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giovedì 30 dicembre 2010

AUGURI!

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Mi sembra solo ieri che ho festeggiato l'arrivo del 2001, con tante speranze e tanta buona volontà, e invece sono già passati dieci anni... Così, quasi senza accorgermene, mi ritrovo qui a farvi gli auguri per il 2011 che inizierà fra pochissimo...
Considerando che siamo nel bel mezzo di un crisi economica (e non solo) globale e che, in particolare in Italia, si inizia a risentire sul serio di tante lacune e di tanti problemi che finora tutti (o quasi) hanno tentato di ignorare, direi che questa volta gli auguri saranno particolarmente sentiti e partecipi. Nella speranza che le cose vadano meglio un po' per tutti volevo cogliere l'occasione per ringraziare tutti quelli che mi hanno seguito, supportato e sostenuto negli ultimi dieci anni, e in particolare quelli che hanno iniziato con RAINBOWS nel 2000 e che sono ancora qui. Se dicessi che sono stati dieci anni facili mentirei spudoratamente, tuttavia non posso negare che ci sono state tante belle soddisfazioni e tante piccole grandi vittorie che - senza chi i segue - non avrei mai potuto portare a casa. Sicuramente sarà da quelle che ripartirò nel nuovo anno/decennio, cercando di fare tesoro dell'esperienza accumulata finora e di non ricadere negli errori passati.
Probabilmente per me quest'anno sarà un po' come ricominciare daccapo, nel senso che dopo un 2010 che ha rappresentato più che altro una pausa di riflessione, la mia intenzione è di riprendere in mano anche e soprattutto la mia carriera di fumettista e illustratore... E, nonostante io non sia proprio un nome nuovo su internet, dovrò darmi da fare per riconquistare un po' di gente che si è persa per strada, ma anche per conquistarne di nuova, possibilmente senza innescare di nuovo quel meccanismo perverso che finora non mi ha certo aiutato ad essere sereno e puntuale... Cosa significa tutto questo? Lo vedrete strada facendo. Qualche piccolo cambiamento ci sarà nelle mie strategie, e forse questa lunga pausa potrebbe anche rivelarsi funzionale al rinnovamento generalizzato che ho in mente...

Quel che è certo è che non ho più intenzione di andare avanti confidando nelle offerte libere e appoggiandomi ciecamente a persone che non hanno la minima idea di che cosa sia un fumetto (in particolar modo un fumetto gay online) e di come lo si dovrebbe amministrare. Soprattutto non mi fiderò più di chi promette mari e monti, confidando nelle loro ipotetiche capacita e competenze (che generalmente non ci sono mai). Fortunatamente credo che quella fase della mia vita sia finita, anche perchè ha già fatto abbastanza danni. D'altra parte mi concederete che, essendo il primo che ha tentato di farsi strada realizzando fumetti di un certo tipo attraverso supporti non proprio tradizionali, qualche incidente di percorso era inevitabile...
Vedremo un po' cosa succederà adesso... Quel che è certo è che - malgrado tutto - non ho rinunciato a portare avanti le mie idee, e anzi sono più determinato di prima a raggiungere i miei obbiettivi... Che, se vi piace quello che ho realizzato in questi dieci anni, dovrebbero essere anche i vostri. A questo punto non mi resta da fare altro che salutavi e darvi appuntamento all'anno prossimo... Con qualche novità tanto attesa che ricomincerà a prendere corpo (^__^)...
Buon Capodanno a tutti e a tutte!

