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mercoledì 29 aprile 2009

LA RIFLESSIONE DI OGGI

Ciao a tutti e ciao a tutte, come state? Oggi volevo parlarvi di fumetti partendo da una notizia abbastanza rincuorante. Lo scorso week end si è tenuta Napoli Comicon, ovvero la fiera del fumetto di Napoli. Grande successo di pubblico anche quest'anno (mi è giunta voce di scene apocalittiche persino per gli standard partenopei) e ammetto che mi sarebbe davvero piaciuto esserci, non foss'altro perchè fra gli ospiti c'era il mio guru Alan Davis... Sigh... Comunque vi parlo di Napoli Comicon perchè il 25 aprile ci sono state le premiazioni di rito, e quest'anno il premio Attilio Micheluzzi per il miglior fumetto è andato a IN ITALIA SONO TUTTI MASCHI di Luca de Santis e Sara Colaone, edito da Kappa e di cui ho più volte parlato anche su questo blog.
Congratulazioni ai vincitori! Un premio è sempre una bella cosa, tuttavia in questo caso diciamo che io ci andrei un po' piano con l'entusiasmo, e ora vi spiego il perchè. Sicuramente questo fumetto ha il pregio di trattare di un argomento scomodo e rimosso come il confino degli omosessuali durante il fascismo, e lo fa con garbo e senza scadere in eccessivi vittimismi. Che poi lo faccia in maniera tuttosommato soft e rimuovendo tutti quei dettagli - anche storici - che lo avrebbero reso "sconveniente" (come ad esempio il fatto che i confinati si prostituivano fra di loro e con i poliziotti che li sorvegliavano) è secondario. Quindi sono sincero quando faccio le mie congratulazioni ai due autori che lo hanno partorito (e che vedete qui sotto durante una presentazione a Ravenna).
Ripeto: il ruolo documentaristico di questo fumetto è sicuramente notevole, tuttavia... Tuttavia penso che sia indicativo che il primo premio dato ad un fumetto italiano a tematica gay sia andato ad un fumetto che descrive (conferma?) lo stigma riservato agli omosessuali. Il protagonista, vecchio e solo, racconta ad una coppia di giornalisti di quando - da giovane - è stato confinato, subendo prevaricazioni e maltrattamenti assieme ai suoi compagni di sventura. Insomma racconta di un omosessuale che è stato vittima degli eventi e della sua condizione, suscitando un legittimo sentimento di pietà nel lettore. La cosa, di per sè, è positiva, ma è possibile che un fumetto a tematica gay, per farsi notare in Italia nel 2009, debba puntare ancora sulla pietà? In tutto ciò c'è qualcosa che non mi convince e mi lascia quantomeno perplesso. Così come mi lascia perplesso che le tavole di questo fumetto, assieme a quelle di FAG HAG e di MATTEO E ENRICO (tutti fumetti a tematica gay prodotti dalla Kappa), stiano ancora girando l'Italia in lungo e in largo presentandosi come il nuovo traguardo raggiunto dal fumetto gay in Italia. Peraltro con grande entusiasmo delle locali associazioni GLBT. Eppure anche gli altri due fumetti confermano una serie di preconcetti e stereotipi non proprio lusinghieri. In MATTEO e ENRICO c'è un tormentato amore non corrisposto per un etero (o meglio: per un bisessuale represso), con tanto di ex ragazzo psicopatico (nonchè attivista gay... Chissà se c'era qualche frecciatina...) che non si vuole schiodare e che compie atti di stalking molto pesante... Ma c'è anche una relazione gay palesemente di ripiego, basata su non si sa bene quali presupposti (attrazione sessuale?)...Mentre in FAG HAG ci sono gay giovani e rampanti (con una ragazza lesbica nel gruppo per par condicio...), benestanti e trendy persi nelle loro traversie fashion victim/glamour, nonchè alle prese con una vacanza in Grecia (alla faccia dell'originalità e del precariato giovanile), con questa ragazza che da brava frociarola non può fare a meno di ronzare loro attorno anche se non c'è trippa per gatti... Non so... Se questo è il nuovo volto del fumetto gay in Italia io non mi ci trovo, e per dirla tutta non posso fare a meno di provare una punta di disagio misto a preoccupazione. Questo perchè io sono convinto che i fumetti siano lo specchio della società che li produce, e questi fumetti rispecchiano una realtà omosessuale che a me pare tanto priva di fondamenti concreti e di una reale coscienza di sè, una realtà ad uso e consumo di lettori etero (o peggio ancora gay) che possono ritrovarsi in certi luoghi comuni che oggi hanno preso il posto di quelli che andavano anni fa (e che tanti etero trovavano confermati in film come "Priscilla" e "Il Vizietto"), ma che restano pur sempre luoghi comuni. Non posso fare a meno di chiedermi se e quando in Italia verrà assegnato un premio ad un fumetto a tema gay in cui i gay non fanno i "gay", ma fanno semplicemente le persone, magari proponendosi come dei modelli positivi e non come animi tormentati o come persone sconvolte da problematiche frivole e angoscie di vario tipo. Chissà... Certo è che quando si cerca di piazzare fumetti che NON rispecchiano i luoghi comuni, o mostre a tematica gay che NON puntano su fumetti che confermano i suddetti luoghi comuni (vedi ARCOBALENI FRA LE NUVOLE), ci si trova di fronte a una sorta di boicottaggio silenzioso, anche da parte di quelli che non si fanno problemi ad esaltare fumetti (obbiettivamente pietistici) come IN ITALIA SONO TUTTI MASCHI... Tant'è che quando Ralf Konig ha vinto il premio Yellow Kid a Lucca qualche anno fa lo ha vinto per SUPER PARADISE, un fumetto in cui uno dei protagonisti si scopre sieropositivo... Voi che dite? Sarà un caso?

