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lunedì 4 maggio 2015

OMOFOBIA A CENTOPIA....?

Ciao a tutti, come va?

Anche questo lunedì finisco per parlare di qualcosa di italiano (almeno in parte), ma una volta tanto non si tratterà di fumetti, bensì di animazione.

Forse sarà capitato anche a voi di imbattervi in qualche puntata di MIA & ME, la serie in parte live action e in parte computer animation realizzata dall'italianissimo STUDIO RAINBOW per RAI GULP e per la tedesca ZDF (anche se di mezzo ci sono anche Canada e Paesi Bassi)...

Per chi non avesse idea di quello a cui mi riferisco mi limito a dire che la prima serie di MIA & ME risale al 2011 (anche se continua ad essere replicata fino alla nausea su RAI GULP) e racconta di come una ragazzina di nome Mia Genovese (interpretata dall'attirce italo americana Rosabell Laurenti Sellers) inizia a studiare presso un esclusivo collegio internazionale dalle parti di Firenze dopo la morte dei suoi genitori, che le lasciano in eredità uno strano libro e un bracciale (stranamente tecnologico e munito di sintetizzatore vocale) tramite il quale può letteralmente entrare nella realtà parallela descritta nel libro, trasformandosi in un'elfa alata coi capelli fucsia...

Il mondo in questione, in realtà, è circoscritto ad un'isola incantata chiamata Centopia, abitata da elfi, unicorni, draghi e varie altre creature magiche. Il compito di Mia (l'unica in grado di comunicare con gli unicorni) diventa così quello di salvare Centopia dalle mire della Regina Panthea, che vuole privare l'isola della sua forza vitale.

Nel giro di 26 puntate Mia riesce nel suo proposito, anche se questo significa non avere più ragioni per tornare a Centopia, mentre nel mondo "reale" trova  la sua strada e nuovi amici fra i compagni del collegio.

Come potete intuire si tratta di una serie che si rivolge prevalentemente al pubblico delle bambine, anche se dal punto di vista estetico mischiare lo stile dello STUDIO RAINBOW (quello delle WINX) con i quadri del pittore austriaco Gustav Klimt (1862 - 1918), fonte di ispirazione dichiarata del progetto, ha creato un mondo estremamente bizzarro e "queer", popolato da una gran quantità di creaturine androgine e ambigue, drag queen sotto mentite spoglie, scenografie kitch e vari ammiccamenti all'estetica gay, anche nel senso più pacchiano del termine.

  




Difficile dire se la cosa era voluta o se si è trattato si un incidente di percorso, tuttavia ora che la seconda serie di MIA & ME è arrivata su RAI GULP, la situazione ha preso una strana piega...

Nel senso che, fin dal primo episodio, si scopre che nuovi problemi arrivano dal mare assieme al circo galleggiante di Fantopia, che in realtà serve per mascherare i loschi piani degli elfi neri di Dystopia (di cui la Regina Panthea era solo un emissario). Il punto è che il suddetto circo di Fantopia è gestito da un losco personaggio di nome Rixel... Che, oltre a presentarsi come un incrocio fra Elton John e Platinette, è un concentrato di diversi stereotipi - in buona parte negativi - legati all'omosessualità... Seppur rivisti in chiave fiabesca.

Tanto per cominciare sfoggia una ridicola palandrana rosa decorata con inserti floreali e farfalleschi, due occhiali vintage improponibili e una permanente imbarazzante (con tanto di fiore fra i capelli)... Inoltre, mentre tutti gli altri elfi della serie (quelli "normali") sono presentati come eternamente belli e/o giovani, lui è l'unico che si presenta come un laido individuo di mezza età, appesantito e trasandato (va sempre in giro con abiti sgualciti e in ciabatte!), ma soprattutto abbietto e infido...

Inoltre (perlomeno) nel doppiaggio italiano si è cercato anche di dargli una cadenza abbastanza equivoca, e un'esclamazione caratteristica, "EXTRAVAGANZA!", che utilizzata da lui assume un significato del tutto particolare...

Senza contare che il suo animale da compagnia preferito, l'unico che gli è davvero affezionato, è una scimmietta dal pelo rosa glitterato di nome Tokito...

E questi sono i lati positivi, se vogliamo, perchè questo Rixel nella serie ha anche dei risvolti più inquietanti: infatti per addomesticare gli animali utilizza pozioni speciali (in poche parole vere e proprie droghe) e ricorre con disinvoltura anche ad una frusta e ad altri mezzi decisamente odiosi. 