martedì 28 dicembre 2010

NEWS

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Questo è il penultimo post dell'anno (salvo imprevisti), e visto che a quanto pare sono riuscito a risistemare il mio PC ora posso riprendere ad aggiornarvi su quello che succede nel magico mondo del fumetto a tema gay. Cominciamo subito con una piccola anticipazione dagli USA, dove il personaggio di Kevin Keller si appresta a diventare una presenza fissa nei teen comics della Archie Comics, in vista della sua miniserie prevista il prossimo anno. L'inaspettato successo del primo personaggio gay dichiarato della casa editrice, leader nei fumetti per ragazzini, non poteva passare inosservato e probabilmente offrirà tutta una serie di possibilità inedite per le prossime storie, a partire da quella che segnerà il suo rientro in pianta stabile nel mensile Veronica (dedicato all'omonima brunetta).
Nel suddetto albo la sua presenza dovrebbe provocare un certo scompiglio, visto che Veronica - superata la delusione dovuta al fatto di non poterlo conquistare - ha deciso di farlo diventare il suo migliore amico (platonico), mettendo in crisi il rapporto con la sua storica amica/rivale Betty. Ecco quel che si dice realizzare un fumetto in cui i giovanissimi di oggi possono identificarsi... Complimenti all'editore e allo sceneggiatore Don Parent (foto sotto), che ha ammesso che per le storie con Kevin si consulta regolarmente con la figlia adolescente, che a quanto pare ha una discreta esperienza in fatto di coetanei gay dichiarati.
Ovviamente ci auguriamo tutti che, quando arriverà il momento di scrivere delle storie in cui Kevin sarà il vero protagonista, Dan chiederà consiglio anche agli amici gay della figlia per evitare di fare pasticci e di deludere le grandi aspettative che gli appassionati gay di fumetti ripongono nel suo personaggio. Anche perchè ultimamente i personaggi gay nei fumetti popolari americani stanno aumentando in maniera esponenziale, e forse è arrivato il momento di fare un salto di qualità e proporre dei personaggi gay interessanti e non più semplicemente dei personaggi interessanti in quanto gay. D'altra parte è comunque apprezzabile che la "quota gay" nel fumetto mainstream americano sia in costante crescita, a partire dalle serie minori, dove magari si spera che l'elemento gay possa attirare una fetta di pubblico gay supplementare (il che, di per sè, è un buon segno, visto che segnala che il pubblico gay e gay friendly è considerato appetibile e influente). È un po' il caso della nuova serie dedicata a Zatanna (la supereroina magica della DC Comics).
Per chi non lo sapesse Zatanna è dotata di veri poteri magici, ma per passare inosservata e portare avanti indisturbata la sua personale battaglia contro il male si spaccia per una "semplice" prestigiatrice (o prestidigitatrice, come si dice oggi) di fama internazionale. Ovviamente lavorando nel mondo dello spettacolo ha bisogno di un agente, e guardacaso il suo ultimo agente (che ha debuttato lo scorso luglio, a pochi mesi dal debutto dell'ultima serie di Zatanna) è gay, si chiama Arnie e ha un ragazzo di nome André...
Una volta vignette come quella che vedete qui sopra avrebbero fatto un certo scalpore, mentre ora passano del tutto inosservate... Segno evidente dei tempi che cambiano e del fatto che gli omosessuali iniziano ad essere considerati sempre più spesso come una minaranza al pari di quelle etniche... Perlomeno nel fumetto americano. Su quello che succede nel fumetto italiano dovreste già sapere qualcosa, se seguite questo blog, quindi non mi dilungherò oltre. In questa sede mi limito ad aggiungere che nella collana FEMALE FORCE della Blue Water, dedicata alle biografie a fumetti delle grandi donne dell'america contemporanea, sta per trovare posto anche l'attrice e presentatrice lesbica Rosie O’Donnel.
Immagino che ogni commento e paragone sia superfluo. Così come penso sia superfluo sottolineare che, nonostante Roma sia destinata ad ospitare il prossimo Europride (il gay pride europeo itinerante), non si sia ancora parlato di eventuali iniziative artistiche di un certo rilievo, e men che meno di iniziative che possano valorizzare o coinvolgere il fumetto e l'illustrazione a tematica gay. Come dire che, se pure la nostra editoria è quello che è, non è che il mondo gay dia esattamente il buon esempio. Un po' il contrario di quello che sta succedendo a Turku, in Finlandia, dopo che è stata nominata capitale europea della cultura per il 2011. Infatti la città ha deciso di cogliere l'occasione per festeggiare uno dei suoi più illustri artisti... Ovvero Tom of Finland (che naque proprio in un sobborgo di Turku), al quale verrà dedicata una bella mostra che durerà per tutto il 2011!
Questa bella retrospettiva si terrà nel prestigioso Logomo Exhibition Center e se volete già programmare il vostro viaggio a Turku, prenotare i biglietti e tutto il resto potete CLICCARE QUI. Intendiamoci: non è che la mostra non sia stata dibattuta e non abbia portato con sè le inevitabili polemiche del caso, però penso sia indicativo il fatto che alla fine abbia trionfato il buon senso e che l'arte di Tom of Finland abbia avuto l'ennesimo riconoscimento pubblico. Non so voi, ma quando leggo certe notizie e penso al clima che si respira in Italia ultimamente, non posso fare a meno di sentirmi letteralmente tranciato fuori dall'Europa. Comunque, a proposito di Europa, mi fa molto piacere segnalare che la Francia ha finalmente aperto le porte ai fumetti gay spagnoli. Infatti ha appena debuttato la prima traduzione francese di un libro di Sebas Martin, peraltro ad opera di un editore erotico che non è la solita H&O e che per la prima volta propone qualcosa di gay...
La notizia farà certo piacere ai francesi, ma anche a tanti italiani che non hanno modo di andare personalmente in Spagna o di commissionare questo genere di acquisto ai loro amici. Infatti le spese di spedizione dalla Spagna all'Italia sono un vero e proprio salasso, e un'edizione in francese e sicuramente più accessibile sotto tanti punti di vista. Quindi speriamo che questo esperimento abbia successo e sia solo un antipasto (per Sebas Martin e per i suoi colleghi).
Morale della favola: non si può certo dire che quest'anno si stia concludendo senza segnali positivi, perlomeno a livello internazionale, tantopiù che corona un decennio dove i passi avanti non sono certo mancati (soprattutto a livello internazionale, ma anche l'Italia - nel suo piccolo - ha avuto le sue belle conquiste a livello di fumetto gay)... Anzi, rispetto alla situazione della fine degli anni '90 i passi avanti sono stati davvero notevoli e inaspettati.
Forse sperare nel futuro ha ancora senso, dopotutto.
Ciao e alla prossima.

sabato 25 dicembre 2010

IL VIDEO DELLA SETTIMANA

Ciao a tutti e auguri (a seconda che festeggiate Natale, il Solstizio d'Inverno, il dio Mitra o altro), siccome si dice che in questo periodo sono tutti più buoni, e visto che questo aggiornamento cade proprio nel pieno delle festività, mi sono detto che dovevo adeguarmi... E così invece di presentarvi un solo cantante gay dichiarato oggi ve ne presento più di duecento in un colpo solo! Infatti l'angolo musicale di questa settimana è riservato al London Gay Men Choir... Il coro maschile gay di Londra.
Che ci crediate o no questo coro iniziò il suo percorso con sei amici che avevano tanta voglia di darsi da fare, e dai primi anni '90 a oggi è diventato il coro gay più grande d'Europa... Con diversi CD all'attivo e numerose tournèe, che li hanno portati ad esibirsi persino in Italia, facendo da musa ispiratrice anche per diversi cori gay che si sono costituiti recentemente nel nostro paese (il che è tutto dire). Per stare in tema oggi vi propongo un medley di canzoni natalizie... E poi non dite che non vi voglio bene!

