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mercoledì 25 giugno 2014

CONCORRENZA... QUESTA SCONOSCIUTA...

Ciao a tutti, come va?
Devo ammettere che sono abbastanza abituato al fatto che i BLOG e i siti italiani che parlano di fumetti abbiano tutti un'impostazione un po' ossequiosa nei confronti delle produzioni italiane (presumo perchè chi ci scrive aspira a lavorare presto a tardi nella redazione di qualche casa editrice nostrana), ma devo ammettere che questa volta si sono superati. Nel senso che ci vuole davvero molto impegno per rifiutarsi di analizzare quello che sta succedendo alla Disney/Panini... Soprattutto alla luce di certi segnali...


Nel giro di pochissimo tempo, infatti, la Disney ha annunciato che sta cercando nuovi disegnatori attraverso un bando di concorso (che potete leggere QUI), e che su Topolino pubblicherà nuove storie di PK (la versione alternativa/supereroistica di Paperinik che ebbe un buon riscontro a partire dalla seconda metà degli anni '90). Apparentemente si tratta di due buone notizie, ma se si analizzano con più attenzione, e alla luce di alcuni dati, suonano come un notevole segnale di allarme...


Andiamo per punti e partiamo dal bando.

Chi è stato aspirante fumettista negli anni '90 forse saprà che alla Disney, generalmente, non si entrava proponendo tavole o storie, ma "a chiamata" oppure attraverso l'Accademia Disney, che aveva sede a Milano ed era una scuola di fumetto molto severa ed esigente a cui nemmeno ci si poteva iscrivere liberamente... Infatti la si poteva frequentare solo se il proprio portfolio era ritenuto adeguato ai suoi standard. La suddetta Accademia, che mi dicono essere stata una cosa seria, era nata nel 1993, per volontà di grandi maestri Disney come Giovan Battista Carpi buonanima, e sfornò talenti per oltre un decennio... Per poi sparire nel nulla.


Avete capito bene: attualmente è chiusa e su internet è praticamente impossibile avere notizie ufficiali sul perchè questo è avvenuto!
Tuttavia scartabellando in vari forum si leggono i commenti di alcuni collaboratori della Disney che confermano che l'Accademia aveva chiuso (nel 2009, ma è impossibile anche solo trovare una data precisa!) perchè di disegnatori Disney validi ce n'erano ormai troppi a fronte degli spazi per lavorare, sempre più ridotti! Cosa confermata anche nella pagina wikipedia dedicata Giorgio Cavazzano, che vi insegnava (CLICCATE QUI!).


Quindi il bando di concorso per cercare nuovi disegnatori Disney sembra più un'operazione di marketing che una reale esigenza (a meno che la maggior parte dei disegnatori  formati dall'Accademia Disney in sedici anni non sia più disponibile... Cosa alquanto improbabile...), così come sembra un'operazione di marketing l'introduzione del seguito delle avventure di PK su Topolino. Per chi non lo sapesse, infatti, PK era nato come fumetto sperimentale, in formato comic book, proprio per essere alternativo al Topolino classico... Sulle cui pagine sicuramente non avrà una collocazione ottimale...


Forse sbaglio, ma io ci vedo un collegamento col fatto che i dati di vendita di Topolino - finito il traino delle feste natalizie - sono calati ulteriormente... Passando dalle 52.500 copie di novembre 2013 alle 51.500 copie di aprile 2014 (dati ADS), e questo nonostante tutti i tentativi di risollevare la situazione. Certo 1000 lettori in più o in meno non sono essenziali, ma la soglia psicologica delle 50.000 copie per un settimanale come Topolino deve essere sicuramente uno spauracchio notevole... Che può spingere anche in direzioni inedite, e fondamentalmente inutili. Infatti il problema di Topolino non sono i disegnatori o i personaggi, ma le storie e la loro impostazione, perchè evidentemente il pubblico potenziale non ci si ritrova più... Cosa, questa, che però non viene nemmeno presa in considerazione.

A questo punto i casi sono due: o io sono un asino, oppure si tratta di un atteggiamento assurdo e l'asino è qualcun altro...


Perchè, quindi, le sceneggiature non vengono messe in primo piano e non si rischia di più in questo senso? Perchè l'impostazione di Topolino è fondamentalmente la stessa da una quarantina d'anni? Perchè chi di dovere non si rende conto che il problema sono le storie piuttosto che altro?

Il nocciolo della questione, e il motivo per cui questa notizia trova spazio nel mio BLOG, è proprio qui... Ed è uno dei motivi principali per cui nel fumetto popolare italiano i temi LGBT non riescono proprio a trovare posto in maniera adeguata... E cioè la mancanza di reale concorrenza nel fumetto popolare italiano.