E in ogni caso si dimostra pronto a tutto, ma proprio a tutto, pur di coronare la sua aspirazione di diventare un elfo nero di Dystopia. In parole povere Rixel si rivela una persona spregevole, amorale, un traditore della sua razza (di cui fanno parte gli elfi di Centopia), un'icona del cattivo gusto e - molto probabilmente - un invito a diffidare delle persone eccentriche come lui (e cioè di quelle visibilmente omosessuali).

E questo è quanto.

La domanda è: si tratta solo di un insieme di sfortunate coincidenze? 
In realtà si voleva creare solo una sorta di eccentrico impresario circense e involontariamente è saltato fuori un personaggio molto "gay"? 

Oppure si è volutamente indugiato su un certo tipo di caratterizzazione?

Quel che è certo è che, guardando la serie con attenzione, Rixel stride in maniera abbastanza evidente con il resto dei personaggi e con il contesto nel suo insieme, anche se il suo ruolo nella serie è tutt'altro che irrilevante... 

Oltretutto non è da escludere che, se MIA & ME 2 verrà trasmessa in oltre cinquanta nazioni (come la serie precedente), un personaggio del genere prima o poi verrà sicuramente letto in chiave omofoba da qualcuno e la cosa non passerà inosservata alle associazioni LGBT straniere, che a differenza di quelle italiane sono sempre molto attente a questo tipo di messaggi... E sono sempre pronte a mobilitarsi...

Possibile che non ci abbia pensato nessuno?

Certo potrebbe essere tutto un caso, ma se non fosse così?

In effetti alcuni indizi gettano una luce un po' ambigua su tutta la questione...

Partiamo da alcuni dati di fatto interessanti.

In primo luogo MIA & ME è prodotta in buona parte da RAI FICTION, e dico "in buona parte" anche perchè, in caso contrario, la parte "live" non sarebbe stata girata interamente fra Fiesole e Firenze (utilizzando nei ruoli principali SOLO attori italo americani e italo canadesi, che recitano in inglese)...  Di per certo si sa che RAI FICTION, nel 2010, investì oltre 16 milioni di euro per le sue coproduzioni animate (tra le quali spiccava proprio la prima serie di MIA & ME).

In secondo luogo la Russia rappresenta un mercato particolarmente interessante per la RAINBOW S.r.l, visto che il sito del suo fondatore e direttore Iginio Straffi (foto sotto) è disponibile in italiano, inglese e russo (CLICCATE QUI)... Ed è una cosa abbastanza curiosa che oltre all'italiano e all'inglese ci sia solo il russo, se si considera che le serie e i film targati RAINBOW arrivano in tutto il mondo...

D'altra parte, in un'intervista del 2010 (CLICCATE QUI), lo stesso Iginio Straffi ha proprio detto che: 

"Per quanto riguarda il mercato televisivo e cinematografico per Rainbow il 2009 è stato l’anno della Russia, Paese nel quale Winx sta diventando un vero e proprio fenomeno di costume e dove stiamo investendo tantissimo per creare una vera e propria organizzazione tutta dedicata a quell’immenso Paese."

A che punto sono gli investimenti della RAINBOW S.r.l in Russia? E quelli dei russi nella RAINBOW S.r.l.? Al riguardo le informazioni ufficiali sono molto scarse, ma è altamente probabile che negli ultimi anni la posizione della RAINBOW S.r.l in Russia si sia ampiamente consolidata.

Cos'hanno a che fare, quindi, RAI FICTION e la Russia con un detestabile elfo gay di nome Rixel che ha fatto la sua comparsa nella seconda serie di MIA & ME?

In realtà ci sarebbe anche un altro piccolo dettaglio da considerare: la messa in produzione di MIA & ME 2 è stata annunciata ufficialmente nell'estate del 2013, ma nel gennaio dello stesso anno in Russia era stata approvata la famigerata legge contro la propaganda gay... E questo è avvenuto quando la prima serie di MIA & ME ancora non era stata trasmessa in Russia (e infatti a tutt'ora in Russia non è arrivata... Tutto un caso?).

Le due cose sono collegate? E se l'aggiunta di un personaggio "gay" estremamente grottesco, negativo e stereotipato fosse stata dettata anche dalla necessità di prendere una posizione velatamente anti gay per non essere più boicottati dal mercato russo e per risultare più "accettabili" nelle nazioni che hanno più pregiudizi nei confronti dell'omosessualità? Dopotutto MIA & ME è arrivata anche negli Emirati Arabi, in Malesia, a Singapore, in India e in una quantità di nazioni in cui l'omosessualità viene penalizzata a vari livelli...