Ciao, ancora auguri e alla prossima!

giovedì 23 dicembre 2010

ITALIA NOSTRA

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Oggi vorrei iniziare partendo dalla firma che, finalmente, il presidente Obama ha apposto al provvedimento che annulla il "Don't Ask Don't Tell" (il "non chiedere non dire"), e cioè il cavillo legale che da diciassette anni vincolava gli omosessuali dell'esercito americano a non vivere apertamente la loro condizione, pena il licenziamento. Un bel regalo di Natale per tutti gli omosessuali (militari e non), non c'è che dire...
Ne parlo qui perchè, non appena l'abolizione del "Don't Ask Don't Tell" è diventata realtà, sono cominciate a circolare anche le dichiarazioni di vari sceneggiatori di fumetti americani, che a vario titolo sono diventati dei riferimenti per le questioni omosessuali nel mondo del fumetto popolare americano. Cominciamo da John Byrne (foto sotto), autore cult degli anni '80 e '90, nonchè ideatore dell'omosessualità di Northstar (primo supereroe gay della Marvel).
Mr. Byrne dice che: "A questo punto bisogna andare avanti... Bisognerebbe arrivare ad una integrazione totale delle forze armate. Uomini e donne che lavorano e vivono insieme da pari a pari. Una specie di "Starship Troopers" (nota di Wally: Starship Troopers è un film ambientato in un futuro militarizzato in cui uomini e donne dell'esercito vivono in totale promisquità, dividendo camere e doccie)... Poi si potrebbe davvero cominciare a pensare a noi stessi come adulti!". Greg Rucka (foto sotto), è il creatore della nuova Batwoman, che - per chi non lo sapesse - è lesbica dichiarata ed è diventata una supereroina mascherata anche perchè è stata radiata dall'esercito proprio per via della politica del "Don't Ask Don't Tell".
Mr. Roucka ha ammesso che nella sua definizione del personaggio è stato determinante proprio il conflitto fra il provvedimento anti gay e la scelta di onestà e coerenza della donna destinata a diventare Batwoman, sottolineando come la giornata di ieri sia stata decisamente importante. Un parere lievemente polemico è arrivato dallo sceneggiatore Chuck Dixon (foto sotto), noto per le sue posizioni conservatrici e per la sua opinione notoriamente contraria all'inserimento di personaggi dichiaratamente omosessuali nei fumetti che si rivolgono ad un pubblico di ragazzini.
Pur confindando che tutte le cose vadano per il meglio e che questa firma possa rendere l'esercito un posto migliore per tutti, Mr. Dixon ha anche dichiarato che rimane perplesso dall'atteggiamento dei democratici americani, che secondo lui vorrebbero trasformare l'esercito in una specie di campus universitario. Tutt'altro genere di parere è arrivato da un'altro noto sceneggiatore di stampo repubblicano: Larry Hama (foto sotto), reduce della guerra del Vietnam e ideatore della serie a fumetti dei G.I.Joe (ispirata dall'omonima serie di giocattoli militari, che negli USA è diventata un cult fumettistico proprio grazie al suo lavoro pluridecennale, che prosegue tutt'ora).
Mr. Hama ha detto chiaramente che pensa che nelle sue storie dei G.I.Joe non sarà possibile inserire temi come l'omosessualità e il "Don't Ask Don't Tell", per il semplice fatto che si tratta di fumetti realizzati su licenza di una casa produttrice di giocattoli. Tuttavia ha anche dichiarato che discriminare gli omosessuali nell'esercito gli è sempre sembrato ridicolo, tantopiù che - mentre era in Vietnam - aveva a che fare con colleghi e superiori la cui omosessualità era praticamente certa, ma che erano soldati eccezionali e persone rispettabilissime che non avevano problemi a rapportarsi con i commilitoni. Infine (per ora) si è espressa sulla questione dell'abolizione della legge anche Gail Simone (foto sotto), scrittrice notoriamente gay friendly che ha gestito serie note e meno note (da Wonder Woman a Secret Six), non mancando di schierarsi a favore della causa gay anche in varie manifestazioni pubbliche.