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8 commenti:

Luca ha detto...

Stavolta non sono d'accordo su diverse tue considerazioni... devo dire a volte ho impressione che non ti vada bene mai niente e che ci sia un certo compiacimento a criticare sempre e comunque.

Il fatto è che se vuoi pubblicare un fumetto chiuso o una graphic novel, voglio dire non un fumetto a striscie, è chiaro bisogna metterci un plot immediato che colga l'attenzione, e in molti casi questo vuol dire mettere un antagonista o un elemento di disturbo, vedi lo stalker in Matteo ed Enrico (che tra l'altro è un fumetto che parte da lontano, fu pubblicato a pezzi su storie di kappa almeno un sette-otto anni fa, chiamarlo "nuovo corso del fumetto gay in Italia" è un po' buffo), e di solito è un elemento sgradevole che deve colpire l'utente (e non può star bene a tutti, ad esempio se avessero messo un assalto omofobo magari ti saresti lamentato della scarsa fantasia ;) ).

Ed anche per la questione del fumetto sull'Italia fascista... io lo trovo molto interessante, non molti (nemmeno tra i gay) sanno di queste cose, è un argomento innovativo e coraggioso! E tu parli di patetismo... mah, mi sembra un po' riduttivo.

Certo, è vero che il fumetto a tematica in Italia soffre (come tutte le cose a tematica... vogliamo parlare delle riviste tipo Tetu in Francia?), ma a volte mi sembra che tu non sia obbiettivo nei tuoi commenti.

E poi è vero che uno deve vedere la propria nazione, ma al giorno d'oggi il mondo ti dà tante possibilità (da amazon ad ebay ad internet in generale) di non limitarti al tuo orticello ma di spaziare: usiamole queste possibilità!

E per concludere: se mi associ "Priscilla" ai "luoghi comuni dei gay" vuol dire che proprio non l'hai capito il film!!
O magari tu guardi solo gli spunti di polemica nelle cose? Non credo ma a volte me lo domando...


Insomma,

Wally Rainbow ha detto...

Bene Bene... Finalmente una lettera critica e argomentata con coerenza... Sono uno a cui non va bene niente? Mi sembra una definizione un pochino eccessiva :-) Diciamo che mi piace andare controcorrente, quello sì, e magare offrire degli spunti di riflessione un po' scomodi e fastidiosi. Detto questo non sono io che ho parlato di "nuovo corso del fumetto gay in Italia" riguardo a Matteo ed Enrico: il punto è che viene presentato su e giù per l'Italia con una mostra come se fosse una novità, anche se - come dici tu - è una raccolta riveduta e corretta di storie che risalgono a una decina di anni fa (pubblicate su MONDO NAIF e non su Storie di Kappa ^__^).

