comprimario, si lascia scappare che:

"Per concludere, come autore, sono uno dei pochi che ha sempre cercato di parlare di omosessualità, però mi sono scontrato più volte con un muro di gomma."

"Diciamo che finché è possibile, Antonio Serra continuerà a rimbalzare sul “muro di gomma”… Questo è tutto quello che posso dire sull’argomento. Io ci sono. Ci credo, ci lavoro."

E poi aggiunge che:

"Chiaramente io su questo argomento - e i miei colleghi lo sanno perché lo vivono - continuo a premere, premo costantemente, diciamo una volta ogni due mesi. Sperando che trovi una collocazione. Però è chiaro che, finché non cambia l’atteggiamento di base, cioè quello di dire “non scriviamo per aree specifiche, ma per un’area vasta”, la situazione non potrà che essere quella."

Devo ammettere che mi ha colpito molto leggere queste dichiarazioni, così "trasparenti" e sentite, così come mi ha colpito leggere anche tutta una serie di affermazioni più "tecniche" che descrivono il fumetto italiano in balia dei cambiamenti legati alla rivoluzione digitale, mentre le vendite calano e la situazione è davvero drammatica... Nonostante tanti annunci pomposi e ed entusiastici rilanciati da siti e riviste compiacenti.

Quindi, per quel che vale, vorrei ringraziare sinceramente Antonio Serra per il suo coraggio e per la sua onestà... Nonchè per la sua presa di posizione nei confronti del discorso gay...

Anche perchè da questa intervista emerge che, se Antonio Serra avesse potuto, a livello di sceneggiature avrebbe fatto molto di più... E forse a quest'ora la situazione sarebbe diversa, perlomeno nell'universo fantascientifico che ha contribuito a creare...

E, a proposito di libertà di espressione, è interessante notare che su FUMETTOLOGICA, poche ore dopo la pubblicazione della suddetta intervista, è arrivato un "chiarimento" dello stesso Antonio Serra (CLICCATE QUI). Un chiarimento che suona tanto come una lettera di scuse in cui si sente in dovere di precisare che la situazione non è proprio grigia come l'ha descritta, che forse il suo punto di vista è sbagliato, che la Bonelli è un grande editore e tutto il resto...

Beh...

Non so cosa ne pensate voi, ma io ho la netta sensazione che la suddetta lettera gli sia stata sollecitata (imposta?) dalla Bonelli stessa, che non appena ha letto l'intervista deve avere fatto fuoco e fiamme al pensiero che - con tutta la fatica che sta facendo per rilanciare la sua immagine di casa editrice rampante e innovativa - ha finito per essere sbugiardata da uno dei suoi collaboratori storici... Al punto che, quando Massimo Basili gli ha chiesto se con i nuovi sceneggiatori ci sarebbe stata più apertura, Antonio Serra è arrivato a dire che:

"I nuovi sceneggiatori sono in realtà già “vecchi”, e tra l’altro sono già fuori gioco perché, col crollo delle vendite, non sarà possibile dar loro un numero sufficiente di storie da scrivere per far emergere le loro caratteristiche. Siamo autorizzati a scrivere solo fino a che il budget ce lo consente, e la paralisi è ormai alle porte."

Cose che al confronto i miei post più lugubri sono un'iniezione di ottimismo, insomma...

Ci sarebbero tante altre cose da dire su questa intervista, ma siccome finirei per ripetere molte delle cose che su questo blog ripeto da anni preferisco trattenermi.

Tuttavia non posso fare a meno di notare che, leggendo queste risposte, si ha la netta sensazione che in Bonelli stiano attraversando un periodo molto confuso, in cui vanno a tentoni mentre monta una marea di "non si sa bene cosa" che sembra sul punto di travolgerli... Anche se preferiscono ostentare sicurezza, fare finta di niente e continuare a mettere la testa sotto la sabbia... Ripetendo (fino alla nausea) che si stanno rinnovando, anche se in realtà non sono in grado di rinunciare a meccanismi e ad approcci molto datati, che ormai non funzionano più...

L'Istituto Piepoli (CLICCATE QUI) è un rinomato centro di ricerca statistica, specializzato nelle indagini di marketing e di opinione, e proprio di recente ha pubblicato i risultati della sua analisi sul rapporto fra italiani e unioni civili, commisionata dal quotidiano LA STAMPA (CLICCATE QUI).

I risultati sono stati questi:

Quindi il 51% degli italiani è a favore dei matrimoni gay e addirittura il 67% è a favore delle unioni civili. In generale, guardando le risposte degli italiani in base al genere, si nota come le donne siano più aperte rispetto agli uomini sul tema. Stesso discorso per i giovani: la percentuale di favorevoli a matrimoni gay cala con l’aumentare della fascia d’età. Piccola eccezione per le unioni civili, chieste dal 66% degli over 55 e dal 65% di chi è nella fascia 35-54 anni...

Quindi, tecnicamente, un editore italiano che mira a coinvolgere un ampio pubblico trasversale nell'Italia di OGGI - in particolare provando a recuperare la fascia di pubblico giovanile e, magari, femminile - dovrebbe farsi una ragione ANCHE del fatto che l'argomento omosessualità non è più il tabù di un tempo, con il suo carico di stereotipi e tutto il resto... E che forse ostinarsi ad avere un approccio datato non fa altro che peggiorare la situazione... Visto che il nuovo pubblico potenziale di oggi NON è quello di venti, trenta o quarant'anni fa...

Eppure, a quanto pare, dalle parti della Bonelli, invece di iniziare a inserire le tematiche omosessuali in maniera realmente moderna e disinvolta (una coppia gay di agenti ALFA regolarmente - e felicemente - coniugata, magari?) preferiscono ancora alzare il "muro di gomma" di cui sopra... Anche se poi i loro passi falsi risultano sempre più palesi e grotteschi (come è successo anche di recente, e CLICCATE QUI per farvene un'idea).

Perchè tutto ciò? Io una mia idea ce l'ho, e sicuramente tornerò sull'argomento in futuro...

Alla prossima.

1 commento:

Marco ha detto...

Bonelli lo pratico poco ma l'ho sempre visto come un editore conservatore, sia nelle tematiche che, più evidentemente, nelle sceneggiature, nel modo di concepire l'idea di avventura, nel tratto, soprattutto. Nasce con Tex, è Tex, con tutti i pregi di Tex (incluso l'idealismo, quello di cui nonostante tutto, la realtà e la finzione di oggi mancano proprio) ma anche col mascellone quadrato e il pollicione WASP in su (meno male che ama gli indiani, perché, fosse stato concepito diec'anni prima...)