Ms. Simone si è limitata a una battuta ironica, dicendo che “Se un uomo è riuscito a compiere tutta la difficile preparazione per entrare a far parte dell’esercito senza mai vedere l'attrezzo di un altro uomo, ha problemi più seri che condividere la doccia con un gay”... Quando si dice il dono della sintesi! Quello che trovo interessante in tutta questa faccenda è che mette in luce come gli sceneggiatori di fumetti americani vengono considerati al pari di altri opinionisti di alto livello, soprattutto dai loro numerosi fans che vanno a caccia delle loro dichiarazioni su questo o quell'argomento. E loro sono ben felici di esprimere il loro parere. Ovviamente ciascuno può ritenere che il suddetto parere può essere autorevole oppure no, ma facendo il mio solito paragone esterofilo non potuto fare a meno di pensare che in Italia, dove pure gli argomenti su cui esprimere opinioni non mancano, gli sceneggiatori dei nostri fumetti popolari mantengono un silenzio pressochè assoluto. Probabilmente si comportano così per tre motivi: il primo è che, dalle nostre parti, non c'è la cultura dell'autore GURU, la cui opinione può essere considerata un riferimento per argomenti che vanno al di là del fumetto. Il secondo è che, per come è impostato il rapporto autore/editore in Italia, molti di loro reputano saggio farsi i fatti propri e non rischiare di compromettersi e perdere gli incarichi futuri. Il terzo, che forse è quello più importante, è che per come è impostato il fumetto popolare in Italia gli sceneggiatori non hanno il tempo e il modo di gestire con continuità le loro serie, avendo peraltro una lunga serie di vincoli creativi, col risultato di non poter diventare dei "personaggi" come i loro colleghi americani. Negli anni novanta qualcosa di simile si stava iniziando a verificare con Tiziano Sclavi (foto sotto), ma dopo il suo abbandono di Dylan Dog il fenomeno è rientrato e non ci sono più stati casi simili...
Intendiamoci: autori cult ne sono arrivati, come ad esempio Leo Ortolani (foto sotto) che ha sbancato con il suo Rat Man, ma non essendo un autore che sviscera problematiche sociali e di attualità in modo serio e realistico, non è mai diventato un personaggio in grado di esprimere pareri autorevoli su tematiche di questo genere. Lo stesso Luca Enoch (foto sotto), che pure ai bei tempi di Sprayliz affrontava con regolarità argomenti impegnati (omosessualità compresa) ed era solito esprimere molte opinioni interessanti prendendo spunto proprio dai suoi lavori, da una decina d'anni a questa parte si è dedicato a fumetti sempre più lontani dai contesti realistici, finendo per accantonare quell'autorevolezza che pure aveva iniziato a guadagnarsi nonostante facesse il fumettista in Italia.
Ora: per fortuna siamo in una società tuttosommato democratica, ed è legittimo che un autore di fumetti decida il suo percorso personale senza dover pensare ad eventuali doveri di rappresentanza, tuttavia credo che sia emblematico che in Italia il fumetto popolare (illustrazione satirica a parte) sia diventato un medium totalmente scollegato dalla realtà che ci circonda, al punto tale che l'opinione dei suoi autori su quello che succede nel nostro paese non interessa praticamente a nessuno, e nessuno gliela chiede anche se potrebbe riguardare eventi che coinvolgono una buona fetta del loro pubblico, in primis quello dei giovani e dei giovanissimi... Con i registi non succede e nemmeno con gli scrittori, anche attori e cantanti vengono interpellati spesso e volentieri, per non parlare dei giornalisti e dei personaggi televisivi, che sono sempre pronti a dare la loro opinione su ogni cosa. I fumettisti italiani, invece, tacciono sempre. Quasi come se ci fosse un tacito patto, una sorta di "Don't Ask Don't Tell", per cui il fumetto popolare (quello delle edicole), in Italia, può andare avanti tranquillamente a patto di non offendere nessuno e di non superare mai i limiti di una banale, tranquilla e pudica superficialità... Magari per evitare i problemi, anche giudiziari, che si scatenano ogni volta che i fumetti italiani alzano il tiro e attirano l'attenzione su temi davvero scomodi e di attualità (e che rappresentano il vero spauracchio della nostra editoria). Certo è che in questo modo di limita di molto il grande potenziale di questo medium (e anche il suo successo di pubblico, quindi poi gli editori farebbero meglio a non lamentarsi per la crisi del mercato)... Che non a caso dalle nostre parti viene ancora considerato un medium di serie B (o peggio).
Voi cosa ne pensate?