Da almeno una quarantina d'anni, infatti, Disney e Bonelli hanno adottato una strategia legittima, ma nel lungo tempo deleteria per il settore in generale: forti delle vendite delle loro testate di punta hanno ammaliato generazioni di professionisti col miraggio di un guadagno dignitoso, se non addirittura una specie di pseudo stipendio.

In parole semplici: se con Topolino (o Tex) si fanno molti soldi si paga bene chi ci lavora e quello che avanza serve per pagare bene anche chi lavora sulle altre testate della stessa casa editrice che vendono meno, ma nel frattempo permettono di cooptare i migliori professionisti italiani nell'ambito del fumetto umoristico e di avventura, anche con l'intento di impedire agli editori concorrenti di creare una vera concorrenza... Anche perchè, così facendo, si crea un meccanismo psicologico per cui chi inizia a lavorare per un piccolo editore crescerà comunque con il sogno (o la necessità economica) di lavorare per Disney o Bonelli.

Un disegnatore in Bonelli parte con un compenso di circa 150 euro a tavola, mentre la media degli altri editori "bonelliani" si aggira sui 30/40 euro, e per gli sceneggiatori va anche peggio: nel senso che se la Bonelli paga anche 100 euro a pagina gli altri si aggirano intorno ai 40 euro, e la Disney stessa non si discosta molto da quest'ultima cifra. D'altra parte Bonelli paga agli autori una percentuale sulle ristampe, mentre la Disney no... Questo perchè la Disney in Italia ha sempre avuto il coltello dalla parte del manico, visto che da decenni detiene uno schiacciante monopolio assoluto in fatto di fumetti umoristici. E dopotutto ha sempre potuto contare sul traino del marchio Disney, che anche in tempi di crisi l'ha fatta sopravvivere e prosperare, mentre gli altri editori umoristici italiani, che non avevano il "salvagente" di un brand multimediale, ora si sono estinti...


Alla fine tutto questo ha fatto in modo che:

1) I piccoli editori italiani, vedendo che Bonelli e Disney vendono bene, invece di proporre qualcosa di alternativo hanno sempre avuto la spiecevole tendenza ad allinearsi con le loro produzioni, finendo per puntare poco sulle idee originali e per perdere in partenza (visto che - per i motivi di cui sopra - non potevano garantirsi i professionisti migliori).

2) Lo standard contenutistico e stilistico Disney/Bonelli, che è rimasto fondamentalmente invariato fino ad oggi, non ha mai avuto la necessità di rimettersi seriamente in discussione (e quando ci ha provato ha sempre preferito tornare sui suoi passi).

3) Gli aspiranti fumettisti che avevano il sogno di vivere solo facendo fumetti, salvo rare eccezioni, si sono sentiti in dovere di uniformarsi e/o allinearsi con gli standard Disney/Bonelli, nella speranza di essere notati... Anche perchè non avevano reali alternative se volevano campare di fumetti in Italia...

4) Ora che il settore è in crisi, perchè le esigenze del pubblico sono cambiate e perchè internet offre prodotti più in linea coi suoi gusti reali, gli editori non sanno che pesci pigliare perchè non sono mai stati abituati ad un reale confronto costruttivo... E non sanno nemmeno cosa voglia dire una concorrenza stimolante.

Stando a un articolo del The Hollywood Reporter, uno degli azionisti del gruppo Warner presenti all'assemblea annuale di qualche settimana fa, ha criticato la rappresentazione femminile nel DC Entertainment (che fa parte del gruppo Warner), descrivendola come "imbarazzante", specie a confronto con quanto fatto dalla Marvel. L'azionista, il cui nome non è stato reso noto, pare abbia lamentato la carenza di donne nei ruoli chiave della gestione creativa Warner Bros. come causa del mancato sviluppo di personaggi che abbiano reale appeal sul pubblico. Il presidente DC Comics Diane Nelson (foto sotto), che ha precisato come sia una priorità dell'azienda quella di aumentare tanto la visibilità dei personaggi, quanto il coinvolgimento di autori e creatori di sesso femminile, al fine di "portare i personaggi femminili ancor più in luce", tanto nei fumetti quanto in TV e al cinema. Si è detta quindi ottimista per il futuro, garantendo, nell'arco di pochi anni, dei risultati soddisfacenti.


In una qualche riunione aziendale Disney o Bonelli qualcuno potrebbe avere l'occasione di intavolare una discussione sulla questione del "genere" facendo leva sugli esempi della concorrenza?