Sull'idea e sul valore di IN ITALIA SONO TUTTI MASCHI non ho niente da ridire, e magari se rileggi con attenzione il mio post potrai capire meglio a cosa mi riferisco. Comunque l'argomento trattato lo posso trovare doveroso, toccante, importante, intelligente, imprescindibile e se vuoi formativo, ma "innovativo e coraggioso" non sono due aggettivi che userei (^__^). Li avrei usati per un fumetto che avesse parlato delle discriminazioni e delle sofferenze che un gay affronta ancora oggi nella provincia italiana, quello sì...

Non ho ben capito il paragone con Tetu, che a quanto mi risulta vende ancora benino (con circa 50000 copie al mese, nonostante internet e la free press).

Io ormai non posso vivere senza internet, amazon (uso quello inglese, francese, tedesco e giapponese), eBay e da un po' ho scoperto anche l'inglese Bookdepository, ma l'idea che tutto questo sia precluso a chi nel mio paese non ha internet, una carta di credito o non sappia almeno l'inglese mi irrita molto.

A me Priscilla è piaciuto, quello che volevo dire è che comunque l'idea del gay che si realizza nel travestimento è uno stereotipo, tant'è che negli anni 90 per prendere in giro un gay gli davano della priscilla... Se non sbaglio se ne discusse anche nella prima edizione del Grande Fratello quando Rocco Casalino (il primo NON-GAY dei reality) ricordò che a scuola lo prendeano in giro per le sue maniere chiamandolo proprio in questo modo... ^__^

Detto questo penso sia un mio diritto esprimere ciò che penso come è un diritto altrui ribattere a ciò che dico se non si trova d'accordo.

Gli altri lettori cosa pensano di tutto ciò?

Anonimo ha detto...

Valeriano, credo che un certo tuo compiacimento nel criticare e una certa, voluta tendenza a presentare i fatti in modo da farli coincidere con quello che vuoi dimostrare sia piuttosto palese. La prima delle tue tesi è ovviamente che in Italia va tutto male e all'estero va tutto bene. Ed allora, tanto per fare un esempio, metti bene in risalto che i fumetti di Patrick Fillion sono venduti tramite un grosso distributore. Qualche tempo dopo ci racconti anche che lo stesso autore vende i suoi fumetti anche in pdf. Peccato ti sia "dimenticato" di far notare che la succitata distribuzione tramite grande distributore si sia subito rivelata una bolla di sapone, e che il fatto che Fillion si sia deciso a vendere in pdf non suoni molto come un escamotage per rispondere a un calo di vendite dovuto alla crisi.
Poi c'è quella certa sufficienza (invidia?) con cui tratti fumetti come quelli della Kappa. Contengono stereotipi, dici, beh, ci sono crimini peggiori. Non sono appositamente mirati ai gay ma al pubblico generale? E allora? Voglio dire, io questo tipo di critiche le potrei anche capire da aprte di un lettore qualunque, ma se a farle è un autore la cosa suona un poco indigesta. Se pensi che manchi un certo tipo di fumetto realizzalo cavolo!
naturalemnte questo porta al solito problema, in questi mesi te l'hanno fatto notare a più riprese, ma sembra senza grandi risultati (e il peggio è che spesso sei stato tu a chiedere opinioni in merito): il tuo pressapochismo.
Insomma, qualcuno ti fa notare che se hai 4000 iscritti al tuo fumetto non significa avere 4000 lettori, non puoi rispondere "fossero anche 2000". Come fossero? Se io ho un sito voglio sapere quanti accessi al giorno, quanti al mese, quanti egli utenti sono realmente attivi. Se non hai questi dati (e altri come questi) come fai a decidere quali scelte fare?
Infine, lasciatelo dire... Lulu è per le mezzecalze, se hai un progetto serio per il bel fumetto gay che dici qui in Italia manca, cerca di osare un pochino di più.
Saluti.

Wally Rainbow ha detto...