martedì 21 dicembre 2010

MAH...

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Molte volte su questo blog mi sono soffermato a riflettere sulle differenze che ci sono fra la situazione italiana e quella di altre nazioni dal punto di vista della cultura gay, dei media che la diffondono e delle persone che hanno la grande responsabilità di promuoverla. Lo faccio perchè, nel mio piccolo, vorrei offrire una visione d'insieme, nella speranza di offrire qualche spunto per migliorare le cose. Tuttavia più passa il tempo e più sono tentato di pensare che dalle nostre parti la radice del problema non sia tanto nella mancanza di informazione e di preparazione, che pure è notevole, ma negli atteggiamenti e nel carattere che contraddistinguono la tipica mentalità italiana... Prima di arrivare al nocciolo della questione, però, volevo innanzitutto parlarvi di John H. Embry (foto sotto), un personaggio pressochè sconosciuto in Italia, che è passato a miglior vita lo scorso 16 settembre, alla non più tenera età di 83 anni... Si tratta dell'ideatore e fondatore del gay magazine DRUMMER...
John H. Embry era un attivista gay di San Francisco, che aveva già esperienza nel campo della pubblicità e del marketing, ma che non si sentiva particolarmente rappresentato dalle prime riviste gay comparse negli anni '70. Infatti a lui piacevano i maschi duri e puri: leather, bear, bikers e via discorrendo, che di fatto costituivano già un ramo a parte della comunità gay. Così, nel 1975, ebbe la bella pensata di fondare DRUMMER... Una rivista che si rivolgeva proprio alla parte più maschia della comunità gay, non limitandosi però al solo materiale erotico e pornografico, ma lasciando un ampio spazio alla corrispondenza coi lettori, ai racconti, alle recensioni, agli articoli di approfondimento, ai servizi sugli eventi a tema e persino a molti fumetti selezionati con cura, come quelli del notevole - quanto sottovalutato - Bill Ward (che purtroppo è venuto a mancare nel 1996, e di cui potete vedere un assaggio qui sotto).
DRUMMER ebbe un grande e meritato successo, divenne un punto di riferimento importante per la cultura gay di diverse nazioni e, fino al 1986, venne gestita con amore e professionalità da John H. Embry e dal suo collega Jeanne Barney. Poi i due decisero di vendere la loro creatura all'attivista Tony Deblase (che è diventato famoso per avere inventato la bandiera dell'orgoglio leather, che vedete qui sotto), un personaggio decisamente in gamba che riuscì a dare spessore e identità alla comunità gay leather anche su altri fronti, ma che a sua volta - proprio perchè impegnato in tantissime attività - cedette il magazine ad una casa editrice olandese nel 1992. A quel punto il magazine iniziò a perdere lettori, anche perchè iniziò a puntare troppo sui servizi fotografici (che erano la parte più banale del magazine, soprattutto dopo l'exploit del mercato dell'home video), e chiuse i battenti nel 1999. In ogni caso oggi DRUMMER è considerato ancora un magazine cult, che ha fatto la storia dei media e della cultura erotica gay.
Analiziamo i fatti: qui ci sono delle persone competenti che condividono una visione del mondo gay e decidono di investire tempo ed energie in una produzione editoriale in cui credono e che vada incontro alle esigenze del pubblico. Lo fanno insieme per undici anni e trasformano il loro progetto in un successo. Per lavorare insieme undici anni ci vogliono professionalità, passione, costanza, disponibilità e condivisione di obbiettivi. A maggior ragione se si vuole raggiungere una nicchia di mercato molto vasta, ma che non è abituata ad avere pubblicazioni di riferimento... Senza contare che parliamo di un epoca in cui non c'era niente di simile a internet. Poi cedono la loro attività a un loro collega altrettanto appassionato e competente, che rivende sei anni dopo. In diciassette anni questi signori hanno creato una nuova nicchia di mercato e hanno proposto una formula editoriale innovativa (così innovativa che in Italia, a quei livelli, non è mai stata sperimentata). Cosa sarebbe successo se le menti dietro a questo progetto non avessero condiviso i loro obbiettivi, se avessero iniziato a litigare, se si fossero separati quasi subito? Per fortuna non lo sapremo mai, ma in compenso ora possiamo vedere cosa succederà alle Edizioni Voilier, i cui soci fondatori si sono appena separati ufficialmente, a meno di un anno di distanza dalla pubblicazione italiana di Black Wade...
In parole molto semplici: questa casa editrice era stata messa in piedi da due soci, uno gay e uno etero, che strada facendo si sono resi conto di essere alquanto incompatibili. Uno dei due (quello gay, al quale avevo segnalato BLACK WADE) ha così deciso di vendere la sua quota, anche perchè l'altro (quello etero), non voleva dare uno spazio fisso alle pubblicazioni gay (tant'è che il prossimo volume della collana in cui è comparso BLACK WADE sarà un fumetto erotico etero). Siccome il socio gay era quello che si occupava anche della promozione di BLACK WADE (che di fatto è in pieno corso), non ho la minima idea di quello che potrebbe succedere adesso (anche a livello di presentazioni nelle librerie) e non è che la cosa mi faccia particolarmente piacere... Soprattutto in questo momento in cui BLACK WADE inizia davvero ad animare una discussione sui fumetti gay anche nel nostro paese, soprattutto al di fuori dei soliti circuiti gay (a proposito: se vi siete persi l'intervista che i due autori hanno appena rilasciato al sito comicus.it CLICCATE QUI).
Cosa succederà adesso? Il co-fondatore gay delle Edizioni Voilier vorrebbe mettersi in proprio l'anno prossimo, fondando una casa editrice stabilmente gay friendly, ma per ora si tratta solo di un progetto, quindi non saprei davvero dirvi di più.
Speriamo in bene.
Certo è che queste cose capitano giusto in Italia.
Voi cosa ne pensate?

sabato 18 dicembre 2010

IL VIDEO DELLA SETTIMANA

Ciao a tutti e ciao a tutti,
i miei problemi informatici sono quasi del tutto risolti (pare), quindi dalla prossima settimana dovrei tornare a operare a pieno regime (sul blog e non solo). Nel frattempo mi premuro dis egnalarvi un cantante gay dichiarato anche oggi, e una volta tanto si tratta di un cantante che si presenta in maniera decisamente nerd, anche perchè di gay fieramente nerd si tratta, infatti vi sto parlando del giovane rapper gay Andrew Singer, in arte Soce the Elemental Wizard (e se questo non è un nome d'arte nerd non saprei proprio cosa potrebbe esserlo)...
In ogni caso il nostro amico Soce abita a New York e di giorno fa il programmatore a Wall Street, ma la sua attività di rapper lo ha reso abbastanza famoso (anche per via dei suoi testi insolitamente ottimisti), tant'è che è stato coinvolto in ben tre documentari incentrati sul fenomeno dei rapper gay (che a quanto pare ultimamente è in costante crescita). Inoltre si è fatto un certo nome anche in Europa, dal Regno Unito alla Germania e anche dalle parti di Austria e Svizzera. Da notare che oltre ad essere nerd e gay dichiarato è anche ebreo e di origini mediorientali, e così - manco farlo apposta - è diventato il rappresentante di più minoranze al prezzo di una (nerd, gay, gay nerd, ebrei, gay ebrei, mediorientali gay, mediorientali nerd e via dicendo). Inutile dire che vedere un personaggio del genere che emerge dalle nostre parti, al momento, è alquanto improbabile... In ogni caso bisogna prendere atto che Soce è riuscito nel non semplice tentativo di farsi conoscere senza puntare sul suo aspetto fisico (che, diciamolo, è alquanto anonimo), ma sulla sua musica e sul messaggio che vuole comunicare... Utilizzando anche il tipico linguaggio provocatorio ed esplicito (duciamo pure volgare) da rapper... Anche se Soce cerca sempre di mediarlo con una certa ironia. Come nel brano che segue e che ha contribuito a farlo conoscere...