No. Perchè la concorrenza non c'è.

E questo diventa particolarmente valido riguardo ai temi LGBT.

Se in america colossi editoriali come MARVEL e DC introducono temi LGBT, magari con qualche remora, gli editori più piccoli si sentono stimolati a fare la stessa cosa, e magari a farla meglio... Così se alla MARVEL ci sono supeadolescenti gay in coppia che si baciano nella serie YOUNG AVENGERS, nel numero 18 della serie MORNING GLORY della IMAGE ci sono superadolescenti in coppia che fanno sesso (ovviamente senza mostrare niente di sconcio)...




E secondo voi in qualche riunione della Star Comics è mai stata valutata l'ipotesi di raffigurare una cosa del genere?
Probabilmente no, anche perchè i grandi editori italiani - quelli presi come riferimento - se ne stanno bene alla larga, e comunque nessun editore italiano di seconda fascia oserebbe tanto... Non se prima non hanno osato degli editori che potevano avere le spalle più coperte di loro in caso di "rappresaglie" di vario tipo da parte di associazioni, giudici, politici, prelati e lobby omofobe varie.

Eppure parlare bene (anche) di certi argomenti, negli anni in cui pure facebook si è munito di immagini gay friendly per rendere più accattivanti le sue chat, dovrebbe venire naturale se si vuole raggiungere il pubblico reale di oggi. Lo stesso pubblico che, guardacaso, in Italia sta iniziando a lasciare da parte Disney e Bonelli, perchè lo rappresentano sempre meno.

E il bello è che i suddetti editori non si rendono ancora conto che sono stati proprio loro a darsi la zappa sui piedi, innescando un gorgo perverso che sta risucchiando tutto e tutti con velocità crescente. E, sicuramente, il fatto che in tempi di crisi economica le cose superflue (e poco coinvolgenti) sono le prime a cui si rinuncia sta accelerando il tutto.

La cosa ironica è che, a parte la Bonelli che ha un'impostazione "localistica", la  Disney in teoria sarebbe la branca editoriale italiana di una multinazionale dell'intrattenimento tutta rivolta alla sperimentazione e al rinnovamento (e alle politiche gay friendly)... E allora cosa fa la Disney/Panini italiana per rinnovare Topolino? Non sapendo più a che santo votarsi sceglie di riprendere in mano PK... Che era una novità, certo, ma giusto vent'anni fa...


Davvero complimenti per l'innovazione e la creatività, soprattutto considerando la caterva di storie che la Disney/Panini potrebbe realizzare ispirandosi a quello che sta producendo la Disney oggi, come l'ultimissima serie di corti "politicamente scorretti" in stile finto retrò dedicati proprio a Topolino...







Perchè questa è la multinazionale Disney del 2014: molto attenta a rispecchiare con i suoi prodotti la realtà di oggi senza tradire il suo spirito... E quindi tutt'altra cosa rispetto alla Disney/Panini e al settimanale Topolino, con le sue storie a base di parodie e satira pedagogica...

E comunque complimenti anche ai siti italiani di fumetti che si entusiasmano per il ritorno di PK  senza porsi interrogativi...

Comunque, visto che i dati di vendita di Topolino sono di pubblico dominio gli darò una controllatina anche a fine anno... Forse sono io che sbaglio e in qualche mese Topolino triplicherà le vendite...

Forse...

Anche se ho qualche dubbio al riguardo.

Alla prossima.

10 commenti:

Orlando Furioso ha detto...

Non posso fare altro che condividere.
In tutti i sensi (anche su fb).
Amen. Parole sante. Oro colato.
Invidio due cose di te: il filo di speranza che, s'intravede, nutri ancora rispetto alle italiche case editrici e il tuo essere senza peli sulla lingua.
Due cose, in questo momento, difficilissime.
Un abbraccio.
Orlando

p.s. Hai visto? Osa solo "toccare" la Disney (e PK per di più!) e subito "qualcuno" trova "orrendi" i tuoi articoli... :-D

Wally Rainbow ha detto...

Grazie :-) Io invece di me non sopporto il fatto che sono prolisso (ma non mi va di dire cose senza argomentarle) e il fatto che passo per uno che usa toni acidi (che in realtà non sono proprio nelle mie corde). Nessuno è perfetto. Comunque non so se chi vota "orrore" sia un fruitore abituale... Oggi il BLOG sta avendo un insolito BOOM di visualizzazioni (soprattutto considerando che siamo a fine giugno)... Accidenti! Se capissi il trucco lo applicherei più spesso :-/

Anonimo ha detto...