WOW! Quindi siccome sono un autore non posso esprimermi da lettore? Oh bella! Sta vedere che sul mio blog non sono libero di esprimere quello che penso? Sinceramente non provo invidia per la Kappa (di cui conosco di persona diverse persone che ci lavorano e con cui penso di essere in buoni rapporti), anche perchè punta su un genere di fumetto con cui non mi sento in competizione. E in questo blog non criticavo la Kappa, ma il fatto che i suoi fumetti - che sono gli UNICI fumetti gay prodotti in Italia - pur vertendo su una serie di (nuovi) stereotipi, finiscono per passare come il meglio che è possibile proporre (contribuendo a rendere stagnante una situazione già di per sè abbastanza paludosa). Per come la vedo io la Kappa sta all'editoria gay quasi come le fiction RAI stanno ai serial americani di ultima generazione, e se lo penso non vedo proprio cosa ci guadagno a non dirlo. Detto questo non penso che in Italia vada tutto male e all'estero vada tutto bene, solo che visto che NESSUNO sottolinea alcune lacune che ci sono in Italia e NESSUNO confronta la situazione con quello che si fa altrove mi sono preso la briga di farlo io nei limiti di questo piccolo spazio. Detto questo siccome quello che sto portando avanti lo sto portando avanti tutto da solo e con le mie (poche) risorse, non mi sembra il caso di lamentarsi se uso LULU... Sarò anche una mezza calzetta, ma viste le mie possibilità economiche al momento è il mio unico modo per autoprodurre qualcosa.

Phayart ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Phayart ha detto...
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Luca ha detto...

Ti rispondo volentieri:

allora, non credo che tu sia uno di quelli a cui non sta bene niente, ma certo qui dentro viene messo in evidenza proprio quel lato lì, e talvolta dai l'impressione del maestrino col ditino alzato. Molte critiche sono condivisibili intendiamoci, ma noto una certa monodirezionalità di pensiero che alla lunga può stancare.
E sarebbe un peccato!

Riguardo all'"Italia siam tutti maschi" in realtà io la parola innovativo la userei perché è un tema mai troppo analizzato ed è interessante che venga fatto in un fumetto; ed anche "coraggioso" perché è un tema scomodo.
Tra l'altro non è vero, secondo me, che non riguarda l'Italia contemporanea, perché fa capire molto della mentalità intrinseca alla nostra società, e quelle sono le nostre radici che si fanno sempre sentire, anche come dici te nella provincia italiana.

Il paragone con Tetu l'avevo espresso male, volevo dire che in Italia tutte le produzioni a tematica gay soffrono. Tetu era preso a confronto per dire come siamo messi male anche in confronto ad un paese vicino a noi come la Francia :)

Davvero pensi che in Priscilla i gay si realizzino nel travestimento?! O_O
Io non l'ho letto proprio così, io lo vedo (complici anche gli spazi australiani) come una sorta di inno alla libertà. Anzi è forse il film che associo di più ai tuoi fumetti perché esprime un'umanità solare, certo afflitta dai suoi problemi ma di fondo gioiosa.

Va detto che a questo punto sarei curioso di sapere su quali film gay non hai qualcosa da ridire! :D


(P.S. si certo, mondo naif ovvio ^^)

Wally Rainbow ha detto...

Vediamo, sto preparando un mini cineforum per l'associazione gay che presiedo sto realizzando un cineforum con dei film che secondo me lanciano dei messaggi positivi, e i titoli che ho scelto sono stati TRICK, PROM QUEEN, IRON LADIES e LATTER DAYS. riguardo a pPriscilla non ho detto che PER ME è un inno al travestitistmo, ma che per l'etero che certe cose le vede da fuori questo è il messaggio che passa. tantopiù che all'epoca la definizione drag queen in Italia nemmeno esisteva. Riguardo a IN ITALIA SONO TUTTI MASCHI ribadisco che per me è una bella cosa, ed è una bella cosa che abbia vinto un premio, ma che proprio per l'importanza dell'argomento avrebbero potuto snocciolarlo in maniera diversa... Ma ripeto che è un parere personale. Che poi di fascistoni omofobi ce ne siano ancora in circolazione non è un mistero...(^__^)