Mhhh... Qualcosa mi dice che, nell'improbabile caso che un programmatore che lavora alla Borsa di Milano venisse sorpreso a realizzare simili video, probabilmente dovrebbe cercarsi un altro lavoro... Comunque il mondo è bello perchè è vario...
Voi che ne pensate?

martedì 14 dicembre 2010

LA RIFLESSIONE DI OGGI

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Com'era prevedibile i miei problemi informatici hanno causato una serie di rallentamenti e disagi anche a questo blog, ma siccome non ho intenzione di lasciarvi a secco eccomi a voi... Nonostante il pezzo di ricambio che ho ordinato giovedì scorso non mi sia ancora arrivato (alla faccia della pronta consegna in 24h!). Oggi, per cominciare, vi volevo prima di tutto segnalare che il film dedicato al mitico THOR, interpretato da Chris Hemsworth, è stato praticamente ultimato e sta già circolando il primo poster ufficiale...
Ovviamente sta per essere lanciata anche l'immancabile linea di action figures che accompagna sempre questo genere di produzioni, e che a quanto pare cercherà di essere particolarmente fedele alle fattezze degli attori...
Il primo trailer ufficiale è stato lanciato su internet proprio in questi giorni, e da quel che è possibile vedere è altamente probabile che questo film trasformerà il semisconosciuto ventisettenne Chris Hemsworth in un nuovo sex symbol dei nostri giorni.

Insomma sembra proprio che il giovane attore australiano si appresti a fare un notevole botto e a rapire il cuore di folle di spettatori di ambo i sessi, anche se rimane il rimpianto di vederlo intabarrato un un'armatura divina che lo ricopre da cima a fondo (anche se per fortuna le scene senza maglietta non dovrebbero mancare)...

Nella speranza di vederlo nella classica versione smanicata del personaggio perlomeno nel film dedicato agli AVENGERS (in cui comunque la quantità di bei figlioli in costume da supereroe sarà notevole), volevo cogliere l'occasione per fare una piccola riflessione. Chris Hemsworth sta diventando un popolare sex symbol grazie anche alla bellezza che madre natura gli ha donato, e questo è legittimo, ma si è comunque impegnato per metterla a frutto e per migliorare le sue doti recitative, anche perchè se l'è dovuta vedere con il fardello di due fratelli attori (Luke e Liam, con i quali lo vedete nella foto sotto)...
Probabilmente si è dovuto impegnare il doppio per non fare la figura del "bello e raccomandato", altrimenti non sarebbe stato di certo notato dal cinema di Hollywood, che - soprattutto in tempo di crisi - di certo non sceglierebbe degli attori da poco per interpretare i protagonisti di un film come THOR, dove un pezzo da novanta come Antony Hopkins sarà Odino.
Per avere la possibilità di diventare un sex symbol Chris Hemsworth si è dovuto rimboccare ben bene le maniche e, per mantenersi, ha fatto anche il muratore per un paio d'anni (cosa di cui peraltro va fiero). Morale della favola: il suo status di sex symbol e di rappresentante di spicco del genere maschile se lo sta guadagnando con una buona dose di fatica e di impegno... Ora: come forse saprete in Italia abbiamo il concorso di Miss Italia (che in un paese maschilista e machista come il nostro ha sempre un certo risalto) per le ragazze quello, molto meno noto, del Mister più bello d'Italia per i ragazzi, che lo scorso novembre ha premiato un certo Alessandro Barile, pugliese d'origine e che da qualche mese fa il carabiniere a Parma.