In Malesia, tanto per dirne una, la commissione censoria nazionale, dal 2010, consente la rappresentazione di personaggi omosessuali nei media solo se sono negativi, pentiti o se finiscono per morire... Gli ideatori e i produttori di MIA & ME hanno iniziato a calcolare anche questi dettagli?

Chissà...

Ufficialmente la serie MIA & ME è stata ideata dal tedesco Gerhard Hahn, e le storie sono scritte da lui assieme a Shaun Graham e Jens-Christian Seele (che lavorano per la tedesca Hahn Film, che per l'appunto appartiene a Gerhard Hahn ), ma dal momento che questa serie - proprio grazie alla RAINBOW S.r.l  - è diventata un grande successo internazionale, è possibile che i tedeschi siano dovuti scendere a compromessi con l'arrivo della seconda serie?  Magari per non compromettere troppo la RAINBOW S.r.l in Russia, visto che proprio RAINBOWS S.r.l in Russia ha tanti interessi?

Ad esempio: lo sapevate che la Russia è il paese che detiene il primato mondiale di download di applicazioni relative alle WINX da Google Play? Se ne è parlato anche durante un summit fra la RAINBOWS S.r.l e i suoi partner russi, che si è tenuto nel 2014 (CLICCATE QUI). E lo sapevate che il marchio WINX CLUB FAIRY COUTURE in Russia ha un mercato in continua espansione, che va dagli abiti alla biancheria per la casa?

Quindi è davvero così improbabile ipotizzare che per rendere più "accettabile" MIA & ME in certe nazioni (dove la RAINBOW S.r.l. ha il terreno spianato), e sfruttare il suo potenziale commerciale anche laggiù, si sia pensato di inserire un personaggio gay molto stereotipato in senso negativo?

Chissà...

C'è da dire che le serie della RAINBOW S.r.l., e MIA & ME in particolare, richiamano da sempre un'estetica che si potrebbe definire gay friendly...

Forse qualcuno ha fatto presente a Iginio Straffi e ai suoi collaboratori che adesso in Russia rischiavano grosso e che sarebbe stato importante evitare malintesi? Magari inserendo da qualche parte un personaggio gay negativo e ridicolo, per essere al sicuro da eventuali accuse di "propaganda gay"?

Ovviamente non possiamo dirlo con certezza, ma possiamo ipotizzare con un buon margine di sicurezza è che dalle parti di RAI FICTION sicuramente NON si sono strappati i capelli quando hanno saputo che in MIA & ME 2 era presente un personaggio "gay" sgradevole e stereotipato... Anche perchè, per come vanno queste cose, non è da escludere che anche dalle parti della RAI qualcuno si possa essere lamentato del fatto che l'estetica di questa serie avesse più elementi in comune con un Gay Pride che con un classico racconto di elfi e unicorni per bambine...

Forse, se RAI FICTION non fosse un'emanazione dei poteri forti del nostro paese (gli stessi che, per esempio, hanno fatto interrompere a RAI 4 la programmazione del serial spagnolo FISICA E CHIMICA, che hanno censurato Brokeback Mountain e che hanno impedito i baci gay durante il concerto del primo maggio 2015), le cose sarebbero potute andare diversamente? Qualcuno, a RAI FICTION, avrebbe fatto notare  a chi di dovere che introdurre un personaggio come Rixel sarebbe stato come introdurre un ebreo usuraio, un africano cannibale o un musulmano terrorista?

E a quel punto RAI FICTION sarebbe riuscita ad influire in fase di pre produzione sulla sua caratterizzazione, per fare in modo che non scattasse l'associazione di idee "gay=stereotipo=negativo"?

Non lo escluderei, visto che buona parte dell'investimento economico per la realizzazione di MIA & ME 2 arrivava proprio da RAI FICTION...

Il punto, però, è che evidentemente a RAI FICTION non importa più di tanto se ai bambini e alle bambine che guardano MIA & ME 2 arriverà un messaggio sottilmente omofobo e molto poco educativo... Magari in linea con le direttive anti gay russe... Anzi: visti i precedenti non escluderei che questo approccio possa essere in linea anche con le direttive RAI...


Adesso, però, bisognerà vedere se questo dettaglio verrà notato in quei paesi in cui la lotta all'omofobia, anche attraverso iniziative rivolte ai più piccoli, è una questione di principio... Soprattutto considerando che oggi RAINBOW S.r.l è di fatto una sussidiaria della multinazionale dell'intrattenimento Viacom... Che guardacaso, negli USA, tra le altre cose è proprietaria del canale gay LOGO (quello che - tra le altre cose - realizza i talent show di RuPaul, per intenderci)...