Da sostenitrice dei temi LGBT disapprovo l'articolo, estremamente fuorviante e privo di consequenzialità. La testata vende meno e stanno puntando su PK? Bene, cazzo! Vuol dire che riconoscono quale sia il prodotto migliore che hanno sfornato in questi anni, seppure con ritardo. E comunque ti rammento: TUTTO è marketing. La rivista è venduta, non è una fanzine online. Quindi dietro ogni cosa tu legga in un fumetto, c'è un team marketing con le palle quadre. Dai manga ai fumetti italiani. Non avrei più o meno voglia di leggere topolino se ci fossero tematiche gay/lesbo anzichè het. Mi sarebbe totalmente indifferente. Ciò che conta è la qualità delle storie. Yaoi squallido e senza trama? Cestinato. Storia het fatta bene con caratterizzazioni e trama? Compro. Storia lesbo profonda e avvincente? Compro. E' semplice.

Wally Rainbow ha detto...

Il marketing dovrebbe servire a promuovere le idee e non a sostituirle quando scarseggiano, perchè altrimenti nel lungo periodo fa più danni che altro :-) Sul fatto che PK sia il prodotto migliore della Disney degli utlimi anni non saprei... Come ho detto aveva il vantaggio di essere relativamente innovativo e attraente quando venne ideato, ma adesso di innovativo e attraente ha ben poco, soprattutto per i lettori occasionali e per i bambini che sono nati e cresciuti con i film di supereroi al cinema. Detto questo il mio parere vale fin lì, e i dati di vendita di Topolino da qui alla fine dell'anno ci diranno se ho sbagliato su tutta la linea...

Acalia Fenders ha detto...

Non seguo il fumetto italiano (quasi per nulla) e non leggo Topolino da un secolo e mezzo. Tex e affini non li ho mai digeriti, li ho sempre percepiti come "vecchi" e "stantii" (mio nonno mi passo alcuni numeri di Tex gigante a colori ma non andai oltre pagina due del primo volume: l'ho trovato di una noia e di un maschilismo senza fine!).

Detto questo magari non sono la persona più adatta a commentare questo post ma ritengo che il suo succo sia esattamente la mia percezione della Disney e dei Bonelli attuali (non sono una ragazzina ma sono ancora in fascia "giovane" - conta che nel '96, quando iniziò PK sapevo da poco leggere). Probabilmente se proponessero qualcosa di nuovo e/o moderno potrei tornare o iniziare a leggerli :D

PS: Leggo un sacco di fumetti ma quasi tutti giapponesi o americani (più qualcosa di italiano ma poca roba, principalmente Ortolani e alcuni autori di webcomics) ^^

Wally Rainbow ha detto...

Grazie per il commento onesto e garbato, anche se tutt'a un tratto mi sento una cariatide (O__o)...

Fa.Gian. ha detto...

La discussione sul papersera è stata spostata (c'era il solito troll che deve frignare che gli "sporcano" la discussione)

Io però non demordo e continuo a discuterne nel nuovo link

http://www.papersera.net/cgi-bin/yabb/YaBB.cgi?num=1403720052/0

Wally Rainbow ha detto...

Wow... Mi hanno dato del mitomane :-)Comunque complimenti per la tenacia.

Anonimo ha detto...

bell'articolo, in gran parte condivido, però secondo me il punto è un altro... quello che manca nei fumetti italiani di oggi, e soprattutto Disney, non sono tanto i temi GLBT quanto piuttosto i temi come la morte, la tristezza, la ''tragicità'' della vita in generale... temi più strettamente 'romantici', insomma.
Anche perchè il pubblico di questi fumetti è giovane, e il sesso è un argomento un po' delicato che necessita di persone adulte. Mentre invece l'età dell'infanzia e dell'adolescenza sono caratterizzate da una certa 'inquietudine', e quindi tendono a preferire storie con argomenti più 'oscuri'...

Wally Rainbow ha detto...

Ovviamente non intendevo tematiche LGBT in senso esplicito, ma nella misura in cui - per esempio - al fianco di coppie formate da eterni fidanzati di due sessi diversi potessero comparire coppie formate da eterni fidanzati o fidanzate di un sesso solo... O anche solo persone che si intuisce che possano essere fidanzate. In Francia Spirou, che è un settimanale che è un po' l'equivalente di Topolino per quel che riguarda il target di riferimento, ha già presentato coppie omosessuali. Comunque sono d'accordo sul fatto che le tematiche LGBT siano solo la punta dell'iceberg.