Generalmente chi si fa notare con questo concorso diventa automaticamente uno dei (pochi) sex symbol maschili del nostro paese e si ritrova con varie porte aperte, magari riuscendo anche intraprendere una carriera nel mondo dello spettacolo. Cosa assolutamente legittima e benvenuta, visto che comunque nel nostro paese i bei ragazzi hanno molte poche occasioni per farsi notare. La cosa che mi ha lasciato un po' perplesso è che, solo all'inizio di quest'anno, lo stesso Alessandro Barile aveva partecipato alle elezioni comunali in Puglia...
Non voglio assolutamente mettere in dubbio la buona fede e la corretezza di nessuno, non voglio fare illazioni, supposizioni o associazioni di idee strane, però devo ammettere che questa è una cosa curiosa che, forse, mette in luce come dalle nostre parti i sex symbol maschili diventano tali - o addirittura vengono "eletti" - più per caso che per altro (e per quelli femminili è anche peggio)... E non certo perchè hanno lavorato per anni su di sè per valorizzare le doti con cui accompagnare la loro naturale bellezza. Forse non è un caso se di ragazzi bellocci ce ne sia una certa abbondanza anche da noi, ma di sex symbol maschili dotati di talento, fascino, personalità e carisma si senta sempre una certa mancanza... Con tutta una serie di ripercussioni anche sull'immaginario gay del nostro paese e sui suoi modelli di riferimento. Se poi volessimo parlare di sex symbol gay nel senso pieno del termine, e cioè di gay dichiarati accattivanti e sessualmente appetibili per un pubblico trasversale, lo scenario è ancora più desolante, soprattutto se non si vuole prendere in considerazione il mondo dei gay porn performer italiani di fama internazionale (come Dario Beck, qui sotto in primo piano sulla cover del suo ultimo DVD).
In effetti il mondo dell'hard gay rappresenta un caso a parte, anche se negli ultimi anni buona parte dei suoi proagonisti hanno dimostrato di avere anche intelligenza e carisma (oltre alle necessarie doti per emergere in questo settore), e definire dei sex symbol dei personaggi che sono conosciuti solo da una nicchia circoscritta di pubblico non ha molto senso. Al contrario di quanto succede con attori come l'inglese John Barrowman, che non solo è gay dichiarato, ma è anche diventato famoso interpretando un personaggio bisessuale come Jack Harkness in TORCHWOOD, serie cult che presto dovrebbe ripartire con una nuova stagione intitolata TORCHWOOD: THE NEW WORLD...
Ovviamente mettere in luce, per l'ennesima volta, la situazione del nostro paese su questo BLOG non cambierà certo le cose, ma confido che possa contribuire a schiarire le idee e a prendere coscienza di una realtà che diamo per scontata solo perchè ne siamo immersi, anche se questo non vuol dire che sia l'unica possibile.
Magari può essere un buon punto di partenza, voi cosa ne pensate?
Nel frattempo vi ricordo che se volete comprare un fumetto o un libro (o un qualsiasi altro articolo) su AMAZON.IT passando dai link di questo BLOG risparmiate un mucchio di soldi (e nel frattempo lo sosterrete concretamente).

Ciao e alla prossima.

sabato 11 dicembre 2010

IL VIDEO DELLA SETTIMANA

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Oggi volevo fare un piccolo strappo alla regola, e invece di presentarvi un cantante gay dichiarato volevo presentarvi un giovane cantautore che probabilmente meriterebbe il premio per la migliore canzone gay friendly dell'anno (e che ovviamente in Italia è un perfetto sconosciuto). Mi riferisco al ventunenne anglo americano Harrison Cosmo Krikoryan Jarvis, meglio noto nella scena pop indy inglese come Cosmo Jarvis...
Questo simpatico ragazzotto, che ha cominciato a farsi conoscere da un paio d'anni, si dichiara eterissimo e dice di avere nella sua stanza una gran quantità di poster di attrici per cui è stracotto, ma nonostante tutto ha deciso di scrivere e interpretare una bellissima canzone in cui parla di omofobia, in maniera tutt'altro che banale... Infatti è una canzone che parla di due pirati omosessuali che si amano e ne passano di tutti i colori prima di essere costretti a gettarsi in mare dal capitano della loro nave, ma nonostante tutto non rinunciano al loro amore... La cosa curiosa è che Cosmo ha messo insieme un delizioso video in stile musical per questo brano, economico quanto efficace, dove lui interpreta uno dei due pirati protagonisti e alla fine si concede anche ad un appassionato bacio gay... Se non ci credete guardate il video qui sotto (che inizia in maniera davvero anonima, ma poi si rivela un vero gioiellino)...

Ammetto che a me piace molto (anche dal punto di vista musicale, infatti mi sa che di questo ragazzo ne sentiremo parlare molto). Abituato come sono ai giovani cantanti italiani "presunti etero" che ASSOLUTAMENTE non vogliono essere associati all'omosessualità (soprattutto quando si sospetta che anche loro siano omosessuali) per paura di compromettersi presso il pubblico delle ragazzine, devo dire che questo Cosmo Jarvis mi ha parecchio colpito... Ce ne fossero!
Voi che ne pensate?
A proposito di pirati gay: salvo imprevsti domani 12 dicembre alle 18,00 dovrei trovarmi alla nuova libreria Babele (Viale Regina Giovanna 24/B a Milano) per partecipare ad una nuova presentazione di BLACK WADE (assieme agli autori).
Ovviamente siete tutti invitati!

martedì 7 dicembre 2010

L'ARTISTA DI OGGI...

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Prima di tutto un informazione di servizio: il mio hard disk ha iniziato a cigolare, e questo vuol dire che - nella migliore delle ipotesi - devo sostituirlo. Quindi nei prossimi giorni potrebbero esserci dei ritardi nei post (e per fortuna non avevo ancora ricominciato ad aggiornare i miei fumetti!). Reinstalalre tutto il sistema sarà un'agonia, ma conto di ultimare il back up prima che sia troppo tardi, quindi i danni dovrebbero essere circoscritti. Detto questo forse avrete notato che, magicamente, in questo blog sono comparsi i banner pubblicitari di amazon.it, ovvero la succursale italiana di uno dei più grandi e convenienti negozi online del mondo.