Non so perchè, ma qualcosa mi dice che è solo questione di tempo prima che i nodi vengano al pettine...

Alla prossima.

P.S. Vi ricordo che in cima a questo blog (nella versione web che potete visualizzare dal browser e non in quella per cellulare) potete votare per il PREMIO GLAD (Gay e Lesbiche Ancora Denigrati: trovate tutti i dettagli cliccando sull'apposito banner) 2015. Partecipate e spargete la voce!

5 commenti:

Lorenzo Ridolfi ha detto...

Nel mondo dello spettacolo e dell'intrattenimento e specialmente in quello della televisione strettamente legato a quello della pubblicità girano quantità considerevoli di soldi per lasciare che certi aspetti siano lasciati al caso o siano una pura casualità. Per me anche questa volta ci hai visto giusto.

guzio ha detto...

Ma perchè non sottoporre la questione direttamente ai creatori di "Mia&Me", cioè Sraffi&Co? Magari su un profilo social di riferimento? Vediamo cosa dicono ...

Wally Rainbow ha detto...

Io non credo di avere il potere contrattuale necessario per ottenere una risposta :-P In effetti però ero tentato di sottoporre la questione a qualche associazione/media straniero... Se glielo chiedono loro magari una risposta potrebbero fornirla...

Marco ha detto...

Credo che l'articolo (poi finisco di leggere la seconda parte) sia stato scritto da un(') omosessuale. Il fatto è che quando qualcuno fa una caricatura di te, le caricature che hanno un senso (un cattivone da cartoni animati, di per sè uno stereotipo negativo, qualunque tipo si scelga) vengono comunque viste come prima di tutto un attacco a te e/o alla categoria. Questo cattivo non lo conosco ed è chiaramente uno stereotipo del vecchiaccio in cerca di fare bagordi, patetico e pacchiano (lo sarebbe anche se fosse una donna, eh, e anche se fosse etero). Potrebbe offendere anche gli anziani (ci sono interi cartoni, soprattutto giapponesi, dove chi è sopra i trenta è quasi sempre un cattivo e/o un personaggio ridicolo: vedasi Fairy Tail: giovanilismo. A proposito, vogliamo parlare di Maestro Bob? Ma quello è lo stereotipo: perché lamentarsi che è "da fumetto" se è...un fumetto (Non è poi che stereotipi un po' meno vistosi e un po' più realistici siano meno insidiosi, anzi lo sono di più: parliamo dei ventenni skinny, bistrati e carichi di piercing di Ai Yazawa? E potrebbero essere personaggi positivi, eh, o che hanno un loro riscatto, non dall'omosessualità, eh, dal ruolo di villain. Penso a Bantham di One Piece, una caricatura ambulante sotto il profilo grafico eppure dotato di una sua sottotrama e ruolo di primo piano). Senza contare che esistono personaggi così nel mondo reale che addirittura lo rivendicano come nobile sottocultura (e fanno anche danni indiretti ma non si può dirglielo)

Marco ha detto...

Ho letto tutta l'argomentazione e mi trovi d'accordo: il personaggio è un cambio di tono rispetto agli altri mostrati (e lo dico anche non avendo visto la serie: è satirico e goffo, crudele in maniera squallida, cosa che non si addice all'epica alta e ad una fiaba eterea come quella che voleva essere, a quanto ho capito. E' come Tersìte nell'Iliade: un inserto polemico sfuggito dall'odio di un autore che stava scrivendo l'esatto opposto). In altre serie anche i personaggi pacchiani (sia gay che no) sono ben amalgamati col resto. Allo sgarbo etico si somma (per me gravissimo) lo sgarbo estetico (non inteso come gli occhiali vintage camp, ma come rovinare un racconto). Fairy Tail che dicevo è pieno di personaggi ridicoli d'ogni tipo mentre One Piece è un coacervo di "esclusi vincenti" (non necessariamente gay: d'altronde son tutti pirati, e del tipo decisamente bizzarro). Qui lo stereotipo è negativo (in Ai Yazawa è semplicemente neutro o varia di personaggio a personaggio). Ché dire dei criptogay redenti tutti con una vena di negatività di "Naruto" (principalmente Orochimaru, Sai e se vogliamo anche Sasuke)? Teniamo conto o no che tre quarti del cast ha "una vena di negatività" dalla quale affrancarsi? Sarebbe un argomento molto lungo quello della rappresentazione di varie categorie nelle storie di finzione!