Da avido lettore la cosa mi fa molto piacere, visto che i prezzi sono convenienti e che le spese di spedizione non ci sono per tutto dicembre (e con un abbonamento annuale di dieci euro, a partire dal 2011, rimangono gratuite tutto l'anno). Se fate i vostri acquisti su amazon.it passando dai link in questo blog una piccola percentuale dovrebbe arrivare a me, contribuendo a dare senso al tempo che ci dedico, quindi vi prego di considerare questa possibilità. In alto trovate dei banner generici, e sulla destra ho iniziato a mettere dei consigli per gli acquisti. Probabilmente d'ora in poi metterò qualche link anche nei post, quando ci sarà l'occasione, quindi tenetevi pronti (^__^). E dopo questa piccola segnalazione volevo rendervi partecipi di una cosa che mi ha fatto molto piacere, infatti ho ricevuto i ringraziamenti del disegnatore Dærick Gröss (foto sotto), dopo che ho parlato di lui su questo blog qualche tempo fa (CLICCATE QUI). Non vorrei peccare di presunzione, ma credo di essere stato l'unico che ne ha parlato in Italia e uno dei pochi che lo ha citato in funzione dei fumetti che realizzava per PLAYGIRL negli anni '70, e mi fa davvero piacere che il diretto interessato abbia apprezzato. Per ricambiare la sua cortesia mi permetto di segnalare che questo disegnatore è ancora attivo presso il suo studio grafico a conduzione familiare (dove lavora assieme al figlio e alla nipote), lo STUDIO G, che potete raggiungere CLICCANDO QUI. Questo episodio, però, mi offre lo spunto per fare una piccola riflessione sull'importanza di internet nella diffusione della cultura non convenzionale e nel mantenimento della sua memoria, soprattutto in una realtà culturalmente dissestata come quella italiana. E ovviamente mi riferisco soprattutto all'arte omoerotica che, dalle nostre parti, se non fosse per internet avrebbe ben poche occasioni per essere segnalata e valorizzata... A differenza di quello che accade altrove. Facciamo qualche esempio concreto. Nella ADONIS GALLERY di Londra, dal 2 al 26 novembre, si è tenuta una bella esposizione per ricordare la recente scomparsa del pittore Cornelius McCarthy (1935-2009), che vedete nella foto qui sotto.
Devo ammettere che, pur non andando matto per i pittori che si rifanno a certe correnti artistiche, quando vedo i suoi lavori non posso fare a meno di trovarli estremamente sensuali... E non mi stupisce che Cornelius McCarthy sia considerato uno dei maestri contemporanei del nudo maschile (nel Regno Unito e non solo).
In occasione di questa mostra retrospettiva è stato anche pubblicato un lussuoso catalogo, come accade per tutte le mostre d'arte serie.
Forse sarete d'accordo con me quando dico che, se non fosse stato per internet e per un BLOG come questo, probabilmente la stragrande maggioranza di voi non avrebbe mai sentito nominare Cornelius McCarthy, anche se questo pittore ha una certa fama e gli è stata appena dedicata una mostra commemorativa a Londra. D'altra parte non si può nemmeno dire un caso isolato... Giusto per citare un altro esempio: proprio in questi giorni (e fino al 18 dicembre) nella galleria d'arte ANTEBELLUM di Los Angeles si tiene una bella mostra che celebra i primi 50 anni di carriera dell'illustratore omoerotico Robert W. Richards (foto sotto), vero e proprio nome storico del settore... A suo tempo venne pubblicato anche in Italia (ovviamente senza alcuna autorizzazione e senza mai citarne il nome) da alcune riviste hard come GAY ITALIA, ma dalle nostre parti collaborò anche con diverse case di moda (essendo anche un apprezzato illustratore in questo settore). Nonostante tutto anche il suo nome è praticamente sconosciuto qui da noi, visto che non ha mai avuto spazi per essere valorizzato in quanto artista... E nonostante l'erotismo patinato dei suoi lavori sia davvero notevole...

Fortunatamente è reperibile anche per il pubblico italiano la bella antologia che gli ha dedicato l'edtore Gmunder qualche anno fa, e che io ho puntualmente recensito su Gay.It (CLICCATE QUI). Se questo autore vi ispira e volete procurarvene una copia potete ordinarla tramite il sito amazon.it (cliccando qui sotto).

Morale della favola: se un artista come Robert W. Richards viene esposto e pubblicato all'estero, ma in Italia non viene minimamente considerato, internet è davvero un aiuto prezioso per quanti in Italia apprezzano l'arte omoerotica. Un aiuto ancora più importante quando si vogliono far conoscere degli artisti che, purtroppo, sono venuti a mancare prima di avere avuto a disposizione trenta o quarant'anni per farsi apprezzare. Mi riferisco, ad esempio, al giapponese Toshiyuki Arai, che purtroppo è morto lo scorso 10 settembre, a soli 35 anni. Aveva iniziato a farsi conoscere in Giappone e in Australia, ma purtroppo se n'è andato prima di diventare davvero famoso... Nonostante la sua interpretazione dell'omoerotismo avesse un'indiscutibile personalità.
Tra l'altro era anche uno dei pochi artisti omoerotici giapponesi che aveva scelto di darsi all'attivismo gay, contro le discriminazioni e i pregiudizi che in Giappone (nonostante le apparenze) sono ancora molto ben radicati. Purtroppo alla sua morte tutti i suoi lavori che non erano ancora stati venduti sono stati prelevati a forza dai suoi genitori, che sono rimasti i suoi unici eredi (pur non avendo mai condiviso la sua scelta), e non ci è dato sapere che fine faranno... Una storia tristissima, che in effetti dovrebbe far riflettere e che sicuramente senza internet non sarebbe mai potuta giungere alle vostre orecchie. In conclusione: ringraziamo tutti il cielo per averci concesso internet, altrimenti a quest'ora saremmo davvero isolati dal resto del mondo civile e da una quantità immensa di stimoli culturali.
Alla prossima.